Italia
18:50pm21 Gennaio 2014 | mise à jour le: 21 Gennaio 2014 à 18:50pmReading time: 4 minutes

Italiani sempre più vecchi

Adnkronos/Ign – Roma – Un paese di 56,9 milioni di residenti che invecchia sempre di più, con le donne che diventano mamme sempre più tardi, oltre i 30 anni, e con i matrimoni che tornano a crescere, ma ci si lascia sempre di più. È questo il quadro che emerge dall’Annuario statistico italiano 2013 dell’Istat.

POPOLAZIONE – La popolazione italiana cresce grazie agli immigrati. Alla fine del 2012 in Italia si contano 59.685.227 residenti, 291.020 in più rispetto all’anno precedente. Questo incremento si deve al saldo attivo del movimento migratorio (+369.717 unità) che neutralizza l’effetto negativo del saldo naturale (-78.697). Le nascite segnano una nuova battuta d’arresto, da 546.585 del 2011 a 534.186, mentre i decessi salgono a 612.883 da 593.402.

SALUTE – È buono lo stato di salute degli italiani, ma più per gli uomini che per le donne. Nel 2013, il 70,4% della popolazione ha fornito un giudizio positivo del proprio stato di salute; la percentuale è più alta fra gli uomini (74,2%, in calo però di 1,1 punti percentuali) che fra le donne (66,8%). La percezione dello stato di salute rappresenta un indicatore globale dello stato di salute della popolazione, molto utilizzato in ambito internazionale. Guardando le patologie croniche, il 37,9% delle persone dichiara di esserne affetto, ma la percentuale sale notevolmente, raggiungendo l’86,4%, fra gli ultrasettantacinquenni. Le malattie croniche più diffuse sono: ipertensione (16,7%), artrosi/artrite (16,4%), malattie allergiche (10,0%), osteoporosi (7,4%), bronchite cronica e asma bronchiale (5,9%) e diabete (5,4%).

VECCHIAIA. La speranza di vita alla nascita, 79,4 anni per gli uomini, e 84,4 anni per le donne, continua a subire l’influenza positiva di riduzione dei rischi di morte a tutte le età. Nel 2011 l’indice di vecchiaia, cioè il rapporto tra la popolazione ‘anziana’ di 65 anni e oltre e quella ‘giovane’ da 0-14 anni – con 148,6 anziani ogni 100 giovani – colloca l’Italia al secondo posto fra i Paesi europei nel processo di invecchiamento della popolazione, preceduta solo dalla Germania (155,8%). L’elevata sopravvivenza, unita al calo della fecondità, rende l’Italia uno dei Paesi più vecchi al mondo.

MATERNITÀ – È sempre più posticipata: 31,4 anni è l’età media al parto, un valore fra i più alti in Europa, superato solo da quelli di Irlanda e Spagna (31,5). Nel 2011 il numero medio di figli per donna si attesta a 1,39, in leggero calo rispetto all’anno precedente (1,41). Nell’Unione europea a 15 Paesi, l’Italia si colloca al quinto posto per bassa fecondità, preceduta da Portogallo e Regno Unito (1,35 figli per donna) e Spagna e Germania (1,36). Nell’Ue a 27, i Paesi con il numero medio di figli per donna più basso sono Ungheria (1,23), Romania (1,25) e Polonia (1,30). L’Italia si posiziona al decimo posto.

CULTURA – Il 37,5% degli italiani nel 2013 non è mai uscito di casa per partecipare a uno spettacolo o a un evento culturale. Ma chi lo ha fatto ha scelto innanzitutto il cinema (47% della popolazione), gli spettacoli sportivi (24,4%), le visite a siti archeologici e monumenti (20,7%). I consumi  “continuano a scendere” visto che per spettacoli dal vivo, musei e mostre il dato sull’affluenza è il peggiore degli ultimi sette anni, mentre non ci sono variazioni rilevanti sul numero degli spettatori tv. Nell’anno in corso sono anche diminuiti, rispetto al 2012, i lettori di libri (sono il 43% degli italiani contro il 46% dell’anno precedente), ma è cresciuto il popolo della rete (gli utilizzatori di Internet sono il 54,8% della popolazione e un anno fa erano il 52,5%).

MATRIMONI – Secondo l’Annuario statistico 2013 dell’Istat, dopo quattro anni di calo consecutivo torna a crescere il numero di matrimoni: nel 2012 ne sono stati celebrati 210.082 (contro i 204.830 del 2011); di conseguenza, il tasso di nuzialità passa da 3,4 a 3,5 per mille. Prosegue invece il calo dei matrimoni religiosi (123.428 contro i 124.443 di un anno prima), che restano comunque la scelta più diffusa (58,8% contro 60,8% nel 2011) anche se sono sempre di più le coppie che decidono di sposarsi con il rito civile (+7,8% rispetto al 2011). Aumento nel 2011 delle separazioni (+0,7%, per un totale di 88.787 procedimenti), mentre diminuiscono i divorzi (-0,7%, pari a 53.806); nello stesso anno ogni mille matrimoni si contano 312 separazioni e 182 divorzi. Prosegue la crescita dell’affido condiviso dei figli minori, che si conferma la soluzione più diffusa sia nei casi di separazione (nove su dieci) che in quelli di divorzio (quasi otto su dieci); scende, di conseguenza, il ricorso alla custodia esclusiva dei figli alla madre, che è stata fino al 2006 la tipologia di affidamento più frequente (8,5% contro 58,3% del 2006 per le separazioni; 21,2% contro 67,1% del 2006 per i divorzi). I figli minori coinvolti sono 67.713 nei casi di separazione e 25.212 in quelli di divorzio.

 

 

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