Intervista a Nancy Rossi, direttrice del “Jardin Daniel A. Séguin” di Saint-Hyacinthe
Forse non tutti sanno che tra le vie di Saint-Hyacinthe, cittadina ad una quarantina di km da Montréal, facilmente accessibile grazie all’Autostrada 20, si nasconde un vero e proprio gioiello della natura, il “Jardin Daniel A. Séguin”, diretto dal settembre scorso da Nancy Rossi, d’origine molisana, importatrice di olio d’oliva.
Il vernissage di “Ramifications”, un’esposizione di sculture dell’artista locale Claude Millette, ospitata all’interno di questa oasi di verde, è stata l’occasione per visitare tale magnifico parco-giardino e per scoprirne i segreti in compagnia della sua direttrice.
Il Giardino “Daniel A. Séguin” è uno splendido parco floreale di 4,5 ettari, reputato per avere la più grande collezione di piante annuali del Québec.
«Il “Daniel A. Séguin” – afferma Nancy Rossi – è prima di tutto di natura pedagogica. Siamo, infatti, il “terreno di gioco” dell’Istituto di Tecnologia Agroalimentare del Québec (ITA) che si trova proprio di fronte a noi.
Il giardino è stato creato 25 anni fa per essere un laboratorio “grandeur nature” per gli studenti, circa 700, dell’ITA. L’idea era, ed è ancora, quella di dare alle varie classi la possibilità di concepire e creare un “giardino-scuola”. Per tale motivo il nostro non è un solo giardino ma un insieme di 25 giardini tematici, ognuno dei quali creato da una classe sotto la guida dei rispettivi professori. L’aspetto educativo ci distingue dagli altri giardini botanici; noi esistiamo per e grazie agli studenti e ai professori dell’ITA. Daniel A. Séguin, fondatore del giardino, è stato proprio uno di loro».
Laboratorio ambientale
«Studenti e professori – continua Nancy Rossi – sperimentano cose che normalmente non si fanno altrove. Ad esempio siamo stati tra i primi ad avere un tetto verde, completamente vegetalizzato. La classe di quest’anno, inoltre, ha creato il cosiddetto “Interlab”, un laboratorio botanico che mette insieme fiori e legumi, l’ornamentale con il commestibile per cui in una stessa aiuola si possono trovare dei fiori meravigliosi accanto a delle piante di pomodoro e di basilico. Si tratta di una nuova tendenza. Il Covid, poi, ha accelerato questo tipo di “soluzione” che unisce il bello all’utile e che cerca delle soluzioni ai problemi ambientali in ambiente urbano.
Dunque – afferma la direttrice – qui ci sono 25 giardini tematici che vanno da quello per i bambini al giardino delle Prime Nazioni; dal giardino d’ispirazione giapponese al giardino francese che costituisce un po’ la nostra “pièce maitresse” ed anche il luogo dove gli sposi vengono a farsi le fotografie. Inoltre, abbiamo il grande tendone, il cosiddetto “chapiteau”, un luogo molto piacevole che offre la possibilità di ospitare dei matrimoni ma anche delle attività di vario genere, e la terrazza che può essere affittata per delle celebrazioni o degli incontri in un ambiente molto bello ed idilliaco».
La biofilia e i tre “volet”
«Un altro aspetto particolare del giardino – aggiunge – è che lavoriamo molto sull’aspetto della cosiddetta “biofilia” che potrei definire come la passione dell’essere umano verso tutto ciò che è vivente, compresi i fiori e le piante che ci trasmettono uno stato di benessere. È stato scientificamente provato che lavorare in un ambiente in cui c’è una grande presenza di verde migliora il proprio umore e quindi la propria produttività. Uno dei concetti alla base di questo spazio è anche quello di dare alle persone che lo visitano la possibilità di avere o di formarsi nuove idee per il giardinaggio. Alla fine il giardino – spiega Nancy Rossi – ha tre componenti fondamentali: l’aspetto educativo; quello turistico, riceviamo ogni anno circa 12.000 visitatori, una delle destinazioni più importanti per Saint-Hyacinthe e il “volet” culturale, come dimostra l’esposizione delle sculture di Claude Millette completamente immerse nella natura».
La terra e il benessere
Terminata la descrizione degli aspetti fondamentali del giardino abbiamo chiesto a Nancy Rossi cosa l’abbia portata a dirigere un “gioiello” di questa natura e quali siano i suoi obiettivi principali in quanto direttrice.
«L’amore per la terra – risponde – . Produttrice e importatrice di olio d’oliva dal Molise, ho lavorato per tanti anni anche nel settore del vino. Dopo aver toccato olio, vino, birra, mi mancavano i fiori ed oggi sono qui perché il legame è sempre lo stesso: la terra. Penso sia importante rispettarla e proteggerla. Mi piace lavorarci a contatto e visto che posso farlo mi reputato veramente fortunata.
Come obiettivi mi pongo sia quello di far conoscere questo giardino, forse ancora poco noto, alla comunità italiana e, in un arco di tempo che va dai 3 ai 5 anni, vorrei che diventasse veramente un luogo per tutte le famiglie, dove venire la domenica a fare un picnic e approfittare dei benefici che piante e fiori hanno sulla nostra salute. Penso che in un momento difficile come quello che stiamo vivendo, con la pandemia che ha sconvolto le nostre vite, il giardino sia un bel posto dove passeggiare a contatto con la bellezza».