Canada
20:24pm27 Settembre 2019 | mise à jour le: 27 Settembre 2019 à 20:24pmReading time: 7 minutes

La “battaglia italiana” tra liberali e conservatori a Saint-Léonard-Saint-Michel

La “battaglia italiana” tra liberali e conservatori a Saint-Léonard-Saint-Michel
Photo: Foto Félix Lacerte-Gauthier/Progrès de St-LéonardUna veduta della via Jean-Talon est a Saint-Léonard durante l’inaugurazione, avvenuta il 14 settembre scorso, di uno spazio pubblico denominato “Corso dell’est”

Elezioni federali 2019

Forte di una popolazione di oltre 113.000 persone e di un elettorato valutato intorno alle 77.000 unità (censimento 2016), la circoscrizione comprende il territorio dell’arrondissement di Saint-Léonard ed una parte di quello di Villeray-Saint-Michel-Parc-Extension. Fin dalla sua creazione avvenuta nel 1976, la circoscrizione ha sempre avuto una forte presenza italiana al punto da essere considerato, forse insieme a Rivière-des-Prairies, il territorio a più forte connotazione italiana.

Ma negli ultimi anni il suo “volto” ha inziato a cambiare. La popolazione d’origine italiana sta diminuendo mentre cresce quella d’origine soprattutto magrebina (Africa nordoccidentale). In occasione dell’ultimo censimento risultava che il 16% della popolazione era di madrelingua italiana a fronte di un 11% di madrelingua araba.

La circoscrizione, negli ultimi 30 anni, è sempre stata rappresentata da un deputato liberale d’origine italiana ed sempre vissuto delle “forti emozioni”: da Alfonso Gagliano (coinvolto nello scandalo delle sponsorizzazioni illegali del PLC diede le dimissioni nel 2002), a Massimo Pacetti (accusato di molestie sessuali è stato sospeso dal partito liberale nel 2014 diventando indipendente e non ripresentandosi più come candidato), fino a Nicola Di Iorio (che, dopo varie piroette e tergiversazioni, ha dato, anche lui, le dimissioni nel gennaio scorso). Sarà così anche per la prossima legislatura?

Sul fronte liberale troviamo l’italiana Patricia Lattanzio. Anche sull’altro fronte, quello conservatore, troviamo però un candidato d’origine italiana, Ilario Maiolo. Completano il quadro Paulina Ayala per l’NPD, Dominique Mougin per il BQ, Alessandra Szilagyi per il PVC ed infine Tina Di Serio per il PPC.

Saint-Léonard-Saint-Michel continuerà ad essere liberale o passerà per la prima volta dalla parte dei conservatori? In un caso o nell’altro, visto che gli altri candidati non sembrano in grado di preoccupare troppo i due principali partiti, rimarrà in “mani” italiane!

 

Ilario Maiolo: «Con il vento nelle vele!»

Ilario Maiolo, candidato del Partito Conservatore

«La campagna elettorale – afferma il candidato del Partito Conservatore Ilario Maiolo – sta andando benissimo. Sono contento dei risultati che sto ottenendo, quando faccio le visite porta a porta la gente mi accoglie positivamente e mi sembra di poter dire che il vento è favorevole».

«La comunità di Saint-Léonard/Saint-Michel – spiega – è molto delusa dalla politica e dall’attitudine dei liberali e di Justin Trudeau e, in particolare, del fatto che considerano la circoscrizione già “acquisita” in partenza, quindi non se ne preoccupano più di tanto. Penso, invece, che c’è voglia di cambiamento. Io dico sempre alla gente che incontro: “Siete più che dei semplici voti, siete delle persone con le loro preoccupazioni ed è importante che queste preoccupazioni siano ascoltate”.

Un chiaro esempio è quello della marijuana, molte persone non sono d’accordo con la sua legalizzazione. Poi c’è il discorso relativo all’economia. Tutti dicono che sta andando bene, che non c’è disoccupazione ma la realtà mi dice che qui molta gente si tiene a fatica sopra il filo dell’acqua, non riesce ad avanzare ed a progredire. La prosperità economica dunque non c’è per tutti».

 Come vede il fatto che i liberali siano tornati ad una candidatura italiana (Patricia Lattanzio)?

«Non vedo nessun problema perché un candidato liberale, di qualunque origine sia, prima di tutto deve “difendere” il bilancio del suo partito che, secondo la gente, non è molto positivo. Poi gli elettori sono capaci di giudicare da soli l’incompetenza dei liberali che con un vero e proprio “intrigo di palazzo” hanno cambiato all’improvviso il candidato passando da Guillet a Lattanzio. Il fatto che la Lattanzio sia d’origine italiana per me non cambia niente. Il giudizio è sul programma non sulle persone».

 Si parla tanto di ambiente, qual è la sua posizione e quella del PC?

«Per noi l’ambiente è una priorità, uno dei punti fermi. Abbiamo un programma che bilancia benissimo i princìpi della scienza con le necessità economiche. La nostra piattaforma incoraggerà la gente ad investire nell’energia verde per le loro case. Le grandi compagnie che producono più di 40mila tonnellate di CO2 all’anno saranno tassate per incoraggiare l’innovazione nel campo delle energie rinnovabili. Ma quella contro l’inquinamento è una lotta che non possiamo fare da soli perché possiamo avere tutte le migliori intenzioni del mondo ma se gli altri paesi continuano ad inquinare i nostri sforzi saranno vani. Vogliamo, quindi, non solo incoraggiare lo sviluppo della tecnologia verde in Canada ma esportarla anche all’estero. Per tutti questi motivi – conclude Maiolo – spero nel sostegno della comunità italiana. Dobbiamo far vedere che siamo uniti e che nessun voto può essere considerato già acquisito».

 

Patricia Lattanzio: una donna per la circoscrizione

Patricia Lattanzio, candidata del Partito Liberale

 

Dopo la destituzione di Hassan Guillet il PLC ha scelto l’avvocato Patricia Lattanzio, come candidata ufficiale per la circoscrizione di Saint-Léonard/Saint-Michel. Dunque, una candidata di nuovo italiana per il PLC. Ma anche i conservatori ne presentano uno d’origine italiana. Ciò dividerà la nostra comunità?

«No – risponde convinta la consigliere di Saint-Léonard – perché sono due partiti con valori molto diversi. Ci sono già stati in passato dei candidati d’origine italiana che sono stati avversari. Ma il problema, oggi, è sulla scelta del partito e dei valori che esso sostiene. Io sono cresciuta a Saint-Léonard. Sono qui dal 1967. Ho il mio studio di avvocato e ho formato la mia famiglia. Conosco bene il territorio, la gente mi conosce ed ha fiducia nelle mie capacità. Certo, quando faccio il “porta a porta” le persone vogliono sapere quali sono i nostri programmi ma credo che il peggior insulto che si possa fare alla comunità italiana sia quello di dire che il loro voto è scontato perché gli italiani sanno bene chi e cosa scegliere. Il PLC propone una programma articolato su 4 priorità: i giovani, la classe media, gli anziani e la protezione dell’ambiente che credo risponda in pieno alle esigenze di tutti. L’economia canadese è in crescita e la disoccupazione diminuisce. Dobbiamo continuare su questa strada e cercare di creare più opportunità possibili affinché i giovani possano acquisire le competenze necessarie per integrare il mercato del lavoro. Il PLC, inoltre, si è impegnato a migliorare la qualità della vita dei nostri anziani. Vogliamo che rimangano autonomi più a lungo, che possano ricevere l’assistenza necessaria direttamente nelle loro case e vogliamo aumentare il “peso” delle loro pensioni. Se poi parliamo di economia e infrastrutture dobbiamo pensare al prolungamento della linea blu della metro. Tre delle cinque nuove stazioni previste saranno a Saint-Léonard. Tutto ciò darà una grande “spinta” alla nostra circoscrizione».

Il suo predecessore, Nicola Di Iorio, non ha mai “digerito” la legalizzazione della marijuana…

«Mi sorprende un po’ questa posizione – risponde Patricia Lattanzio – perché nel 2015 Di Iorio e coloro che lo hanno appoggiato sapevano benissimo che la legalizzazione della marijuana faceva parte del programma del PLC. Hanno fatto tutta una campagna elettorale su questo tema ed erano quindi ben consapevoli della situazione. Ma voglio fare un passo indietro e tornare al motivo che ha portato alla legalizzazione. L’obiettivo era ed è quello di controllare l’uso di questa sostanza, di sottrarlo al commercio illecito per proteggere meglio i consumatori. Per questo sono stati creati anche dei programmi per educare ad un consumo responsabile. Quando faccio le visite porta a porta e spiego tutte queste cose la gente è d’accordo con tali obiettivi».

Il “volto” della circoscrizione sta cambiando, meno italiani e più comunità di altre origini

«Si è vero ma credo che la nostra piattaforma elettorale risponda bene alle esigenze e ai bisogni di tutte le comunità culturali presenti sul territorio. Inoltre, penso che gli elettori abbiano un’opportunità in più, quella di far eleggere una donna, sarebbe la prima volta per questa circoscrizione. Una donna può portare uno sguardo diverso sulle cose, avere più empatia, essere più portata alla conciliazione. Sarebbe un altro passo avanti sulla strada dell’uguaglianza tra uomo e donna».

 

 

 

 

More Like This