Tra sanzioni economiche e tensioni finanziarie internazionali
(NoveColonneATG) Roma – “Una guerra che si prolungasse oltre il mese sarebbe una guerra non vinta, per usare un eufemismo, perché i tempi sono decisivi, checché ne pensino i russi”.
In un’intervista al Fatto Quotidiano, il direttore di Limes Lucio Caracciolo ha messo l’accento sull’importanza del fattore tempo nel conflitto in corso tra Russia e Ucraina. Un’importanza non solo legata all’aspetto militare, ma anche e soprattutto a quello economico. L’agenzia di rating Fitch ha nuovamente abbassato il rating sul debito russo, definendo il rischio di un default (fallimento) sovrano “imminente”. Si tratta senz’altro di un duro colpo per Mosca: più basso è il rating, meno gli istituti di credito si fideranno del paese e meno questo sarà in grado di prendere in prestito denaro a tassi di interesse ragionevoli. E il rublo va in picchiata perdendo una buona parte del suo valore rispetto alle principali valute internazionali.
Nel frattempo i ventisette Paesi membri dell’Unione europea, Gli Stati Uniti e il Canada hanno deciso di ampliare ancora di più le sanzioni contro Russia e Bielorussia, in particolare scollegando tre banche bielorusse dalla piattaforma finanziaria internazionale Swift. L’Ue ha adottato anche nuove sanzioni contro il settore marittimo e le criptovalute, aggiungendo alla loro lista nera leader e oligarchi russi.
La guerra economica
Mosca “si rammarica” che l’Unione europea abbia scatenato una “guerra economica totale” contro la Russia, ha affermato Dmitry Birichevsky, direttore del dipartimento per la cooperazione economica del ministero degli Esteri russo. Analoga denuncia da parte del Cremlino contro gli Stati Uniti, a seguito dell’annuncio da parte di Washington di un embargo sulle importazioni americane di petrolio e gas. “Gli Stati Uniti hanno dichiarato guerra economica alla Russia e stanno conducendo questa guerra”, ha detto ai giornalisti il portavoce presidenziale russo Dmitry Peskov.
Le cotromisure russe
Oltre alle dichiarazioni, la risposta russa alle misure economiche si nutre anche di contromisure: il presidente russo Vladimir Putin ha firmato una legge che abolisce l’imposta di valore aggiunto sull’oro da investimento per i privati. L’iniziativa introduce i metalli preziosi in lingotti nella circolazione degli investimenti per i privati. A tal fine sono esenti da Iva le operazioni che comportano la vendita di metalli preziosi in lingotti prelevati dagli impianti di stoccaggio ai cittadini da parte di banche. La Russia, produttore di oro, può vantare riserve per centinaia di miliardi: visto che il prezzo dell’oro è salito alle stelle, quello di Putin potrebbe essere uno strumento per facilitare chi vuole investire nell’oro russo.
Il governo russo ha inoltre sviluppato un piano d’azione per stabilizzare l’economia di fronte all’aumento delle sanzioni.
Tra le proposte del Consiglio dei ministri quella di esentare i cittadini con depositi bancari di oltre un milione di rubli dall’imposta sul reddito delle persone fisiche per il 2021-2022, nonché aumentare l’asticella del lusso per i proprietari di auto da tre a dieci milioni di rubli.
Il premier ha anche annunciato lo stanziamento di ulteriori 25 miliardi di rubli per sovvenzionare prestiti agevolati ai produttori agricoli, oltre a 2,5 miliardi per compensare parte dei costi ai produttori di pane.