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17:32pm25 Gennaio 2022 | mise à jour le: 25 Gennaio 2022 à 17:32pmReading time: 2 minutes

Esportazioni italiane: record storico dell’alimentare

Esportazioni italiane: record storico dell’alimentare
Photo: Foto ugurhan/iStockL'export dell'agroalimentare italiano è in costante crescita

(NoveColonneATG) Roma – L’agroalimentare italiano è uscito dalla crisi generata dalla pandemia Covid più forte di prima con il record storico nelle esportazioni che fanno registrare un balzo dell’11% per un valore vicino ai 52 miliardi per l’intero 2021, il massimo di sempre.

È quanto emerge dalla proiezione della Coldiretti sulla base dei nuovi dati Istat relativi al commercio estero nei primi undici mesi dell’anno che evidenziano l’impatto positivo sulle vendite all’estero della vittorie sportive e musicali che hanno dato prestigio all’immagine del Made in Italy.

Per l’alimentare si tratta di un successo ottenuto – sottolinea la Coldiretti – dalla ricerca di gratificazione a tavola nonostante le difficoltà degli scambi commerciali e i lockdown della ristorazione che hanno pesantemente colpito in tutti i continenti.

L’emergenza sanitaria Covid – precisa la Coldiretti – ha provocato anche una svolta salutista nei consumatori a livello globale che hanno privilegiato la scelta nel carrello di prodotti alleati del benessere come quelli della Dieta mediterranea.

In testa alla classifica delle esportazioni agroalimentari nazionali – continua la Coldiretti – c’è il vino che quest’anno si avvia a sfondare il muro dei 7 miliardi di euro in valore con un vero boom per gli spumanti italiani che fanno registrare una esplosione delle richieste dall’estero con un aumento addirittura del 29% in valore. Tra i principali clienti del tricolore a tavola ci sono gli Stati Uniti che si collocano al secondo posto con un incremento del 15% ma positivo l’andamento anche in Germania che si classifica al primo posto tra i Paesi importatori di italian food con un incremento del 7%, e in Francia (+7%) che è stabile al terzo posto mentre al quarto c’è la Gran Bretagna dove però le vendite arretrano dell’1% a causa delle difficoltà legate alla Brexit, tra le procedure doganali e l’aumento dei costi di trasporto dovuti a ritardi e maggiori controlli. Fra gli altri mercati – evidenzia la Coldiretti – si segnala la crescita del 15% in quello russo e del 31% su quello cinese.

 

 

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