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13:22pm15 Agosto 2018 | mise à jour le: 15 Agosto 2018 à 13:22pmReading time: 4 minutes

Genova: il bilancio dei morti sale a 39

Sedici i feriti, dodici in codice rosso. Proseguono le ricerche dei dispersi

Una dramamtica immagine del ponte crollato

ANSA

Ansa – Continua ad aggravarsi il bilancio delle vittime del crollo del ponte Morandi. E si fa sempre più rovente la polemica sulle responsabilità, con la società Autostrade per l’Italia (gruppo Benetton) che si difende. Il governo proclamerà il lutto nazionale e la Regione Liguria ha chiesto il riconoscimento dello stato di emergenza nazionale.

 

39 VITTIME, TRE BAMBINI: SI SCAVA ANCORA PER CERCARE DISPERSI

E’ salito a 39 il numero dei morti accertati, tre dei quali sono bambini. L’ultimo bilancio è del Viminale, che cita dati della Prefettura di Genova. Tra le vittime ci sono anche tre francesi. Si scava ancora per trovare i dispersi: nelle ultime ore sono state estratte altre due persone che non sono state ancora identificate. Restano 16 i feriti, di cui 12 in codice rosso. Gli sfollati sono 632.

 

SU AUTOSTRADE, “VIA LA CONCESSIONE”. SOCIETA’ SI DIFENDE

Nei confronti della società sono state avviate le procedure per l’eventuale revoca delle concessioni e per comminare multe fino a 150 milioni di euro. Lo hanno annunciato il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli e i vice premier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, che chiedono anche le dimissioni dei vertici della società. “I responsabili hanno un nome e cognome e sono Autostrade per l’Italia”, dice Di Maio. “Se non sono capaci di gestire le nostre autostrade, lo farà lo Stato”, aggiunge Toninelli.

A favore della revoca della concessione si schiera anche Salvini: “E’ il minimo che ci si possa aspettare”. La società da parte sua di difende: “Il viadotto era monitorato dalle strutture tecniche della Direzione di Tronco di Genova (che fa parte di Autostrade, ndr) con cadenza trimestrale secondo le prescrizioni di legge e con verifiche aggiuntive realizzate mediante apparecchiature altamente specialistiche” e anche attraverso “società ed istituti leader al mondo in testing ed ispezioni”. L’esito ha sempre fornito “adeguate rassicurazioni”.

 

SOS SICUREZZA

Veduta del ponte caduto a Genova

ANSA

Giganti in cemento armato, nati negli anni ’60, che ormai rischiano di essere vecchi, troppo vecchi per il traffico anche di merci sempre più sostenuto. Sono i tanti ponti e viadotti in Italia che ora saranno sorvegliati speciali. Il ministro Toninelli promette soldi “per applicare a tanti di questi viadotti dei sensori tecnici che ci daranno lo stato dell’arte e ci permetteranno di prevenire”. Salvini parla della necessità di “un’enorme radiografia delle opere pubbliche e un’enorme spesa. Bisogna prevenire: penso anche agli argini dei fiumi e alle zone franose”.

 

LE MACERIE FANNO PAURA

La Regione Liguria ha avviato un controllo meteo in tempo reale per scongiurare il rischio che le piogge impediscano i soccorsi nella parte del ponte autostradale Morandi crollata nel torrente Polcevera e che le macerie si trasformino in un ‘tappo’ per il deflusso delle acque. Sulla necessità di rimuovere le macerie “nel giro di giorni non di mesi” ha insistito il suo direttore generale della Protezione civile Agostino Miozzo “perché se dovessero arrivare delle precipitazioni importanti, che in questa zona non mancano, ci potrebbero essere dei rischi per la popolazione”.

 

DUE INCHIESTE

“Non è stata una fatalità, ma un errore umano” a provocare il crollo del ponte a Genova. E’ la convinzione del procuratore capo di Genova Francesco Cozzi che ha compiuto un sopralluogo nella zona del ponte. La Procura ha aperto un fascicolo per disastro colposo e omicidio plurimo, mentre un’altra inchiesta è stata aperta dal ministero delle Infrastrutture.

 

LE STORIE

Erano attesi al lavoro, ma per il traffico avevano fatto tardi. Un ritardo che è costata la vita a due ragazzi albanesi, Edi Bokrina di 28 anni e Marius Djerri, di 22 anni, da tempo residenti in Italia. Solo pochi minuti prima della tragedia avevano chiamato la ditta di pulizie per la quale lavoravano per avvertire del contrattempo e assicurare che si stavano affrettando.

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