Difendere l’Ucraina, difendere l’Europa e la democrazia

15:43 6 Settembre 2022

Un libro di studenti di lingua ucraina sulle macerie di una scuola di Kramatorsk

Intervista ad Eugene Czolij, Console onorario dell’Ucraina a Montréal

 

A sei mesi e qualche giorno dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, il Corriere Italiano ha fatto il punto della situazione con l’avvocato Eugene Czolij, Console onorario dell’Ucraina a Montréal.

Come sta vivendo questo momento particolarmente delicato della sua storia la comunità ucraina residente in Canada, e specificamente nel Québec? In quali forme si è manifestata la solidarietà con il popolo ucraino? Quali sono le prospettive per una possibile risoluzione del conflitto? A queste e ad altre domande ha risposto il Console onorario.

 

Signor Czolij, qual è il suo stato d’animo e quali sono le sue riflessioni su quanto sta accadendo in Ucraina?

L’avvocato Eugene Czolij, Console onorario dell’Ucraina a Montréal

«Come qualsiasi altro essere umano che guarda questi avvenimenti in televisione, sui media o sulle reti sociali, sono rimasto scioccato – afferma il Console onorario – dal fatto che nel 2022 si viva in Europa una guerra genocidaria scatenata il 24 febbraio scorso dalla Russia contro l’Ucraina, una guerra non provocata. Ad oggi, dopo più di 180 giorni di guerra, ci sono migliaia di persone uccise, di cui oltre 360 bambini e migliaia di feriti. Più di 13 milioni di persone hanno dovuto lasciare la loro casa di cui oltre 6,5 milioni si sono rifugiati in altri paesi e circa 6,5 milioni di ucraini sono stati costretti a spostarsi all’interno del Paese. Quando si legge la “Convenzione sul genocidio” è chiaro che quello che sta succedendo in Ucraina è una guerra genocidaria. In Ucraina si sta commettendo un genocidio. Del resto, i parlamenti di Canada, Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Irlanda e Ucraina lo hanno già riconosciuto. Ci sono città intere che sono state distrutte come Borodyanka, Boutcha, Irpin, Kharkiv in gran parte, Kramatorsk, Mariupol.

Si leggono storie d’orrore in base alle quali giovani ragazze sono state violentate ripetutamente in modo da non avere più voglia poi di avere relazioni con un uomo e mettere al mondo dei bambini ucraini. Prigionieri di guerra sono stati torturati e uccisi come nella prigione di Olenivka.

Una donna di 86 anni nella sua casa a Makariv dopo l’attacco dei missili russi. Luglio 2022

Quando vedo chiese, ospedali, scuole, siti culturali, abitazioni, oggetto di missili e di bombardamenti da parte della Russia, tutto ciò fa male al cuore e provoca in me un profondo dolore, una grande pena per tutti gli ucraini che sono in Ucraina, tra cui anche dei membri della mia famiglia.

Se da una parte sono rimasto toccato dal fatto che molte persone, tra cui tanti quebecchesi, abbiano aperto il loro cuore e contribuito, sia sotto forma di aiuti finanziari che sotto forma di accoglienza dei rifugiati, ad aiutare il popolo ucraino, dall’altra – spiega il Console onorario – sono desolato dal fatto che nel dicembre 2021-gennaio 2022, allorché la Russia mobilitava le sue truppe, oltre 100mila soldati alla frontiera russo-ucraina, i paesi della NATO, e la NATO stessa, non abbiano reagito adeguatamente e prevenuto questa guerra genocidaria.

Se in quel momento – prosegue il Console – la NATO e i paesi che ne fanno parte avessero fornito l’aiuto che hanno poi fornito da quando è iniziata la guerra, e imposto le sanzioni che hanno imposto dopo il 24 febbraio, penso che questa guerra sarebbe stata evitata perché Putin non comprende che il linguaggio della forza».

 

Europa a rischio

«Quando si analizzano questi avvenimenti diventa sempre più evidente – prosegue il signor Czolij – che l’Ucraina difende non solo il suo territorio ma i nostri valori democratici. Difende i paesi della NATO contro i piani imperialisti di Putin.

Del resto, lo stesso Putin aveva dichiarato, due giorni prima dell’invasione dell’Ucraina, che i paesi della NATO considerano la Russia come una minaccia alla sicurezza atlantica e che avrebbero utilizzato l’Ucraina per attaccare la Russia. Quindi la Russia, secondo Putin, doveva prendere delle misure per prevenire questo genere di attacchi. Quando si ascoltano queste dichiarazioni e altre successive dello stesso tenore è evidente che i piani imperialistici della Russia vanno ben al di là dell’Ucraina. L’Ucraina oggi difende non solo la sua integrità territoriale ma anche l’insieme dell’Europa contro tali piani imperialisti.

Un giovane con la bandiera ucraina è venuto sulla piazza distrutta vicino al teatro regionale accademico di Donetsk, nella città di Mariupol occupata. Luglio 2022

Questo è ancora più vero se prendiamo la data del 4 marzo 2022 quando i soldati russi hanno fatto l’impensabile ovvero colpire con dei missili la centrale nucleare più grande d’Europa, quella di Zaporizhzhia. Allorché il fuoco ha preso in un edificio vicino ai reattori e allorché i pompieri ucraini e il personale della centrale spegnevano l’incendio a rischio e pericolo della loro vita e allorché i bombardamenti continuavano, in quel momento proteggevano non solo l’Ucraina ma l’insieme dell’Europa. Perché se questa Centrale sarebbe esplosa le conseguenze, come menzionato dallo stesso ministro degli Esteri ucraino, sarebbero state 10 volte più disastrose di Tchernobyl. Allora si sarebbe parlato non solo di rifugiati ucraini ma di rifugiati di una gran parte dell’Europa perché le radiazioni non hanno bisogno di un visto per spostarsi da un paese all’altro. Recentemente – aggiunge – 42 paesi tra cui l’Italia hanno fatto una dichiarazione comune chiedendo alla Russia di ritirare le sue forze militari dal territorio di questa centrale nucleare per non mettere in pericolo l’insieme dell’Europa».

 

Signor Czolij, come è diventato Console onorario e in che cosa consiste il suo ruolo?

«I Consoli onorari – spiega – sono normalmente delle persone come me che in ragione del loro impegno e del loro ruolo sono nominati tali. Nel passato sono stato per sei anni presidente del Congresso ucraino-canadese, consiglio provinciale del Québec; per 6 anni presidente del Congresso ucraino-canadese a livello nazionale, e per due mandati, dal 2008 al 2018, presidente del Congresso mondiale ucraino, la struttura a livello internazionale che raggruppa l’insieme della diaspora ucraina che secondo le stime si aggira intorno ai 20 milioni di ucraini prima della guerra.

Durante il mio secondo mandato al Congresso mondiale ucraino ho fatto 147 viaggi internazionali in 51 paesi e ho partecipato a circa 1500 incontri bilaterali con degli alti prelati della chiesa, alti funzionari di governo, di organizzazioni internazionali come l’ONU, la NATO, il Consiglio europeo, l’Unione Europea, l’OSCE ed ho fatto più di 160 discorsi pubblici. Quindi un impegno importante e costante, fatto sempre su base volontaria, continuando a lavorare come avvocato a tempo pieno presso lo studio legale Lavery di Montréal.

Nel 2019 sono stato capo della Missione internazionale di osservazione del Congresso Mondiale Ucraino per le elezioni presidenziali e parlamentari e sempre nel 2019 ho fondato in Ucraina una organizzazione senza fini di lucro chiamata “Ukraine 2050” fondata per aiutare a porre in essere, su un periodo di una generazione di 30 anni, per questo si chiama 2050, le strategie per lo sviluppo durevole dell’Ucraina in tanto che paese europeo pienamente indipendente, territorialmente integro, democratico, riformato ed economicamente competitivo. In seguito a tutto ciò, nel 2020 sono stato nominato Console onorario. Devo precisare che ci sono l’Ambasciata dell’Ucraina ad Ottawa, due Consolati generali a Toronto ed Edmonton e due Consoli onorari, a Montréal e Vancouver.

Il ruolo principale di un Console onorario – continua – è di tessere e rinforzare i legami politici, economici e culturali tra i due paesi, il Canada e, in particolare, nel mio caso, il Québec, e l’Ucraina. È evidente che dall’inizio della guerra genocidaria il mio ruolo è diventato più esigente occupandomi anche del sostegno, dell’accoglienza e dell’incoraggiamento delle persone che sono costrette a scappare dall’Ucraina».

 

Quante persone d’origine ucraina vivono in Canada e nel Québec?

«Circa 1,4 milioni in Canada e 42.550 nel Québec di cui la maggior parte a Montréal. Dall’inizio della guerra le ultime statistiche parlano di 70.000 ucraini arrivati nel quadro di un programma speciale creato dal governo del Canada. Di questi circa 3000 si sono stabiliti nel Québec».

 

Chi volesse aiutare concretamente il popolo ucraino cosa può fare?

«Il Congresso mondiale ucraino ha creato un programma per aiutare principalmente coloro che si sono offerti volontari per difendere l’Ucraina.

Il Congresso ucraino-canadese, e la Fondazione Canada-Ucraina hanno ugualmente messo in piedi un programma di aiuti umanitari. Il Congresso ucraino-canadese, provincia del Québec, ha assunto una coordinatrice per i differenti bisogni degli ucraini che arrivano in Québec.

Sono stato invitato, inoltre, a diversi avvenimenti di raccolta fondi per aiutare il popolo ucraino tra cui il concerto del giugno scorso alla Casa d’Italia che mi ha permesso di rivolgermi direttamente alla comunità italiana. Ho avuto inoltre il piacere di essere invitato dalla Console generale d’Italia a Montréal, Silvia Costantini, alla Festa della Repubblica Italiana cosa che mi ha permesso di entrare in contatto con altri membri della vostra comunità che si è dimostrata molto generosa e solidale e di questo siamo molto riconoscenti. Diverse persone d’origine italiana hanno offerto il loro aiuto e il loro sostegno al popolo ucraino, sia economico che in termini di possibilità di dare un lavoro agli ucraini rifugiatisi nel Québec o a fornire loro un alloggio».

 

L’Ucraina riuscirà ad entrare nella Comunità Europea?

«Sono sicuro di si. Ha incontrato i criteri per ottenere lo statuto di candidata per diventare membro a parte intera della Comunità europea. Questo statuto le è stato accordato perché l’Ucraina ha dimostrato di voler andare verso l’Europa e, per ragioni sempre più evidenti, di non voler tornare indietro al tempo dell’Unione Sovietica. L’Ucraina si sente un paese europeo, il popolo ucraino è un popolo europeo, con valori europei ed è chiaro che il suo posto è con gli altri paesi dell’Unione Europea».

 

Qual è la sua speranza dopo 6 mesi di guerra? Vede la luce in fondo al tunnel?

«Per ciò che concerne la situazione in termini di guerra genocidaria penso che l’Ucraina ha già dimostrato una forza incredibile. Allorché la guerra è iniziata, la Russia e molti osservatori occidentali avevano l’impressione che questa guerra sarebbe durata solo qualche giorno e che la Russia avrebbe preso il controllo della capitale e deposto il governo ucraino per impadronirsi dell’intero Paese e ritornare ad una nuova Unione Sovietica. Questo piano iniziale è fallito miseramente.

Diplomate della scuola a Tchernihiv. È a ciò che assomigliano le foto per l’album dei diplomati in Ucraina quest’anno

In seguito, la Russia ha dichiarato che si riposizionava strategicamente cambiando i suoi piani ed esprimendo la volontà di prendere il controllo di gran parte dell’Est dell’Ucraina e più particolarmente della regione del Donbass. Ancora una volta vediamo che questo piano è fallito.

Penso che l’Ucraina potrebbe riguadagnare la sua integrità territoriale entro la fine dell’anno se i paesi della NATO rispondono in modo rapido ed efficace fornendo all’Ucraina il sostegno economico e le armi necessarie per difendersi e per assicurare una “zona d’esclusione aerea” e riprendere i territori ucraini occupati dai russi; se le sanzioni economiche e finanziarie contro la Russia saranno rinforzate; se i paesi occidentali ridurranno la loro dipendenza energetica dal gas russo in modo da non finanziare così la guerra genocidaria e se, infine, i Paesi dichiareranno la Russia un paese che sponsorizza il terrorismo in modo da fargli perdere la sua immunità di stato. Una vittoria dell’Ucraina sarà la migliore garanzia per la stabilità e la sicurezza dell’Europa».

 

Per informazioni e per fare dei doni:

Congresso Mondiale Ucraino:

https://www.unitewithukraine.com/

Canada-Ukraine Foundation: https://www.cufoundation.ca/fr/

 

 

 

 

 

 

 

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