Nata a Montréal nel 1975 da genitori originari di Cattolica Eraclea (Agrigento), Lia Gentile è cresciuta a “pane e sicilianità”. Un grave incidente di moto, avvenuto nel 2014, ha scombussolato la sua vita trasformandola in una “influencer” molto seguita, e apprezzata, sui media sociali.
«Sono cresciuta – racconta Lia – come se vivessimo ancora in Sicilia, con quei valori, quelle tradizioni e quella mentalità tipiche della nostra terra. Certo, avevo un po’ meno libertà dei giovani di oggi ma i miei genitori non ci hanno fatto mancare mai niente e hanno fatto sempre del loro meglio con i mezzi di cui disponevano. Per questo li ringrazierò sempre, ed anche per avermi trasmesso la fierezza delle proprie origini.
A casa si parlava sempre in dialetto utilizzando anche parole “antiche” che la gente non sentiva più da anni. Per questo mi sono detta: perché non “riutilizzarle” in qualche modo? Perché non cercare di mantenere vivo il dialetto siciliano? Così è nata nel 2018 la sfida della parola siciliana. Vediamo se sono capace – mi sono detta – di trovare una parola in siciliano da spiegare, ogni giorno, per un anno intero, sulla mia pagina Facebook (https://www.facebook.com/Bigmamasiciliana75) e sul mio conto Instagram (Insta@Big_Mama_Siciliana).
È stato faticoso ma ci sono riuscita. Non mi sarei mai aspettato un successo del genere; la gente continuava a chiedermi “la parola”, così ho deciso di andare avanti ma con una candenza settimanale ed è quello che faccio ancora oggi ogni lunedì mettendola anche sul mio canale Youtube (https://www.youtube.com/channel/UCtI5fOcTVkGT72XQZHR3smw).
La storia della parola siciliana – spiega Lia – è scaturita, insieme ad altri importanti cambiamenti nella mia vita, anche in seguito ad un incidente di moto che ho avuto con mio marito nel 2014 mentre facevamo una gita negli Stati Uniti insieme ad un gruppo di motociclisti. Sono rimasta in coma per una settimana, ancora oggi soffro dei postumi di questo incidente ed inoltre una donna che era nel nostro gruppo è morta. Mi sono sempre chiesta: perché lei è morta e io sono rimasta in vita? Ho fatto una grave depressione anche perché la convalescenza è stata lunghissima e a causa dell’immobilità ero anche ingrassata. I medici pensavano che avessi “brutti pensieri” per la testa ma non era così, era cercare di capire il senso della vita e delle cose.
In seguito all’incidente ho perso anche il mio lavoro come tecnica farmaceutica all’Ospedale Fleury. Ho fatto un’analisi profonda, ho analizzato i miei pregi, i miei difetti e sono arrivata alla conclusione che forse dovevo prendere un’altra strada per dare un senso alla mia vita, trovare degli elementi che potessero portarmi più gioia. Così dal 2018, dopo aver fatto un corso, sono diventata “officiant de cérémonie” (cerimoniere di matrimonio civile). Adoro questo lavoro, celebrare l’unione di una coppia attraverso il loro amore. È una cosa che dovremmo fare ogni giorno per allontanare quella negatività di cui purtroppo è pieno il mondo. È bello celebrare qualcosa di positivo, festeggiare l’amore, la vita, l’unione, la comprensione».
La pandemia e la web serie
«Ma non è finita qui perché – continua Lia – quando è scoppiata la pandemia, sempre con l’obiettivo di far prevalere la positività sulla negatività, ho pensato di creare dei podcast live sul mio conto Instagram per promuovere il business locale. Molti negozi, di qualsiasi tipo, sono stati costretti a chiudere ed hanno vissuto giorni difficili. Allora ho pensato di creare “Gather”, una serie che raccontasse la storia di queste persone in modo che potessero sentirsi meno isolate e, per il fatto stesso di essere tali, aprirsi alla speranza piuttosto che allo scoraggiamento.
Ogni tanto partecipo poi alla divertente serie online italiana “Gli Cumbare” che viene diffusa su Facebook e Youtube (https://www.facebook.com/GliCumbareSeries/ – https://m.youtube.com/c/GliCumbare) e che mi dà la possibilità di fare l’attrice e, tanto per non farmi mancare niente, lo scorso anno ho aperto anche una gelateria, la “Cremerie Memorable”, che si trova al 3171 rue Fleury est, angolo Saint-Michel».
E il nome di “Big Mama siciliana” come è nato?
«Non sono stata io a dermelo! Sono stati i cubani! Perché – spiega Lia – alcuni anni fa siamo andati per diverse volte in vacanza a Cuba. Portavamo dei piccoli regali per gli impiegati dell’hotel, molto apprezzati. Quando tornavamo mi riconscevano subito ma non sapendo il mio nome mi chamavano “Mama”, anzi, “Big Mama”, nel senso di avere un gran cuore. Da quel momento sono diventata per tutti, ma soprattutto per i “social”, “Big Mama” solo che poi, per rispettare le mie origini ho aggiunto … siciliana!»
“Il proverbio siciliano”
Al termine dell’intervista “Big Mama siciliana” ha voluto salutare i lettori del Corriere Italiano non con una sola parola ma con un proverbio. Eccolo: “Cu nesci, arrinesci”, “Chi esce, riesce!”, proverbio quanto mai azzeccato, soprattutto per quanti, come noi, siamo emigrati in cerca di una vita migliore!