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21:33pm18 Novembre 2019 | mise à jour le: 18 Novembre 2019 à 21:33pmReading time: 4 minutes

Venezia, lento ritorno alla normalità

La città lagunare riparte mentre si contano i danni provocati dall’acqua alta

Ansa – Dopo giorni di maltempo e l’acqua alta record, Venezia e le altre isole della laguna, provano a ripartire anche se molto lentamente. Intanto, cittadini, commercianti e istituzioni procedono con la conta dei danni.

Torna il pane a Venezia dopo che, con l’acqua alta eccezionale, anche i forni erano andati in tilt. Con l’aiuto di elettricisti e tecnici sono state fatte le prime riparazioni e gran parte dei fornai hanno lavorato: chi a pieno ritmo, come i più grandi, chi a mezzo servizio. E’ il caso di Enrico Crosara, storico panificatore di via Garibaldi nel sestiere di Castello, a ridosso dell’Arsenale e della Biennale. “Abbiamo tre impastatrici e tre forni – racconta – sono andate tutte fuori uso, ma le buone mani di un tecnico hanno fatto ‘resuscitare’ una impastatrice e due forni ed ora siamo qui, dopo aver pulito tutto, a dare il nostro pane”. “E’ stata dura e terribile – sottolinea Crosara – ma non abbiamo mollato un centimetro a questa acqua alta spaventosa”.

Il teatro La Fenice di Venezia sta tornando alla normalità dopo i danni subiti per l’acqua alta che avevano messo in forse l’inaugurazione della stagione il 24 novembre con il Don Carlo. “Oggi c’è una prova costume e domani si ricomincia il lavoro in teatro” spiega Alex Esposito, basso baritono che canterà per la prima volta la parte di Filippo II. “All’inaugurazione – osserva – più che la paura del debutto, ci sarà la gioia di cantare. Don Carlo è un’opera meravigliosa ma questa volta ci sarà da mettere una medaglia al valore al teatro e alla città”. Gli artisti si erano salutati il 12 novembre fuori dal teatro dopo la prova quando hanno sentito l’allarme. In nottata “è stato poi l’apocalisse” con il picco di 187 centimetri e al mattino “c’erano tubi enormi che pompavano acqua fuori dal teatro. Una situazione drammatica – osserva – Pensavo che sarebbe saltato il Don Carlo”. Invece tutti, coro e orchestra inclusi, sono stati spostati al teatro comunale di Treviso per le prove. Nel frattempo sono iniziati i lavori in teatro per sistemare impianto elettrico, riscaldamento antincendio. “Si sono messi al lavoro giorno e notte – conclude – e ce l’hanno fatta. Sono degli eroi”.

Acqua alta a San Marco

Alberi e piante divelte, muretti crollati: le maree eccezionali degli ultimi giorni hanno provocato seri danni al patrimonio arboreo dei giardini storici di Venezia. E’ già partita la conta dei danni nei 500 siti censiti nel solo centro storico lagunare. “Stiamo ricevendo molte segnalazioni di alberi abbattuti, piante divelte, muretti crollati, terreni inzuppati da più giorni di acqua salmastra – racconta Mariagrazia Dammicco, presidente di Wigwam Club Giardini Storici Venezia – . Riguardano giardini e ‘broli’, gli orti e i frutteti di palazzi, conventi, ospedali dove c’erano alberi ottocenteschi che oggi non esistono più”. L’ottocentesco giardino Eden ha perduto un centinaio di piante, il classico giardino Volpi, con le aiuole alla veneta e le pergole, è stato travolto dall’acqua che ha abbattuto il muro di protezione sul lato laguna e ha sradicato cipressi centenari mettendone a nudo radici altissime. Stessa sorte è toccata agli storici orti della palladiana chiesa del Redentore.

E in aiuto della città dei Dogi arriva qualche buona notizia. In meno di 24 ore l’ambasciata italiana a Mosca ha raccolto 1 milione di euro di promesse donazioni da parte di russi facoltosi per sostenere la restaurazione del patrimonio culturale di Venezia, colpito dall’acqua alta. Lo fa sapere l’ambasciatore Pasquale Terracciano. Domani verrà lanciata ufficialmente la campagna di solidarietà presso l’ambasciata con un concerto del maestro Valery Gergiev, direttore del teatro Mariinsky di San Pietroburgo, alla vigilia della sua tournée in Cina.

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