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19:51pm4 Maggio 2021 | mise à jour le: 4 Maggio 2021 à 20:10pmReading time: 7 minutes

Lagoria: trent’anni di attività e di successi nell’alimentazione

Lagoria: trent’anni di attività e di successi nell’alimentazione
Photo: Foto F. IntravaiaAnthony Chimienti con la nonna Angela e il papà Nino

La famiglia Chimienti e la storia del gruppo di supermercati Lagoria

 

Il 5 maggio del 1991, era una domenica, la famiglia Chimienti inaugurò il primo Intermarché Lagoria, quello che si trova al 9025 di boul. Maurice-Duplessis, a Rivière-de-Prairies. 30 anni dopo la famiglia Lagoria è cresciuta ed è diventata un “Gruppo” che oggi comprende, oltre a quello di R.d.P, altri 4 supermercati nella zona di Saint-Léonard.

Insieme a Nino Chimienti, originario di Sannicandro di Bari, abbiamo ripercorso la storia di questa catena di supermercati specializzata nei prodotti italiani ma non solo.

Nino Chimienti

«Sono arrivato a Montréal – racconta il presidente del Groupe Lagoria – a dicembre del 1956, avevo due anni. Mio padre faceva il lattaio ma poi comprò un piccolo negozio di alimentari, il “Marché Barese” nel quartiere di Saint-Michel. Da ragazzino, dopo la scuola andavo ad aiutarlo. Da lì è nato il mio interesse per il mondo dell’alimentazione.

Poi però trovai lavoro nel settore dell’abbigliamento, mi occupavo della distribuzione di una linea di abiti firmati Pierre-Cardin. Nel 1978 – continua – mio padre decise di vendere il suo negozio. Quello però fu anche il periodo in cui l’industria dell’abbigliamento entrò in crisi. Io nel frattempo mi ero sposato. Allora decidemmo insieme a mio padre di comprare un altro negozio di generi alimentari, il “Marché Amiens” a Montréal-Nord. Verso la metà degli anni ’80 lo abbiamo venduto ma io sono rimasto nel settore dell’alimentazione occupandomi delle vendite finché nel 1991 si è presentata l’occasione di comprare il primo degli Intermarché, quello di R.d.P. che faceva parte di Provigo. Da lì è nato il nome di Intermarché Lagoria».

Una foto “d’epoca” risalente al 1969 nel primo negozio di alimentari della famiglia Chimienti. Nino è il primo a sinistra. Al centro, dietro a tutti, il papà Antonio e la mamma Angela

Perché si chiama Lagoria?

«Il nome che avevo scelto – spiega – era “L’Agorà”, che in greco significa “Piazza del mercato”, luogo d’incontro, ma poiché questo nome era già registrato allora ho dovuto modificarlo un po’ trasformandolo in Lagoria!

L’entrata del supermercato Lagoria di R.d.P.

Nel tempo abbiamo acquistato altri supermercati ma quello di Jean-Talon lo abbiamo chiuso perché era un po’ troppo piccolo e c’era troppa competizione. Oggi i nostri supermercati sono 5. Quello su Bélanger è stato aperto nel 2000 mentre gli altri tre, quelli su Langelier, Viau e Jarry-est sono stati rilevati dal Gruppo De Risi e li abbiamo aperti nel 2016».

 

In questi 30 anni avete vissuto periodi difficili oppure le cose sono andate sempre bene?

«Per noi si è verificata una crescita costante. Certo, dallo scorso anno, con la pandemia, tutto è diventato più complicato sia nel campo dell’organizzazione che della distribuzione, ma le vendite sono comunque aumentate e allora non possiamo lamentarci troppo».

 

Quanti impiegati avete?

«Tra impiegati a tempo pieno e parziale siamo oltre 350 persone. Io ho due figli, Marco, che fa l’architetto, ed Anthony che invece lavora con noi. È il mio “braccio destro”, il mio assistente per tutti i negozi. Anche la mia ex moglie fa parte del Gruppo, è la nostra “auditor”, si occupa dei contratti e dei conti».

La sezione frutta e legumi a R.d.P.

 

Siete specializzati nei prodotti italiani; come fate per sceglierli?

«In effetti ci sono dei prodotti che facciamo arrivare in esclusiva per noi. Anno dopo anno vediamo l’andamento delle vendite e se certi prodotti aumentano cerchiamo di procurarci ulteriori marche di questo o quel prodotto. Ogni due o tre anni vado in Italia per partecipare alle grandi fiere dell’alimentazione, sia per tenere i contatti che per conoscere le novità sul mercato».

 

È facile o difficile importare i prodotti italiani?

«Fino a quando è arrivato il Covid-19 che ha rovinato mezzo mondo, era più facile. Ora ci sono più problemi per quanto riguarda le varietà e le quantità dei prodotti perché i container non sono più così disponibili come una volta. C’è stato un periodo un po’ più difficile ma ora siamo tornati quasi alla normalità».

 

E la vostra clientela?

«Per il 75% è italiana; per il resto è composta dalle varie etnie, arabi, asiatici, haitiani e altre, che si sono installate a R.d.P. e a Saint-Léonard. Una volta St-Léonard era al 90% italiana, ora non più e noi ci siamo dovuti adeguare alle esigenze delle altre comunità. Cerchiamo di rifornirci di prodotti che loro apprezzano, facciamo del nostro meglio per averli. Ma una cosa è certa, quando la clientela cambia noi ci dobbiamo adeguare».

 

Oggi si lavora in maniera diversa rispetto a 30 anni fa?

«Sì, ci sono stati molti cambiamenti perché sono cambiati anche il modo di mangiare e di vivere. Fino a 30 anni fa la spesa si faceva verso la fine della settimana, oggi si fa tutti i giorni e a qualunque ora. Una volta i supermercati la domenica erano chiusi. Ma poi con la pressione dei grandi catene che se ne “fregavano” della domenica abbiamo dovuto adeguarci se volevamo rimanere competitivi. Oggi la domenica è una giornata come un’altra».

 

Com’è il vostro rapporto con la comunità italiana?

«Facciamo tutto quello che possiamo per accontentarla. Loro ci sostengono e noi la supportiamo così come sosteniamo anche le altre comunità che ci dimostrano la loro fiducia scegliendo i nostri prodotti. Cerchiamo di “ridare” alla nostra clientela. Ogni anno, ad esempio, facciamo una raccolta fondi per l’Ospedale Santa Cabrini che frutta tra i 7 e i 10.000 dollari. Per questo cogliamo l’occasione per ringraziare tutta la nostra clientela: facciamo e faremo sempre del nostro meglio per accontentarla e per essere accanto alla nostra grande comunità».

 

Anthony Chimienti: «Il lavoro si impara sul posto»

Antony Chimienti, insieme al padre e alla madre è al timone del Groupe Lagoria e si occupa, in particolare, degli acquisti di frutta e legumi per i 5 negozi.

Anthony Chimienti

In realtà si occupa di un po’ di tutto: gli acquisti, le vendite, gli ordini, il marketing. «Sono sempre in giro per i  negozi, sono sempre occupato – spiega – e il telefono non smette mai di squillare. Ho iniziato a lavorare nel negozio a 15 anni, prima a tempo parziale poi, a 21 anni, nel 2001, a tempo pieno. Ho fatto degli studi, anche di marketing, ma penso e ritengo che questo genere di lavoro si impari di più e meglio stando sul campo piuttosto che sui banchi di scuola, per questo – spiega – ho pensato di interrompere gli studi e di dedicarmi completamente al negozio».

 

Come si trova a lavorare con i genitori?

«Non ci sono problemi. Ognuno ha il suo compito, siamo tutti molto occupati. Certo, a volte abbiamo delle idee diverse, come succede in tutte le famiglie, ma cerchiamo di risolvere le differenze con una bella discussione. Alla fine vincono le idee che hanno più senso. I problemi li risolviamo tra di noi e finora – scherza Anthony – non ci ci siamo mai presi a pugni!»

 

Quali sono i principali problemi del suo lavoro?

«Soprattutto il personale. È sempre difficile trovare dei buoni impiegati, specialmente quelli qualificati. Oggi i giovani trovano mille scuse e hanno un po’ meno voglia di lavorare!»

La sezione della carne e del pesce a R.d.P.

 

Cosa può dire in occasione dei 30 anni di Lagoria?

«Voglio ringraziare soprattutto i nostri clienti perché senza di loro non saremmo qui a festeggiare il 30mo compleanno. Speriamo di continuare a meritare la loro fiducia!»

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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