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18:55pm15 Giugno 2021 | mise à jour le: 15 Giugno 2021 à 18:55pmReading time: 8 minutes

Contro gli abusi nella Chiesa cattolica

Contro gli abusi nella Chiesa cattolica
Photo: Foto Richard MaltaisLa basilica Marie-Reine-du-Monde, sede dell'Arcidiocesi di Montréal

L’Ombudsman e il Comitato consultivo. Interviste a Maria Battaglia del Comitato consultivo e all’Arcivescovo di Montréal Mons. Christian Lépine

 

Quello degli abusi commessi da membri della chiesa cattolica nei confronti di varie persone, siano esse minori o no, è una questione che purtroppo si trascina da anni alle quali le autorità clericali cercano di porre un freno.

Di questo grave problema ne abbiamo parlato con l’avvocata Maria Battaglia, membro del Comitato consultivo che affianca e consiglia l’Arcivescovo di Montréal, Monsignor Christian Lépine (vedi intervista), sulle eventuali azioni da intraprendere per tentare di porre un argine a tale siutazione. Maria Battaglia è titolare di uno studio legale ed è l’attuale presidente del CRAIC.

Maria Battaglia

«Un Comitato consultivo con il compito di studiare gli abusi commessi da preti e/o religiosi – spiega l’avvocata – esisteva già fin dagli inizi degli anni 2000. Era il periodo in cui venne alla luce lo scandalo degli abusi sessuali commessi da preti americani su minori nella diocesi di Boston. Anche l’Arcidiocesi di Montréal si era dotata di un comitato simile, di cui facevo parte insieme ad un poliziotto in pensione e ad un medico, ma pochi sapevano della sua esistenza.

Il nostro compito era quello di esaminare le segnalazioni relative agli abusi e formulare delle raccomandazioni all’Arcivescovo a cui poi spettava prendere decisioni in merito. Poi qualche anno fa – continua Maria Battaglia – è scoppiato il caso “Brian Boucher”. Ordinato sacerdote nel 1996, Bouchet è stato ritenuto colpevole dal tribunale penale nel gennaio del 2019 e condannato ad una pena di 8 anni di prigione per aver aggredito sessualmente dei minori.

Su richiesta dell’Arcivescovo Lépine, la giudice in pensione della Corte superiore del Québec, Pepita G. Capriolo, ha condotto un’inchesta approfondita, parallela a quella della giustizia ordinaria, e consegnato all’Arcivesco un rapporto contenente ben 31 raccomandazioni. Boucher, oltre alla pena detentiva è stato ridotto allo stato laico.

Tra queste raccomandazioni – aggiunge – ci sono state quelle di ampliare il Comitato, che ora è formato da 6 persone più un presidente, e di istituire, da inizio maggio, la figura dell’Ombudsman dell’Arcidiocesi di Montréal, nella persona dell’avvocata Marie Christine Kirouack, con il compito di raccogliere, 24 ore su 24, e 7 giorni su 7, attraverso la linea telefonica 514-752-4683 le denunce di coloro che si ritengono vittime di abusi e comportamenti inappropriati da parte di persone appartenenti alla Chiesa cattolica.

L’Ombudsman, avvocata MC Kirouac

L’Ombudsman – prosegue l’avvocata – ha il compito di ascoltare le denunce, di studiarne tutti gli elementi e di discuterne con il Comitato che a sua volta formula delle raccomandazioni all’Arcivescovo che poi decide su eventuali provvedimenti o azioni da porre in essere.

Per cui – è l’appello di Maria Battaglia – se qualcuno, anche nella comunità italiana, si ritiene vittima di un abuso non solo di ordine sessuale ma anche finanziario, piscologico o altro, subito anche in giovane età, da parte di un membro della Chiesa cattolica, ha la possibilità ora di rivolgersi all’Ombudsman e di trovare un ascolto attento e un aiuto concreto.

Attualmente – aggiunge – il Comitato consultivo è formato da un presidente, Padre Francesco Giordano, delegato dell’Arcivescovo, dalla sottoscritta, da un poliziotto in pensione, da un medico, da una psicoterapeuta, da una persona che è stata vittima di tali abusi e da un segretario permanente. Mons. Lépine – conclude Maria Battaglia – è una persona eccezionale che sta facendo di tutto per aiutare le vittime. Ha preso in mano il testimone per cercare di fare chiarezza su questi temi che non sono certo degni del messaggio cristiano».

Informazioni

Ombudsman dell’Arcidiocesi di Montréal:

Me Marie Christine Kirouack Ac. E.; tel. 514-752-4683; plainte@ombudsman-ecm.com –  www.ombudsman-ecm.com

La definizione

Ombudsman: termine svedese (“delegato, rappresentante pubblico”) designante un particolare istituto che, a tutela e garanzia del buon andamento dell’amministrazione nei confronti del cittadino, ha la funzione di accogliere reclami ed eventualmente suggerire soluzioni (non vincolanti). Fu introdotto in Svezia con la Regerisform del 6 giugno 1809, nell’intento di creare un organo fiduciario del Parlamento, con il compito di controllare la legalità formale degli atti emanati dal potere esecutivo – allora nelle mani del sovrano – e di garantire il buon andamento della pubblica amministrazione.

 

Liberare la parola, sostenere le vittime degli abusi

 

Monsignor Christian Lépine, nato a Montréal nel 1951, è il decimo vescovo e, dal marzo del 2021, l’ottavo arcivescono di Montréal dalla fondazione della Diocesi avvenuta nel 1836. Ordinato prete nel 1983, oltre alla sua vasta esperienza sacerdotale possiede anche un’importante esperienza come insegnante di filosofia e teologia presso il Grande Seminario di Montréal.

Monsignor Christian Lépine, Arcivescovo di Montréal

Monsignor Lépine, qual è il criterio che l’ha guidata ad istituire a Montréal la figura dell’Ombudsman?

«In base all’esperienza accumulata in questi anni sulle questioni concernenti gli abusi commessi su dei minori o su dei giovani, abbiamo potuto osservare – afferma Monsignor Lépine – due cose in particolare: la prima è la difficoltà che avevano e hanno le vittime ad esprimersi, a parlare di questi fatti; e la seconda è che pur trovando qualcuno disposto ad ascoltarli ciò non voleva necessariamente dire che tali persone erano disposte anche a credergli. Per cui le loro rivelazioni rimanevano spesso lettera morta o si perdevano nel tempo.

Dunque una delle principali motivazioni è che se c’è una vittima questa deve potersi esprimere liberamente per raccontare ciò che ha vissuto, senza timore di non essere preso sul serio. Da qui l’idea di istituire la figura di un Ombudsman indipendente con l’obiettivo di “liberare” la parola sia delle vittime sia di coloro che eventualmente sono stati testimoni di comportamenti anomali all’interno del clero ma che non sanno con chi parlarne. Abusi sessuali, di potere, di coscienza, di fiducia, comportamenti inappropriati, l’Ombudsman è lì 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 per raccogliere testimonianze e segnalazioni».

 

Cosa succede una volta che l’Ombudsman ha ricevuto una telefonata?

«Inizia – spiega l’Arcivescovo – un lavoro di analisi e di approfondimento, di raccolta di informazioni e di trasmissione delle stesse al Comitato consultivo in modo da assicurarsi che nessuna denuncia cada nel vuoto. C’è una lavoro di concerto. Se l’Ombudsman o il Comitato lo ritengono opportuno possono mettere a disposizione della vittima i servizi di uno psicologo e possono, inoltre, richiedere l’ausilio di un investigatore indipendente che conduce la sua inchiesta nella maniera più oggettiva possibile.

Alla fine, quando tutti gli elementi sono stati messi insieme, Ombudsman e Comitato mi forniscono dei suggerimenti e delle linee d’azione da intraprendere. L’Ombudsman in ogni caso assicura un “suivi” dei vari dossier, informa la vittima e l’aggiorna sull’evoluzione della situazione».

 

Si può arrivare anche alla denuncia penale?

«Se la vittima è un minore – risponde Mons. Lépine –  l’Ombudsman stesso avvisa la polizia. Se, invece, è maggiorenne, è la persona stessa che decide cosa fare. In ogni caso, l’Ombudsman è sempre disponibile per accompagnare la vittima nell’azione che vuole intraprendere, in modo che non si senta isolata in un meccanismo che non conosce. La figura dell’Ombudsman, quindi, anche come “luogo” d’accoglienza e accompagnamento».

 

In tutto questo qual è il suo ruolo specifico?

«Nel momento in cui c’è un inchiesta su un caso di abuso sessuale su un minore, allora ho il potere di sospendere temporaneamente il prete dal suo ministero sacerdotale e se il risultato dell’inchiesta conferma che ha commesso un abuso, indipendentemente dal fatto che la vittima sia andata o meno alla polizia, trasmetto il dossier alla Congregazione per la Dottrina delle fede in Vaticano e propongo un’azione da seguire. La risposta può essere una richiesta di approfondimento del dossier oppure di procedere nella destituzione dalle funzioni di sacerdote e di riduzione allo stato laico perché la nostra filosofia è quella della tolleranza zero, una volta è sempre una volta di troppo».

 

Perché avete scelto come Ombudsman l’avvocata Kerouac?

«Quando ci siamo messi a studiare gli eventuali profili abbiamo scoperto che aveva un’esperienza ventennale in questo campo, quindi un’esperienza nell’ascolto, nell’accompagnamento, nel seguire e tenere aggiornati i dossier. L’abbiamo contattata e lei ha generosamente espresso la sua disponibilità.

Voglio sottolineare un aspetto importante. Anche prima avevamo un indirizzo e-mail ed un numero di telefono per denunciare gli abusi ma la differenza è che ora esiste 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 e una persona può denunciare un abuso, cosa mai facile, quando si sente di farlo, sapendo che dall’altra parte del filo troverà un orecchio attento».

 

 

 

 

 

 

 

 

La basilica Marie-Reine-du-Monde, sede dell’Arcidiocesi di Montréal (Foto Richard Maltais)

 

L’avvocata Maria Battaglia è titolare di uno studio legale e attuale presidente del CRAIC (Foto cortesia)

 

L’Ombudsman, avvocata MC Kirouac (Foto Arcidiocesi di Montréal)

 

Monsignor Christian Lépine, Arcivescovo di Montréal (Foto Arcivescovado di Montréal)

 

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