Quebec
14:29pm5 Maggio 2020 | mise à jour le: 5 Maggio 2020 à 14:29pmReading time: 3 minutes

La resilienza di un business familiare

La resilienza di un business familiare
Photo: Foto cortesiaDa sin. Frank Scalia, Steven D'Alete e Jimmy Scalia

Melrose Resto e il settore della ristorazione

di Francesca Sacerdoti – sacerdoti.francesca@gmail.com

Questo difficile periodo sta mettendo a dura prova molte attività in quasi tutti i settori lavorativi. Uno sicuramente molto colpito dal diffondersi del Covid-19 è quello della ristorazione. Eppure molti business stanno dimostrando coraggio nel salvare il loro lavoro.

Abbiamo parlato al telefono di tutto questo con Vincenzo (Jimmy) Scalia, co-proprietario insieme al fratello Frank Scalia ed al nipote Steven D’Alete di Melrose Resto (melroserestaurant.ca – 6548 Boulevard St. Laurent).

 Un business familiare

Jimmy ci ha parlato degli inizi. «L’idea ci è venuta andando in vacanza in California. Mi piace Melrose avenue, perché è una strada hip, trendy, moderna. In precedenza abbiamo avuto un ristorante ed anche un caffè che poi abbiamo venduto. Volevamo comprare qualcos’altro e ci siamo detti: perché non andare vicino alla Piccola Italia a dare vita a qualcosa di nuovo? Questo è stato 8 anni fa».

Il ristorante Melrose

Una tradizione di famiglia, quella che li lega al settore della ristorazione, avviata dal padre di Jimmy e Frank, Corrado Scalia, proprietari anche di Roseville Cafè Bar.

«Siamo stati nel business della ristorazione e dei bar per tutta la nostra vita. Ci siamo praticamente cresciuti in mezzo. È nel nostro sangue. Ci piace quello che facciamo, ci piace intrattenere, ci piace essere circondati da persone».

 

 Le strategie per sopravvivere

«Quando tutto è iniziato non pensavamo che fosse così grave. Pensavamo che sarebbe passato presto. Poi le cose sono diventate sempre più serie.

Adesso – continua – il Caffè Roseville è chiuso e Melrose lavora solamente grazie alle consegne che cerchiamo di adattare alla situazione. Facciamo degli speciali se le persone passano a ritirarli. Il governo sta aiutando molto con l’affitto ed altre cose, il problema è che abbiamo perso quasi l’85% delle nostre vendite; abbiamo tagliato tutto il nostro staff e per adesso siamo solo io e mio nipote che lavoriamo e facciamo tutto.

Ci occupiamo di Instagram, cerchiamo il più possibile di promuovere la vendita da asporto, facciamo delle offerte speciali con una bottiglia di vino. Insomma, cerchiamo di fare del nostro meglio ma le vendite non saranno mai come prima.

Abbiamo perso il Gran Prix, il festival della Settimana Italiana sarà cancellato così come molte altre feste private ed eventi. Questo – prosegue – è tutto guadagno perso che non sarà recuperabile. Inoltre, dipende anche da quanto tempo durerà tutto questo. Se durerà altri due mesi…non sappiamo neanche se saremo in grado di sopravvivere solo con le consegne, questo è ciò che ci preoccupa».

Ciononostante, Jimmy, Frank e Steven, assieme a tanti altri business, supportano con diverse iniziative i lavoratori in prima linea. «Appena questa pandemia è iniziata abbiamo deciso di fare il 50% di sconto per tutti i lavoratori degli ospedali e per quelli in prima linea che ci stanno aiutando. Sono degli angeli!

In più, a chi vuole donare del cibo da portare in ospedale noi aggiungiamo lo stesso corrispettivo. Ad esempio: mettiamo che tu voglia spendere 200$ di cibo da donare ad un ospedale noi aggiungiamo il corrispondente in cibo e lo doniamo all’ospedale per te».

 

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