(NoveColonneATG) Roma – Andremo al voto il 25 settembre. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 21 luglio, dopo aver ricevuto i presidenti di Camera e Senato Roberto Fico ed Elisabetta Casellati, ha firmato il decreto di scioglimento delle Camere, indicando nuove elezioni.
Era, spiega il capo dello Stato, “l’ultima scelta da compiere, soprattutto se come in questo periodo davanti alle Camere vi sono molti adempimenti da portare a compimento nell’interesse del paese”. Eppure “la situazione politica ha condotto a questa decisione, il voto e le modalità con cui è stato espresso al Senato hanno reso evidente il venir meno del sostegno parlamentare al governo e l’assenza di prospettive nel dar vita a una nuova maggioranza. Ho ringraziato il presidente del Consiglio Draghi e i ministri per l’impegno profuso in questi 18 mesi” ha detto Mattarella, avvisando poi che i motori a Palazzo Chigi, da qui a fine settembre, non si dovranno fermare.
“È noto che il governo con lo scioglimento delle Camere incontra limitazioni nella sua attività, ma dispone comunque degli strumenti per intervenire sulle esigenze presenti e quelli che intercorreranno nei mesi seguenti” ha detto Mattarella -“Ho il dovere di sottolineare che il periodo non consente pause negli interventi indispensabili per contrastare la crisi economica e sociale e l’aumento dell’inflazione causato soprattutto dal costo dell’energia e dei beni alimentari comporta pesanti conseguenze”.
Per Mattarella “sono indispensabili interventi per far fronte alle esigenze economiche e sociali, soprattutto per i concittadini delle fasce più deboli, per contenere gli effetti della guerra russa in Ucraina, per la sempre più necessaria collaborazione a livello europeo e internazionale”. A tutto questo “si affianca l’importanza dell’attuazione nei tempi concordati del Pnrr, né può essere ignorato il dovere di proseguire nell’azione di contrasto alla pandemia ancora manifestamente diffusa”. Il presidente, visti anche i toni aspri del giorno prima, ha voluto chiudere con un monito ai partiti: “Mi auguro che pur nell’intensa e acuta dialettica della campagna elettorale vi sia un contributo costruttivo da parte di tutti nell’interesse superiore dell’Italia”.
Il Centrodestra trova l’accordo dul premieri e i suoi collegi
(NoveColonneATG) Roma – “I leader del centrodestra hanno raggiunto pieno accordo e avviato il lavoro con l’obiettivo di vincere le prossime elezioni politiche e costruire un governo stabile e coeso, con un programma condiviso e innovativo.
La coalizione proporrà al presidente della Repubblica quale premier l’esponente indicato da chi avrà preso più voti”.
È quanto si legge nel comunicato unitario diffuso al termine del vertice unitario del centrodestra, che si è tenuto alla Camera tra la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi e il segretario della Lega Matteo Salvini. “È stata trovata un’intesa per correre insieme nei 221 collegi uninominali, selezionando i candidati più competitivi in base al consenso attribuito ai partiti”, si legge inoltre nel comunicato: nello specifico, a Fratelli d’Italia andranno 98 candidati, alla Lega 70, a Forza Italia 42 (compresa l’Udc) mentre i restanti 11 saranno destinati a Noi con l’Italia–Coraggio Italia.
“Il centrodestra – spiega la nota – presenterà anche una lista unica nelle Circoscrizioni Estere e ha istituito.
L’unità del centrodestra è la migliore risposta possibile alle accuse e gli attacchi, spesso volgari, di una sinistra ormai allo sbando, con una coalizione improvvisata, che gli italiani manderanno a casa il prossimo 25 settembre”.
Letta (Pd): “La scelta è tra noi e Meloni”
(NoveColonneATG) Roma – Il segretario del Pd Enrico Letta ha incontrato il leader di Insieme per il futuro Luigi Di Maio e il sindaco di Milano Beppe Sala a cui ha ribadito la lettura della competizione elettorale del 25 settembre come una scelta tra Pd e Fratelli d’Italia. “Mai come questa volta, mai come in queste elezioni, credo dal ’48 a oggi, il voto italiano sarà così determinante sugli equilibri politici continentali. Penso di poter dire che sarà il voto italiano più determinante di sempre nella storia europea” afferma Letta, spiegando che per via della legge elettorale il risultato sarà “chiaro e questo può andare nell’una o nell’altra direzione, sappiamo che il pareggio non è contemplato in questa legge elettorale e sappiamo che con questa polarizzazione evidente o vince l’Europa, l’Europa comunitaria, di Delors, del Next Generation Eu, dell’Erasmus e della speranza oppure vince l’Europa dei nazionalismi, di Orban, di Kaczynski, di Vox e di Marine Le Pen”.
“Non ci sono terze vie – continua il segretario del Pd – la scelta è tra queste due opzioni ed è per questo che gli italiani devono avere assolutamente chiaro che la scelta è tra noi e Meloni. Per un motivo molto evidente: a livello europeo è questo l’impianto che si è creato, con l’alternativa secca di una campagna elettorale che ci carica di responsabilità e rispetto alla quale noi dobbiamo fare delle scelte che siano all’altezza di queste responsabilità”.
Letta conferma, infine, che le porte restano chiuse a un’alleanza con il Movimento 5 Stelle: “A chi dice ‘ripensiamoci’ l’invito è a guardare a cosa pensano gli elettori, il loro giudizio è lapidario”.