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17:43pm17 Marzo 2021 | mise à jour le: 17 Marzo 2021 à 17:43pmReading time: 4 minutes

Le donne d’acciaio

Le donne d’acciaio
Photo: Foto cortesia"The immigrants" della pittrice canadese Prudence Heward (Montréal 1896-Los Angeles 1947)

Una riflessione sul ruolo delle donne nell’industria tessile di Montréal

di Margherita M. Morsella, Avvocato, Premio Justice Pro-Bono Paris-Québec 2020

Adesso si chiama il “Quartiere della Moda” oppure “Chabanel Fashion District” ed ha acquistato un fascino ed uno stile degni di chi ha anteriormente sudato sulle macchine da cucire nelle manifatture tessili esistenti prima in quel quartiere.

Nella storia della nostra Provincia, l’industria dell’abbigliamento della città di Montréal ha svolto un ruolo preminente per il suo sviluppo.

Il settore dell’abbigliamento è stato gravemente scosso, negli ultimi anni, da forze quali l’aumento della concorrenza estera a basso costo, le nuove tecnologie e i cambiamenti nella catena di forniture.

Gli immigrati italiani, e le donne in particolare, hanno lavorato in gran parte nell’industria dell’abbigliamento come tagliatori e operatori di macchine da cucire, tra l’altro.

Il contributo delle donne operaie, queste donne che hanno lavorato e sudato nelle fabbriche d’abbigliamento sulle vie St-Laurent, Chabanel, St-Urbain, St-Viateur, Park Avenue, non è stato mai appropriatamente riconosciuto od onorato pubblicamente dalla nostra comunità.

Queste donne sono le nostre nonne, madri, zie, vicine di casa, che hanno lavorato tutte nelle fabbriche tessili di Montréal per contribuire al benessere della famiglia e per permettere ai propri figli di avere accesso all’istruzione e ad una migliore qualità di vita.

Queste donne d’acciaio, come le definisco io, lavoravano a fianco delle donne quebecchesi e ad altre donne immigrate.  Lavoravano a cottimo, dalla mattina alla sera, per un salario da miseria. Queste donne facevano vivere le loro famiglie senza mai lamentarsi della loro stanchezza. Sono queste le donne dimenticate dalla nostra comunità e dalla nostra società.

L’Avvocata Margherita Morsella

 

Un monumento o un’opera d’arte

I notabili della nostra comunità hanno eretto, con ragione, monumenti e creato opere d’arte per commemorare i detenuti di Petawawa. Hanno esaltato il contributo degli uomini d’affari. Celebrano la riuscita dei professionisti e dei politici. Ma nessuno ha ancora reso omaggio a queste donne d’acciaio che hanno contribuito alla crescita della città di Montréal, un contributo uguale a quello degli uomini d’origine italiana che hanno lavorato alla costruzione delle ferrovie e delle autostrade.

Perché non commissionare un’opera d’arte o un monumento per onorare queste donne dimenticate? Donne il cui sudore, lacrime, dolori e dispiaceri sono scomparsi dai muri di queste fabbriche trasformate in lofts e che non hanno lasciato quasi nulla di visibile nella Storia di tutto quel passato.

Impariamo ancora una volta dalla comunità ebraica di Montréal che ha un Museum of Jewish Montréal dove c’è una mostra sull’industria tessile chiamata: “Inside the Shmata Factory”. Hanno raccolto foto e testimonianze orali dei protagonisti di questa storia. Ammirevole. Ma noi, cosa abbiamo fatto per commemorare la fatica delle nostre donne che hanno mandato avanti quelle fabbriche e le loro famiglie?

Mi ispiro a quel movimento chiamato “Statues for Equality” e “Monumental Women” che hanno chiesto ed agito per erigere statue in onore delle donne in città come New York, Belfast, Berlino, Madrid e in Africa del Sud.

Mi ispiro anche alla statua situata ad Ottawa chiamata “The Famous Five” oppure “The Valiant Five”, illustre omaggio alle cinque donne canadesi che il 27 agosto 1927 presentarono una petizione al governo federale che poi fu la base di una causa eminente chiamata “The Persons Case”.  Prima di questa causa, decisa dalla Corte Suprema, le donne canadesi non erano definite come una “Persona”.

Posso già visualizzare la statua alle Donne d’acciaio composta da cinque donne raggruppate e rappresentate non come vittime sfruttate ma come donne forti, resilienti e senza tempo.

Per fare questo è necessario l’appoggio e il sostegno di tutti i livelli della comunità e dei politici, per trasformare questo sogno in realtà, in modo che queste donne prendano il loro posto e facciano parte della Storia di questa città e della nostra comunità.

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