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16:29pm10 Febbraio 2015 | mise à jour le: 10 Febbraio 2015 à 16:29pmReading time: 4 minutes

Russia, gli Usa cercano di coinvolgerci in un conflitto militare

Ansa – Se gli Stati Uniti decideranno di armare l’esercito di Kiev, nel sud-est ucraino ci sara’ “un’ulteriore escalation del conflitto”. Lo ha detto il segretario del Consiglio di sicurezza russo, Nikolai Patrushev. A una domanda su una possibile reazione di Mosca, Patrushev ha risposto: “Penso che agiremo con strumenti diplomatici”.

Gli Stati Uniti “cercano di coinvolgere la Russia in un conflitto militare interstatale” e “sfruttando la questione ucraina vogliono un cambiamento del potere” in Russia e “infine lo smembramento del nostro Paese”. Ha detto il segretario del Consiglio di sicurezza russo Nikolai Patrushev.

Intanto il governo ucraino è “cautamente ottimista” in vista del vertice previsto mercoledì a Minsk tra Hollande, Merkel, Putin e Poroshenko per far tacere i cannoni nel Donbass, ma bisogna “anche essere pronti al peggior scenario”. Lo ha detto il portavoce del ministero degli Esteri di Kiev, Ievghen Perebiinis. Secondo il diplomatico, il summit di domani comunque “non è l’ultima chance” per trovare “una soluzione pacifica” al conflitto.

Il conflitto intanto non si ferma. Bombardamenti a Donetsk, si contano vittime anche fra i civili. Nel Sud-Ovest della Russia esercitazioni militari.

La cancelliera tedesca Angela Merkel dopo aver visitato Obama a Washington si è fermata anche ad Ottawa per incontrare il Pm canadese Harper. Entrambi i leader nordamericani hanno ribadito alla Markel che «non riconosceranno mai l’occupazione illegale del territorio ucrano da parte dei russi».

Da Maidan ai 5.000 morti nel sud-est

Dalla rivolta di Piazza Maidan al conflitto nel sud-est, che finora ha provocato 5mila morti e oltre un milione di profughi. Ecco le principali tappe della crisi che insanguina l’Ucraina da oltre un anno:

NOVEMBRE 2013-GENNAIO 2014: il governo ucraino decide di sospendere la preparazione della firma dell’accordo di associazione con l’Ue per riavvicinarsi a Mosca, dopo le pressioni russe con l’arma soprattutto della leva energetica (il prezzo del gas). L’opposizione accusa il presidente Viktor Ianukovich di “alto tradimento” e chiede la sua destituzione. Inizia la protesta delle tende a Maidan, nel cuore di Kiev.

FEBBRAIO 2014: Dopo tensioni e scontri cruenti, i manifestanti prendono d’assalto il palazzo presidenziale. Ianukovich viene rovesciato.

APRILE 2014: due settimane dopo l’annessione della Crimea alla Russia, manifestanti filo-russi si impadroniscono degli edifici pubblici a Kharkiv, a Donetsk e a Lugansk, le principali città delle regioni dell’est russofono. I separatisti proclamano la “Repubblica sovrana” a Donetsk. Kiev lancia una operazione militare “antiterrorismo”.

MAGGIO 2014: referendum sull’indipendenza nelle regioni di Donetsk e Lugansk, con massiccia vittoria dei ‘si”. Kiev e i Paesi occidentali giudicano il referendum “illegale”. L’oligarca filo-occidentale Petro Poroshenko vince le presidenziali.

LUGLIO 2014: Distruzione in volo di un aereo di linea Boeing della Malaysia Airlines, che cade nel territorio controllato dai ribelli: 298 morti. Da Ue e Usa nuove sanzioni economiche contro la Russia accusata di sostenere e armare i separatisti.

AGOSTO 2014: I combattimenti infuriano attorno a Donetsk e Lugansk. La Russia decide di porre l’embargo sulla maggior parte dei prodotti alimentari importati da Ue e Stati Uniti come risposta alle sanzioni. Kiev denuncia una “invasione diretta” e si candida a entrare nella Nato.

SETTEMBRE 2014: a Minsk, Bielorussia, si riunisce il “gruppo di contatto” sull’Ucraina (i rappresentanti di Kiev, Mosca, dei separatisti e dell’Osce). Viene firmato un accordo per un cessate-il-fuoco, che tuttavia reggerà solo qualche giorno.

OTTOBRE 2014: Elezioni parlamentari. Vince il blocco filo-Ue, ma Poroshenko non si rafforza.

NOVEMBRE 2014: elezioni nelle autoproclamate repubbliche ribelli, dominate dai separatisti.

 GENNAIO 2015: nuove fiammate di guerra. Scontri sanguinosi all’aeroporto di Donetsk. Kiev impone lo stato d’emergenza. Amnesty denuncia eccidi di civili da entrambe le parti.

FEBBRAIO 2015: Germania e Francia tentano una mediazione europea sganciata dagli Usa. La Nato è spaccata sull’ipotesi di fornire armi letali alle forze governative ucraine: Usa possibilisti, Angela Merkel guida il fronte del no e incontra Obama a Washington.

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