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18:59pm17 Gennaio 2017 | mise à jour le: 17 Gennaio 2017 à 18:59pmReading time: 9 minutes

Vivere per la danza

A 4 anni Luca Carano sognava già di diventare ballerino. Negli anni ha sviluppato la sua passione e la sua professionalità alla scuola di danza del Teatro San Carlo di Napoli ed a quella della Scala di Milano, prima di passare per la Francia ed il Belgio e di ritornare a Napoli. Ma affermarsi nel mondo della danza in Europa e in Italia, un ambiente ermetico e complesso è molto difficile. Dopo essersi innamorato di una italocanadese, che finirà per sposare, Luca decide di prendere il volo verso il Canada, a Montreal, alla ricerca di una vita migliore. Qui emerge come un giovane solista brillante ed intraprendente che sta per realizzare il suo sogno di aprire una sua scuola di danza e, creando un ponte tra Italia e Canada, spera di aiutare altri giovani amanti della danza a trovare la loro strada in questa difficile professione.

Incontriamo un giovane che non ha esitato ad attraversare l’Atlantico per realizzare i suoi sogni.

Luca parlaci un po’ di te, delle tue origini e dei tuoi primi passi

Sono nato ad Aversa, in provincia di Napoli, il 4 gennaio 1984 da una famiglia non benestante, mio padre era operaio e mia madre casalinga, sono il terzogenito ed ho una sorella ed un fratello più grandi.

La passione per la danza deriva proprio dalla mia famiglia. I miei genitori, per passione e anche per sostenere mio fratello e mia sorella, aprirono una scuola di danza e ballo, la “Carlea”. Iniziai così all’età di 4 anni a muovere i primi passi con mia sorella. L’amore per la danza era sbocciato.

Dopo qualche anno, ne avevo 8, mio fratello mi spinse a provare a sostenere le audizioni per entrare in una delle scuole più prestigiose al mondo, quella del Teatro San Carlo di Napoli, provini che superai ed entrai così sotto la direzione di Anna Razzi.

La passione per la danza cresceva sempre di piu in me e di conseguenza anche la voglia di approfondire i miei studi e migliorarmi. Proprio per questo il passo successivo è stato  trasferirmi a Milano per entrare nella Accademia di ballo del Teatro della Scala, a soli 13 anni, sostenuto anche da borse di studio vinte che mi hanno permesso di mantenermi e continuare a studiare e a sognare.

Sogno però che rischia di finire…

Esattamente. Milano era una città difficile dove vivere e anche se stavo crescendo come uomo e come ballerino, il costo della vita si faceva sentire. Purtroppo dopo un paio di anni la mia vita fu tristemente segnata dal destino. Mi ricordo, era il 4 dicembre 2000, mentre stavo andando alla Scala, ricevetti la telefonata di mio fratello che mi “ordinava” di tornare a casa, senza spiegarmi il motivo. Quando arrivai ad Aversa ricevetti la notizia, mio padre e mia madre erano rimasti vittime dell’esplosione del primo piano della palazzina dove vivevano.

Dopo quella tragica notizia la mia vita cambiò, ero minorenne e lasciai così la scuola della Scala per tornare a casa; non avevo più voglia di fare nulla.

Grazie a mia sorella Lea, che mi diede un grande sostegno riuscii a guardare di nuovo avanti, e ritornai così al Teatro San Carlo per diplomarmi come ballerino terzicoreo professionista.

 

Inizia quindi la tua “carriera” di ballerino professionista. Quali sono state le tue prime esperienze? Sappiamo che oltre all’Italia hai fatto anche esperienze in Europa, prima di approdare qui in Canada?

In effetti il mio primo contratto da ballerino è stato con la compagnia del Teatro San Carlo. La voglia, la passione e l’impegno mi hanno portato poi in Francia, a Marsiglia, nella compagnia Ballet de Gens d’Europe con cui ho lavorato due mesi.

In seguito sono stato chiamato in Belgio. Ho ballato per la compagnia Van Vlandereenad Anversa per un anno.

Infine sono tornato in Italia; la compagnia di ballo della Scala mi aveva offerto un contratto di lavoro di due anni ed ho coperto i ruoli di ballerino sostituto solista e corpo di ballo.

 

Quale bilancio puoi fare in merito alle esperienze di questo periodo

 

Dopo tutti questi anni di esperienze e di duro lavoro che mi hanno permesso di crescere e formarmi sempre meglio sono tornato a lavorare nella mia città al Teatro San Carlo.

Sono contento e soddisfatto di queste esperienze, soprattutto perché, come dicevo prima, ad un certo punto nella mia vita avevo perso la voglia e la motivazione.

Dico sempre che il “vero ballerino è chi è capace di trasmettere la giusta emozione quando balla per gli altri, quando sa rialzarsi dopo una caduta sul palco e continua a ballare”. Un po’ una metafora di ciò che la vita mi ha riservato.

Ed ora veniamo al Canada, come nasce la voglia di venire oltreoceano?

Beh, oltre a lavorare come ballerino professionista, nel corso degli anni, inizio a collaborare con mio fratello Dino, che nel frattempo aveva portato avanti il “patrimonio” di nostro padre (la passione per la danza) aprendo una scuola di ballo, la  ACSI Ballet, e ad esempio insieme a lui faccio il giudice di concorsi di danza.

Iniziavo però a sentire di non essere felice al cento per cento; intorno a me, lavoro a parte, le persone e gli amici iniziavano a crearsi le proprie famiglie. La vita del ballerino è molto dura, sicuramente non facile, avevo paura di restare da solo.

Ecco che, come per destino, conosco una ragazza, di Montreal! Christina Marchitello italo canadese, di padre. Per farla breve, lei si trovava per un anno a Napoli per uno scambio di studi ma alla fine decise di rimanere qualche tempo in più e dopo quattro anni di relazione mi chiese di seguirla in Canada. Questa fu una proposta davvero bella, ma dovetti pensare profondamente prima di prendere una decisione, perché un cambiamento del genere poteva cambiare la mia vita e allontanare la mia passione. Proprio l’idea di cambiare tutto mi ha illuminato la strada. Il concetto di abbandonare tutto. Mi sono detto che anche se fossi andato lontano, la mia voglia, il mio amore per la danza mi avrebbero seguito. Perche “un’arte si porta con sé, non si abbandona”. Partii dunque ed arrivai in Canada nell’ottobre 2012.

 

Quale è stato l’impatto con Montreal, quali sono stati i tuoi primi passi?

Arrivare a Montreal ha significato ripartire da zero, nessun contatto, nessun referente, solo la mia danza. Ho cercato molto in lungo e in largo.

Io e Christina ci siamo sposati a luglio 2013 e poi dopo qualche tempo ho avuto la prima occasione. Infatti La compagnia di ballo  Ballet Ouest mi offrì il primo contratto da primo ballerino nella produzione dello Schiaccianoci, uno spettacolo che viene presentato nel mese di Dicembre.

A questo proposito voglio ringraziare il Direttore della compagnia, Claude Caron, per la fiducia che ha riposto in me e per le opportunità offertemi.

Nel 2016, inoltre, insieme a mia nipote  Maria Carano, sono stato invitato a New York per un servizio fotografico artistico nella cornice del Festival di danza Fini Dance Festival Italy New York, facendo scatti e posse di danza ad esempio sul Manhattan bridge.

Insomma un inizio pieno di soddisfazioni!

Certamente! Nel frattempo, a Montreal ho notato subito una grandissima comunità italiana, dinamica e vivave.  Ho avuto la fortuna di conoscere Tony De Santis, fratello dell’Onorevole Rita De Santis e grazie a loro, e per loro tramite, anche Giovanna Giordano, Presidente del Comites di Montreal. Tengo particolarmente a citarla e ringraziarla poiché grazie a lei ho scoperto un progetto, il progetto Pro-Arte, a cui partecipo con la speranza di realizzare il sogno che è la naturale continuazione della mia passione per la danza, e la voglia di trasmetterla. Un progetto di scambi con studenti di danza tra Italia e Canada.

Devo dire che una prima esperienza ho gia potuto farla poiché ad inizio 2016, sono stato invitato in Italia come giudice di gara insieme a Claude Caron direttore del Ballet Ouest de Montreal, al concorso di livello internazionale “PREMIO DOC” (granpremio “danza oltre confine”), creato ed ideato dal Presidente dell’ ACSI e direttore dell’ ACSI Ballet, Dino Carano. Il mio ruolo era esaminare in particolare gli studenti Italiani, poiché alcuni avrebbero avuto l’opportunità, vincendo, di venire a studiare due settimane ad Agosto alla Summer School del Ballet Ouest de Montreal. Inoltre alcuni ballerini furono anche scelti per partecipare, facendosi esperienza, al balletto “lo Schiaccianoci”.

Per finire, quali sono i tuoi progetti futuri, hai dei sogni nel cassetto da realizzare?

Nell’immediato con la  Ballet Ouest stiamo preparando lo spettacolo “Couples” che andrà in scena il 25 Gennaio a SAINT LAURENT alla Salle Émile Legault, ed il 12 Febbraio a MONTMAGNY alla Salle Edwin Belanger. Lo spettacolo di Pinocchio il 19 Febbraio a STE-GENEVIEVE alla Salle Pauline Julien. Inoltre, a breve, spero di organizzare una tournée in Italia.

Per quanto riguarda i sogni, certamente ne ho e passo dopo passo cerco di realizzarli con tenacia, costanza e passione.

Come detto prima, gli scambi di esperienze tra Canada e Italia sono un obbiettivo che inizio a intravedere.

Un’altra grande speranza che ho è quella di invitare la compagnia ACSI Ballet creata e diretta da mio fratello Dino Carano, a Montreal, perché sono state create coreografie come ”Il mondo degli Invisibili”, che racconta la storia di Borsellino e Falcone, ed altri balletti inerenti a storie italiane, che sono sicuro piaceranno alla comunità.

Per finire, il sogno ma anche l’augurio più grande che posso fare a me stesso è che la passione, l’amore e la dedizione per questa arte non mi abbandoni mai, ed anzi mi aiutino a contagiare sempre di più i giovani che si affacciano a questa vita di sacrifici e gioie.

Rigraziamo Luca per questa intervista che ci ha concesso mettendosi completamente a nostra disposizione con i suoi sogni e le sue speranze che gli auguriamo di realizzare. Noi saremo in platea ad applaudirlo.

 

Intervista a cura di Gian Galeazzo Pollifrone, con la collaborazione di Fabrizio Stoppino

 

 

 

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