Canada
15:49pm19 Novembre 2013 | mise à jour le: 19 Novembre 2013 à 15:49pmReading time: 4 minutes

Il vino “Made in Italy” alla conquista del Canada

Un bel bicchiere di vino. Ecco cosa, forse, riuscirà a salvare quest’Italia così ebbra di crisi politica, sociale e culturale che rende stagna la sua economia umiliando il paese da troppo tempo ormai. E sì perchè se, per il 2013, l’Italia del vino ha conquistato il podio più alto, sorpassando la Francia e confermandosi primo paese produttore al mondo con 44 milioni di ettolitri, per il futuro potrebbe volare ancora più su. Merito di una sempre più ampia internazionalizzazione nella vendita del vino nostrano unita ad una saggia promozione e strategia di marketing. E` l’asso nella manica del Belpaese e, questo, molti produttori vinicoli lo hanno chiaro già da un po’. Iniziano a curare nei dettagli la propria immagine nelle etichette e nei prodotti da esportare. I dati della Coldiretti, del resto, lo confermano: record per l’export vinicolo italiano che quest’anno ha fatturato, per la prima volta, circa 5 miliardi di euro. Non solo le cantine italiane si aprono a nuovi mercati, come quello della Russia e della Cina che sono in forte crescita, ma consolidano la propria posizione in paesi storici, come gli Stati Uniti, che apprezzano il wine made in Italy. Anche se i vicini Usa continuano a essere il primo paese importatore, il Canada inizia a farsi largo piazzandosi al quinto posto della stessa classifica, con un incremento dell’1,9%. Si rafforza così il sodalizio enogastronomico con il Belpaese, già noto a tavola con le grandi importazioni di prodotti agroalimentari tricolori. Più nello specifico, il Québec è la provincia canadese che, per antonomasia, meglio rappresenta il feeling storico-culturale con la tradizione enologica d’oltreoceano. Come spiega, infatti, Gilles Goulet, Direttore del Servizio Acquisti di SAQ (Società statale per la commercializzazione delle bevande alcoliche in Quebec), “Quando parliamo di vini, il Quebec è l’Europa del Nord America. Al contrario delle altre province canadesi e degli stessi Stati Uniti, solo in Quebec il prodotto alcolico più consumato è il vino, circa il 75%, mentre tutti gli altri alcolici si attestano attorno al restante 25%”. Nel 2013, solo in Quebec, sono state importate circa 15 milioni di casse di vino e il fatturato delle vendite, che ogni anno la SAQ rimette allo Stato Federale, è stato di 1 miliardo di dollari canadesi. “Un vero e proprio primato di affari” – afferma Goulet. E se la Francia resta primo paese esportatore in Quebec, costituendo il 35% del mercato, l’Italia la segue con il 25%. Per il Belpaese di strada ce n’è ancora da fare, ma i saloni internazionali di degustazione enogastronomica sono sicuramente un’ottima vetrina per l’eccellenza del made in Italy, nonché trampolino per la notorietà. Per un paese come l’Italia, così intrisa di prestigio e retaggio culturale nell’agroalimentare, il vino non può essere mera questione commerciale. E’ anche arte e passione da vendere, appunto. Mai come in queste occasioni, la propensione tipica degli italiani al consumo del vino come momento di condivisione ed incontro favorisce le relazioni internazionali.

Per quanto riguarda il Nord America, un appuntamento immancabile per addetti ed estimatori doc è l’evento “A Tasting of Wines from Italy – Une dégustation de vins d’Italie”, promosso dall’ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane. Giunto alla XVIII edizione, è un vero e proprio tour ‘coast to coast’ che “sta ottenendo sempre più successo nel mondo” – come afferma Pasquale Bova, Direttore ICE Canada. “Da pionieri, abbiamo iniziato ad organizzare quest’iniziativa quasi vent’anni fa e, di edizione in edizione, perfezioniamo il nostro lavoro organizzativo e di promozione del brand “made in Italy”.

Cominciato a fine ottobre a Vancouver, proseguito a Calgary e Toronto, si è concluso a Montreal, al Marché Bonsecours, ad inizio novembre. 14 regioni, 102 aziende rappresentate, oltre 400 vini degustati, molti biologici, e più di 4000 visitatori. “E per quest’anno – prosegue Bova – è stata presentata anche una novità. Si tratta del progetto ‘Enoteca Digitale’, applicazione per smartphone dedicata esclusivamente al vino italiano sul mercato canadese. L’obiettivo è favorirne la conoscenza facilitando la reperibilità e l’acquisto attraverso un sistema di geolocalizzazione”. Ascoltando le voci dei vari produttori presenti all’evento una cosa è certa: tutti soddisfatti di partecipare a occasioni come queste. Trionfa l’esperienza e la dedizione di ognuno. Unica ed irripetibile nell’immenso panorama della produzione enologica nazionale perché, se ad accomunarli tutti c’è l’uva buona, a diversificarli ci pensa l’etichetta con la storia della propria cantina, delle terre, del clima, dei metodi di raccolta, vinificazione e conservazione di ciascuno. E poi c`è l’estro e la creativà imprenditoriale. Un bel posto al sole per l’Italia sulla scena internazionale. Non le solite gaffes di certi politici davanti a un bicchiere di vino, che fanno il giro del mondo, ma il Vino con la V maiuscola.

Silvia Rizzello

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