Quebec
13:43pm22 Marzo 2022 | mise à jour le: 22 Marzo 2022 à 13:43pmReading time: 3 minutes

Ucraina: un residente di Saint-Léonard si reca sul posto per aiutare i rifugiati

Ucraina: un residente di Saint-Léonard si reca sul posto per aiutare i rifugiati
Photo: Foto Métro MédiaAndrea Barone

David Flotat  –  dflotat@metromedia.ca

Nipote di espatriati fuggiti dal regime sovietico, il montrealese Andrea Barone ha deciso di andare direttamente sul terreno, al confine ucraino-polacco, per sostenere i profughi che cercano di fuggire dai combattimenti nel loro paese. In un’intervista a Métro, spiega le motivazioni del suo viaggio e ciò che ha potuto constatare sul posto.

Partito domenica 13 marzo, Andrea è atterrato il giorno successivo a Cracovia, in Polonia. Si è poi diretto verso il confine ucraino ad est per fornire un servizio di navetta per trasportare i rifugiati ucraini negli alloggi temporanei allestiti nelle città vicine.

«Secondo le persone del posto – afferma – i bisogni principali dei rifugiati, che sono oltre tre milioni, è quello di trovare un luogo dove stare. Comprerò anche delle attrezzature mediche e le porterò al confine».

Andrea, cresciuto a Saint-Léonard, spiega che voleva impegnarsi già da qualche settimana, ed è stato messo in contatto, attraverso degli amici, con un gruppo presente sul posto.

«Ho iniziato ad esprimere la mia idea a degli amici che ho incontrato durante i miei studi a Vancouver. Uno di loro ha un conoscente a Vienna che ha guidato fino al confine per raccogliere due profughi ucraini. Ho pensato che sarebbe stata una buona cosa andare ad aiutare altre persone».

 

Ricambiare il favore

Quando Andrea fa qualcosa, “la fa fino in fondo”. Figlio di un padre d’origine italiana e di una madre d’origine slovena, spiega che ha voluto fare qualcosa per creare un impatto reale ma anche per ricambiare il favore.

«I miei nonni – afferma – adesso hanno 90 anni; hanno vissuto nella ex Jugoslavia, sotto l’occupazione nazista, poi sotto quella del regime comunista sovietico. Sono fuggiti per venire in Canada grazie a degli amici ma anche a delle persone che non conoscevano e che li hanno aiutati. Questo è quello che voglio fare io oggi».

 

Impegnarsi per la causa

Non è la prima volta che Andrea si impegna per una causa. È stato il primo arbitro nell’hockey professionistico (ECHL poi AHL) a dichiararsi apertamente gay nel 2015; Andrea Barone spiega di averlo fatto per sostenere la comunità LGBTQ+.

«Nella vita – afferma – sono una persona molto riservata, non mi piace mostrarmi in pubblico e non ho nessuna rete sociale. Ma quando è importante farlo, mi impegno a portare la voce degli altri. Anche se per me non è necessariamente confortevole, lo faccio comunque».

Nell’ambito del suo viaggio umanitario, spiega di aver creato, grazie a un’idea del suo compagno, una raccolta fondi online.

«Ho creato un GoFundMe poiché vedevo che molta gente voleva sostenermi. Il mio obiettivo era di raccogliere 5000 $, ma in due giorni ne ho raccolti 10 000 $, poi 15 000 $ in tre giorni e mezzo. Incredibile!»

Andrea precisa che la totalità dei soldi raccolti servirà ad aiutare i rifugiati sul posto. «Tutti i soldi vanno direttamente per portare aiuto sul posto, non abbiamo affitto o spese da pagare, quindi ogni centesimo va direttamente per aiutare le persone colpite da questa guerra».

Anche se Andrea ha intenzione di tornare a Montréal, la sua idea è di ritornare laggiù ben presto con il suo compagno per un altro viaggio umanitario: «Sto pensando – ha concluso – di tornarci più tardi con il mio ragazzo per un’altra settimana o due. Se potessi, rimarrei più a lungo, ma aiuto come posso».

(Traduzione e adattamento del testo a cura della redazione del Corriere Italiano)

 

 

 

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