Paolo Fulgente tra collaboratori e appassionati
foto per gentile concessione
Il pasticcere Paolo Fulgente è venuto a Montréal dall’Italia per trasmettere alcuni dei suoi piccoli segreti ai cuochi pasticceri locali, appassionati come lui.
Trasmettere la passione per la “sua arte”, questo è il desiderio espresso da Paolo Fulgente, rinomato pasticcere artista e autore di due bestseller in materia, durante la sua visita alla metropoli.
Invitato da René Derrien, co-proprietario della pasticceria montrealese Bel-Air da 28 anni, su indicazione del suo collaboratore Ermenegildo “Gildo” Cimmino, Paolo Fulgente si è prestato al gioco di dimostrazione di fronte a pasticceri desiderosi di scoprire nuovi prodotti, nuove tecniche. Questo incontro, per René Derrien, era soprattutto un appuntamento “pieno di passione”. “Non è necessariamente per vendere un certo numero di prodotti simili, ma per condividere un’esperienza.” C’erano solo gli appassionati. “Per avere l’opportunità di incontrare uno chef come lui, si è certo disponibili per questo”, spiega.
Originario di Torre del Greco, nella zona di Napoli, Paolo Fulgente, che ha già avuto l’opportunità di condividere la sua conoscenza in luoghi come l’Australia, ha consacrato la sua vita alla pasticceria, ma anche al cioccolato ed alla panetteria. “Ci sono nato dentro”, spiega per chiarire l’origine della sua passione. Quando avevo dieci anni, andavo nella bottega di mio padre, che era pasticcere e confettiere. Ero obbligato ad andare a scuola, ma quello che volevo era stare in pasticceria”, ha continuato.
Un empirico, Paolo Fulgente afferma di essersi “formato come autodidatta”. Infatti, osservando i pasticceri riconosciuti per il loro talento è riuscito a migliorare le sue abilità ed a integrare certi principi nel suo lavoro. Sempre guidato dalla passione, gli è capitato di andare a Parigi per osservare il modo in cui alcuni maestri del cioccolato lavoravano, e questo non ha certo mancato di nutrire la sua creatività e fargli creare “cose uniche” come dei cammei di cioccolato.
All’età di 23 anni, all’inizio degli anni ‘60, Paolo Fulgente si è imbarcato sulle navi da crociera, che lo hanno portato, per una decina d’anni, a viaggiare per il mondo dedicandosi al suo mestiere. È solo nel 1972 che Paolo è tornato a stabilirsi nella sua città natale per aprire la sua pasticceria, e la sua notorietà è cresciuta anno dopo anno. Questo riconoscimento ha spinto molti giovani cuochi italiani da tutte le regioni d’Italia a seguire Paolo Fulgente per apprendere le basi del mestiere. Ermenegildo “Gildo” Cimmino, della pasticceria Bel-Air, è uno di questi. Lui è felice di crescere in una pasticceria che gli lascia l’opportunità di lavorare con gli ingredienti in modo autentico. “I clienti devono essere serviti, è normale, ma ho il tempo per creare, fare dolci di cioccolato”, gioisce Gildo Cimmino.
La creazione è al centro del lavoro di Paolo Fulgente e di coloro che lui ha formato. Scolpire pezzi in cioccolato o in glassa, creare oggetti dallo zucchero, rappresentare facce di cioccolato sono tanti elementi che fanno parte della creatività dell’artista. È questo il modo in cui Paolo Fulgente rappresenta l’”arte della pasticceria”, perché tutti gli ingredienti utilizzati sono “modellabili”.
Oggi, grazie all’invito di René Derrien, di Gildo Cimmino e all’impeccabile organizzazione di Giovanna Giordano, presidente del Com.it.es di Montreal, Paolo Fulgente viene a predicare la buona parola della pasticceria italiana. I buongustai montrealesi hanno, quindi, molti motivi in più per rallegrarsi.
Un momento di condivisione
L’idea di una dimostrazione di Paolo Fulgente aperta ai pasticceri di Montreal ha conquistato molti professionisti della metropoli. “Persone del Fou Dessert, dei Copains d’Abord, della Première Moisson sono venute a vederci” si rallegra René Derrien della pasticceria Bel-Air, iniziatore del progetto. L’idea era quella di condividere la sua conoscenza tra collaboratori e appassionati. Alcuni sono installati su Mont Royal, altri sono un po’ ovunque come la Première Moisson. Questo non significa che tutti venderanno prodotti. “L’obiettivo era quello di avere uno scambio di esperienze”, spiega. René Derrien è molto legato all’Italia, poiché è già andato con Suor Angèle e Giovanna Giordano a Treviso, nel quadro di uno scambio. La tradizione continua.
Testo di Quentin Parisis, traduzione di Gian G. Pollifrone