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14:37pm14 Settembre 2017 | mise à jour le: 14 Settembre 2017 à 14:37pmReading time: 4 minutes

Salute mentale e solidarietà

La "Notte in Bianco" della famiglia Guzzo

Maria e Vincenzo Guzzo al centro insieme ai loro invitati

Nata nel 2007 con il desiderio di fare qualcosa per aiutare le ricerche mediche sul cancro e sulla salute mentale, la “Notte in Bianco” è diventata ormai un “incontournable” nel panorama degli eventi di beneficenza.

Dopo 10 anni, gli organizzatori di tale evento, Maria e Vincenzo Guzzo, possono esserne ben fieri. «Finora – afferma Maria – abbiamo raccolto 4 milioni di dollari».

L’edizione 2017, svoltasi il 7 settembre scorso presso la loro residenza di Terrebonne, sotto la presidenza d’onore di Sandra ed Alain Bouchard (presidente e direttore generale di Alimentation Couche-Tard), ha permesso di aggiungere altri 275.000$ alla causa. «Negli ultimi due anni – spiega Maria Guzzo che sta ultimando una “Maitrîse” in psichiatria all’Università McGill  – abbiamo deciso di  “dirottare” questi soldi più verso la ricerca relativa alle malattie mentali dei bambini e degli adolescenti. Ce ne sono tanti, al giorno d’oggi che hanno problemi di tutti i tipi.

Ho una sorella di 43 anni nata con la “Sindrome di Williams” (disordine neurocomportamentale genetico, n.d.r.), una deficenza intellettuale che le ha causato e continua a causarle molti problemi. Facciamo quello che possiamo per aiutarla, in realtà c’è poco da fare. Ma se noi aiutiamo le persone affette da queste malattie fin da piccole forse, una volta diventate adulte, i loro problemi di salute potrebbero diventare meno gravi e più gestibili.

I soldi raccolti questa sera – continua – andranno direttamente ai dipartimenti di psichiatria dell’Università McGill e del Jewish General Hospital, per le ricerche sulle malattie mentali degli adolescenti, e per mettere in piedi dei programmi che possano aiutare i bambini, e i loro genitori, che spesso non sanno dove e a chi rivolgersi, a sormontare problemi vari tra cui quelli legati alla depressione o all’angoscia».

«Ogni anno – aggiunge Vincenzo Guzzo – cerchiamo di portare qualche novità alla “Notte in Bianco” ma il tema di fondo resta sempre lo stesso, quello di raccogliere fondi per delle cause, come ha spiegato mia moglie Maria – che ci stanno particolarmente a cuore. È un modo, il “nostro”, di finire l’estate in bellezza, vestiti di bianco, simbolo di purezza, per dare una mano a chi soffre perché consideriamo molto importante ridare, quanto più possibile, alla comunità. E sono anche molto contento di poter constare la presenza di molti esponeneti della comunità italiana tra cui, per la prima volta, anche quella del Console italiano a Montréal».

 

I presidenti d’onore

«Maria e Vincenzo hanno notato il nostro impegno filantropico ed hanno voluto incontrarci per parlare di un loro progetto e se potevamo fornire loro dei consigli utili. Così ci hanno chiesto se volevamo partecipare a questa magnifica serata ed abbiamo accettato volentieri la presidenza d’onore. Adoriamo l’Italia– spiegano Sandra e Alain Bouchard – e ci andiamo in vacanza tutti gli anni. Ci piace molto sciare per questo Cortina d’Ampezzo e Cervinia sono tra le nostre mete preferite ma siamo stati anche a Roma, in Toscana, sulla Costa Amalfitana, a Taormina. Abbiamo tanti amici italiani e cogliamo l’occasione per salutare tutta la comunità italiana.

Alain Bouchard è alla guida di “Alimentation Couche-Tard”, un gigante del commercio al dettaglio che ha quasi 15.000 negozi e 118mila impiegati, con la più alta cifra d’affari tra tutte le aziende in Canada. Le loro vendite  ammontano quest’anno ad oltre 50 miliardi di dollari.

«Ridare alla comunità»

 

Alla “Notte in Bianco” era presente anche il Console Generale d’Italia a Montréal Marco-Riccardo Rusconi che ha avuto parole d’elogio per questa iniziativa della famiglia Guzzo: «Un evento – ha detto – che si ripete nel tempo e che mette, ancora una volta, in rilievo il concetto, di restituire, di ridare alla nostra comunità, in questo caso in un settore come quello della salute dove operano con successo molti italiani. Ciò vuole dire anche che noi italiani abbiamo una sensibilità particolare verso l’ambito della malattia che è fonte di sofferenza ma che può portare anche a grandi slanci di solidarietà».

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