Ansa/Roma – I corazzieri a cavallo senza cavallo, i motociclisti senza motociclette, la polizia stradale senza automobili: sono i ‘simboli’ dell’edizione 2013 della parata militare per la festa della Repubblica, che dall’anno scorso si svolge all’insegna della sobrietà e dell’austerity. Niente a che vedere con la ‘grandeur’ del 2011, quando a sfilare lungo via dei Fori imperiali furono quasi in 6.000, contro i 3.300 di domenica: ma quella era l’edizione del 150/o anniversario dell’Unità d’Italia. E poi erano altri tempi, si sa. Gli italiani – il centro di Roma era gremito, complice la giornata finalmente di sole – capiscono le ragioni di questo ridimensionamento, ispirato alla ”massima attenzione” del Quirinale ”al momento di grave difficolta’ che larghe fasce di popolazione attraversano”, e che ha portato ad una drastica contrazione dei costi, stimati in un milione e mezzo di euro (poco meno dell’anno scorso), contro i 2 milioni del 2012 e i 4 milioni e 400 mila del 2011. Applaudono. Ma non tutti concordano. ”Non mi piace tutta questa austerità”, confessa Francesco, arrivato da Catania anche per vedere sfilare mezzi e cavalli. Per non parlare delle Frecce Tricolori, rimaste negli hangar con grande disappunto dell’ex ministro della Difesa Ignazio la Russa. Che, non senza animo provocatorio, in prima fila nella tribuna delle autorita’ sventola un fazzoletto tricolore e il cappellino azzurro della Pattuglia acrobatica nazionale. Al termine della parata, pero’, da’ la notizia: ”Il presidente della Repubblica mi ha assicurato – ha detto ai giornalisti – che dall’anno prossimo sara’ ripristinato il passaggio delle Frecce Tricolori”. Del resto, ”si addestrano tutto l’anno e il loro addestramento costa: lo spreco e’ non farle passare in un’occasione come questa”.
Gremito come sempre il palco delle autorita’, con diverse significative new entry. Accanto a Napolitano, i nuovi presidenti di Senato e Camera, Piero Grasso e Laura Boldrini, con capelli raccolti, sciarpa viola e scarpe in tinta. Boldrini che nel pomeriggio incontra diverse associazioni antimilitariste per ribadire il ”valore costituzionale” del servizio civile e del volontariato, dire – a proposito degli F35 – che ”in tempi di crisi anche le priorita’ vanno riconsiderate” e stigmatizzare l’assenza dei media: ”Dove sono le telecamere? Perche’ non sono qui a cogliere i valori fondamentali del pacifismo, del volontariato e della solidarietà?”.
Accanto ai due presidenti il neo premier Enrico Letta e il nuovo presidente della Consulta, Franco Gallo. Poco dietro il neo-nominato capo della Polizia, Alessandro Pansa. Sono gli stessi che, insieme al ministro della Difesa Mario Mauro, hanno accolto Napolitano all’altare della Patria, dove il capo dello Stato ha reso omaggio al Milite Ignoto, senza pero’ salire al sacello per deporre la corona, portata da due corazzieri: e’ rimasto ai piedi della scalea, come gia’ avvenuto il 25 aprile e come avverrà d’ora in avanti.
Tra i volti nuovi molti rappresentanti del Governo, anche se alcuni gia’ noti per precedenti incarichi: dal segretario del Pdl, nonche’ attuale vicepremier e responsabile del Viminale Angelino Alfano al ministro Moavero, alla squadra ‘rosa’ quasi al completo: con la Guardasigilli Annamaria Cancellieri e la responsabile della Farnesina Emma Bonino, in giacca rossa squillante, c’erano le ministre Di Girolamo, Kyenge, Lorenzin, la sottosegretaria Biancofiore. Presenti i vertici delle forze armate e di sicurezza, il sindaco di Roma Alemanno, il governatore Zingaretti. C’era anche Pierferdinando Casini, accompagnato dal figlio piu’ piccolo, tutto orgoglioso quando il presidente Napolitano gli stringe la mano.
Tra gli assenti, i familiari dei due maro’, che erano stati invitati dal ministro della Difesa. Quelli di Latorre pero’ sono volati in India per il suo compleanno, mentre la moglie di Girone e’ restata in Puglia per non far sobbarcare il viaggio ai figli piccoli. ”Ma e’ come se fossimo li”’, hanno scritto a Mauro, grati per aver ”dedicato questa festa anche a loro. Grazie a tutti voi e grazie Italia”.
La parata e’ durata un’ora e si e’ svolta secondo copione, solo orfana dei ”216 quadrupedi e 196 mezzi di varia tipologia” che resero imponente l’edizione di due anni fa: gli unici quadrupedi, stavolta, erano sei cani della polizia penitenziaria, mentre i veicoli sono stati ridotti all’osso, in pratica solo quelli dei Medaglieri. Anche se appiedati, comunque, i vari reparti sono stati tutti applauditi con grande calore, specie la fanfara dei bersaglieri che ha concluso, di corsa, la festa.