Quebec
16:19pm25 Giugno 2019 | mise à jour le: 25 Giugno 2019 à 16:19pmReading time: 4 minutes

Laurea “Honoris causa” dell’Università McGill alla professoressa Giuliana Garzone

Laurea “Honoris causa” dell’Università McGill alla professoressa Giuliana Garzone
Photo: Foto Owen EganLa professoressa Giuliana Garzone

La Carta montrealese dei diritti e delle responsabilità

Il 28 maggio scorso, Giuliana Garzone, Professore Ordinario di Lingua e Traduzione – Lingua Inglese presso il Dipartimento di Studi Umanistici e presso la Facoltà di Interpretariato, Traduzione, Studi Linguistici e Interculturali dell’Università IULM (Libera università di lingue e comunicazione) di Milano, ha ricevuto una laurea Honoris causa in Lettere dall’Università McGill per il suo “impegno nel campo della traduzione, mediazione interculturale, comunicazione d’impresa e per la diversità linguistica”.

La Professoressa Garzone ha al suo attivo numerose pubblicazioni che hanno influenzato lo studio e la pratica della comunicazione specializzata in Italia e all’estero. Nel contesto nordamericano, è stata la traduttrice principale della versione italiana della “Carta montrealese dei diritti e delle responsabilità”, pubblicata nel 2013, sotto la direzione di James Archibald. Questo documento, unico nel suo genere, ha svolto un ruolo chiave nel promuovere la democrazia partecipativa tra i membri della comunità italiana di Montréal.

 

Come ha vissuto l’esperienza della laurea honoris causa?

«Riceverla da un’università così importante e prestigiosa – afferma la professoressa Garzone – è stato un grandissimo onore e una grande emozione. Tra l’altro, ho potuto constatare la grande differenza culturale nel comportamento accademico tra Canada e Italia dove questo tipo di cerimonie di fine corso di studi praticamente non esiste.

Un momento della cerimonia di conferimento della laurea Honoris causa alla professoressa Giuliana Garzone

L’altra cosa che mi ha impressionata è stata vedere la grande diversità sia nei cognomi che nell’aspetto dei neolaureati, cosa che rispecchia in pieno il multiculturalismo di questo Paese. Ho veramente “toccato con mano” le idee che sono contenute nella Carta e che si realizzano anche attraverso la varietà etnica della popolazione».

 

È stata una delle artefici della traduzione della Carta. In Italia esistono dei corrispettivi?

«Si è parlato pochissimo di diritti nella città, non è un tema sul quale ci siamo impegnati a darci regole e statuti. Sicuramente è un aspetto su cui abbiamo molto da fare. Per questo, visto che la stesura originale della Carte è stata fatta in lingua francese e che riflette la realtà canadese, una delle “sfide” principali è stata quella di trovare, per certi termini, dei corrispettivi in italiano o delle perifrasi che potessero rendere concettualmente lo stesso significato originale come nel caso della parola “âgisme”, concetto che in italiano non esiste, e che per tradurlo abbiamo dovuto ricorrere a “discriminazione per età”».

 

Come mai le hanno affidato il compito di tradurre la Carta?

«Prima di passare alla IULM ho insegnato per diversi anni all’Università statale di Milano che ha una collaborazione con l’Università McGill e con il professor James Archibald sui temi della traduzione e della ricerca. È stato proprio il prof. Archibald, che ha curato la versione inglese, a fornire le nostre coordinate al Comune di Montréal che poi ci ha contattato per la traduzione fatta in collaborazione con altri colleghi tra cui Paola Catenaccio e Davide Mazzi. La Carta – aggiunge la professoressa Garzone – entrata ufficialmente in vigore il primo gennaio del 2006 e revisionata nel 2011, è stata tradotta in una decina di lingue differenti e ne sono state fatte anche delle versioni semplificate per permettere a tutte le categorie sociali e linguistiche di comprenderla».

 

Quali sono i principi di base della Carta?

«È strutturata in quattro capitoli che rispettano sempre il bilanciamento tra i diritti e le responsabilità. Il primo riprende diversi principi della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e stabilisce che “il cosmopolitismo di Montréal costituisce una ricchezza che viene valorizzata dalla promozione dell’inclusione e dell’armonia nelle relazioni tra le comunità e gli individui delle più diverse origini”. La seconda parte concerne la vita economica e sociale, la vita culturale, il tempo libero, l’ambiente, la sicurezza, i servizi municipali e contiene gli impegni del Comune di Montréal nei confronti dei cittadini ma anche viceversa ovvero la partecipazione dei cittadini allo “sforzo” comune, cosa che rappresenta la grande novità della Carta. Esistono dei diritti ma anche dei doveri e delle responsabilità nei confronti di tutti. La parte terza riguarda più specificamente la messa in pratica, l’attuazione dei principi precedentemente elencati e introduce la figura dell’Ombudsman al quale i cittadini possono rivolgersi se ritengono di aver subito una violazione dei diritti contenuti nella Carta. Bisogna precisare, però, che la Carta non ha un valore legale, non è un testo in base al quale si può portare qualcuno in tribunale. La quarta parte – conclude la professoressa – prevede la possibilità di una revisione della Carta per una sua valutazione dell’efficacia, della pertinenza e della tutela dei diritti e delle responsabilità in essa enunciati».

Per consultare il testo integrale in italiano della Carta: http://ville.montreal.qc.ca/pls/portal/docs/page/charte_mtl_fr/media/documents/charte_montrealaise_italien.pdf<@$p>

 

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