(NoveColonneATG) Roma – Una bambina neonata è stata estratta viva dalle macerie di una casa nel nord della Siria, dopo che i parenti l’hanno trovata ancora legata con il cordone ombelicale alla madre, morta nel violento terremoto di lunedì. La neonata è l’unica sopravvissuta della sua famiglia, che viveva nella città di Jindayris controllata dai ribelli. “Stavamo scavando, quando abbiamo sentito piangere” ha spiegato un parente della bimba.
Un piccolo miracolo, ma praticamente l’unica buona notizia che arriva l’8 febbraio dalla seconda nottata di scavi e di addiaccio, dopo il devastante terremoto che ha colpito il sud della Turchia e la Siria, e il cui bilancio assume ora dopo ora proporzioni sempre più enormi: al 9 febbraio è di oltre 20 mila vittime il conteggio delle vittime del terremoto destinato inevitabilmente a crescere con il passare del tempo e la diminuzione delle speranze di torvare ancora delle persone vive sotto le macerie.
Il presidente turco Erdogan, l’8 febbraio in visita in alcune delle città più colpite, ha dichiarato tre mesi di stato di emergenza, e una settimana di lutto nazionale.
“Ho appreso con profonda tristezza e seguo con attenzione le notizie sul sisma che ha così gravemente colpito la zona sud orientale della Turchia, causando numerosissime vittime e feriti. In questo momento di lutto l’Italia è vicina, con sentimenti di partecipe solidarietà, al dolore dell’amico popolo turco”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che il 6 febbraio ha inviato al presidente turco Recep Tayyip Erdogan. “Il nostro pensiero va alle famiglie di quanti hanno perso la vita, ai feriti – cui auguriamo un pronto ristabilimento – e alle squadre di soccorso. In spirito di vicinanza, La prego di accogliere, signor Presidente, le espressioni del più sincero cordoglio della Repubblica Italiana e mio personale” aggiunge il capo dello Stato.
E l’8 febbraio, dal Vaticano, è giunto il nuovo appello di Papa Francesco, al termine dell’udienza del mercoledì: “Il mio pensiero va alle popolazioni della Turchia e della Siria duramente colpite da un terremoto che ha causato migliaia di morti e feriti. Con commozione prego per loro ed esprimo mia vicinanza a questi popoli e a chi soffre per questa devastante calamità. Ringrazio chi si impegna per portare soccorso e incoraggio tutti a solidarietà con quei territori già martoriati da lunga guerra. Possano andare avanti di fonte a questa tragedia”.
La Cina, che ha offerto aiuti per 4,4 milioni di dollari alla Siria per la ricostruzione, invita gli Stati Uniti a “mettere da parte l’ossessione geopolitica e revocare immediatamente le sanzioni unilaterali alla Siria e aprire la porta all’assistenza umanitaria di fronte alla catastrofe”.