Italia
16:18pm3 Luglio 2020 | mise à jour le: 3 Luglio 2020 à 16:18pmReading time: 3 minutes

Mattarella a Bergamo: qui il cuore dell’Italia ferita

(NoveColonneATG) Roma – “Qui a Bergamo c’è l’Italia che ha sofferto, che è stata ferita, che ha pianto. E che, volendo riprendere appieno i ritmi della vita, sa di non poter dimenticare quanto è avvenuto. La mia partecipazione vuole testimoniare la vicinanza della Repubblica ai cittadini di questa terra così duramente colpita”.

Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che il 28 giugno si è recato a Bergamo dove ha partecipato alla cerimonia di commemorazione per le vittime bergamasche del Covid-19 che ha colpito duramente la città e il territorio provinciale. Al suo arrivo al Cimitero Monumentale, il Capo dello Stato ha deposto una corona ai piedi della lapide in memoria delle vittime della pandemia. Una volontaria del Sermig (Servizio missionario giovani) ha letto una poesia scritta da Ernesto Olivero.

Al termine, di fronte al Cimitero Monumentale è stata eseguita la “Messa di Requiem” di Gaetano Donizetti dall’Orchestra e dal Coro del festival Donizetti Opera, diretti dal maestro Riccardo Frizza, organizzata dal Comune di Bergamo in collaborazione con la Fondazione Donizetti Opera. Prima dell’esecuzione, il direttore artistico del festival Donizetti Opera, Francesco Micheli, ha letto l’”Addio ai Monti” tratto dai Promessi Sposi di Alessandro Manzoni. “Bergamo – ha continuato il capo dello Stato – rappresenta l’intera Italia, il cuore della Repubblica, che si inchina davanti alle migliaia di donne e uomini uccisi da una malattia, ancora in larga parte sconosciuta e che continua a minacciare il mondo, dopo averlo costretto, improvvisamente, a fermarsi o, comunque, a rallentare le sue attività”.

“Senso del dovere e buona volontà di singoli. Queste risorse, accanto allo spirito di sacrificio e al rispetto delle regole, che la stragrande maggioranza dei nostri concittadini ha dimostrato, costituiscono un patrimonio prezioso per il Paese, da non disperdere – ha spiegato Mattarella – Rammentiamoci delle energie morali emerse quando, chiusi nelle nostre case, stretti tra angoscia e speranza, abbiamo cominciato a chiederci come sarebbe stato il nostro futuro. Il futuro della nostra Italia. La memoria ci carica di responsabilità. Senza coltivarla rischieremmo di restare prigionieri di inerzie, di pigrizie, di vecchi vizi da superare. Da quanto avvenuto dobbiamo, invece, uscire guardando avanti. Con la volontà di cambiare e di ricostruire che hanno avuto altre generazioni prima della nostra. La strada della ripartenza è stretta e in salita. Va percorsa con coraggio e con determinazione. Con tenacia, con ostinazione, con spirito di sacrificio. Sono le doti di questa terra, che oggi parlano a tutta l’Italia per dire che insieme possiamo guardare con fiducia al nostro futuro”.

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