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15:18pm8 Marzo 2017 | mise à jour le: 8 Marzo 2017 à 15:18pmReading time: 6 minutes

I 60 anni di vita religiosa di Suor Angèle

L’intervista: «Pace, amore e …viva l’Italia!»

Suor angèle ringrazia i presenti per l’omaggio all’Hote de Ville di Montreal

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Gastronomia e vita religiosa. Apparentemente sembrano due “mondi” abbastanza distanti ma non lo sono affatto quando si tratta di Angiolina Rizzardo,meglio conosciuta con il nome di Suor Angèle, che il 28 febbraio scorso, durante la cerimonia di consegna dei premi regionali 2017 della Société del Chefs, Cuisiniers & Patissiers du Québec (SCCPQ), organismo di cui fa parte e che riunisce i professionsiti del settore, ha ricevuto un vibrante omaggio in occasione dei suoi 60 anni di vita religiosa. Alla cerimonia, svoltasi nella magnifica cornice dell’ “Hôtel de Ville de Montréal”, avrebbe dovuto presenziare il sindaco Denis Coderre, assente per un’indisposizione, che tuttavia, non ha voluto far mancare il suo saluto:

«Suor Angèle, che celebra quest’anno il suo 60mo anniversario di vita religiosa – ha scritto il sindaco Coderre – rispecchia l’immagine di Montreal: creativa, radiosa, aperta sul mondo, compassionevole e unificatrice. Questa donna dinamica ha scelto Montreal per viverci ma anche per diffondere il suo talento, in particolare nel settore gastronomico anche grazie ai suoi numerosi libri che sono diventati dei classici.

Suor Angèle ha fatto molto per far conoscere ai quebecchesi tutta la ricchezza dei sapori del mondo. Vedette del piccolo schermo, insegnante, conferenziera, giudice per la cittadinanza canadese, niente e nessuno le resiste. Sempre piena di idee riesce a convincere tutti affinché i sui progetti si realizzino e si assicura che nessuno sia lasciato da parte. Le auguro tanta salute e di continuare la sua missione. Montreal è ricca di questi cittadini che a loro volta ci arricchiscono con la loro presenza. Lunga vita ad Angiolina Rizzardo!».

Dopo aver ringraziato il sindaco e la città di Montreal, che è diventata, da 62 anni, la sua città, Suor Angèle ha voluto ringraziare anche tutti i presenti per questo omaggio e, in particolare, tutto il Quebec «per avermi accettata per quello che sono. Un grazie anche alle suore del Buon Consiglio – ha detto – per avermi accordato la libertà di poter andare dappertutto e poter annunciare la parola di Dio. Da sola – ha continuato posso fare poco ma tutti insieme possiamo fare grandi cose».

Il suo ultimo “grazie”, infine, è stato per la comunità italiana che l’ha sempre accolta con stima e simpatia: «È una suora piena di energia e di qualità – ha commentato infatti Giovanna Giordano, presidente del Comites di Montreal – e dà una bellisima immagine di donna italiana. Cerca di essere sempre disponibile per tutti ed è una persona molto positiva. Ha una grande forza d’animo e lascia sempre da parte le cose negative».

 

Pace, amore e … viva l’Italia!

 

Nata l’11 agosto del 1938 a Cavaso del Tomba, un paesino della provincia di Treviso, proveniente da una famiglia numerosa di montanari, Angiola Rizzardo, questo il suo vero nome, è arrivata in Quebec nel 1955, a soli 17 anni. Due anni più tardi, nel 1957, entra nella comunità religiosa di Notre-Dame-du-Bon-Conseil con il nome di Suor Angèle. Impara il francese all’ospedale Hôtel-Dieu ed inizia a lavorare ed assistere gli immigrati e i più poveri. Nel 1971 ottiene la sua licenza per insegnare l’alimentazione e l’arte culinaria e moltiplica le sue esperienze professionali diventando conferenziera, animatrice e cronista televisiva, scrittrice di libri e tanto altro ancora. Nel 2008 viene perfino creato, in suo onore, “Le Soeur Angèle”, un formaggio a pasta molle.

 

SuorAngèle, come ha fattto a passare attraverso tutti questi anni in maniere così serena?

 

«Perché mi sono “abbandonata” alle attività di tutti i giorni. Faccio tante cose: la televisione, la cucina, cerco di aiutare le persone povere, i bambini e le famiglie più bisognose e penso che la cosa più importante è quella di essere presenti e di “regalare” a tutte queste persone un sorriso, un po’ d’umore, di gioia, d’allegria, questa è un po’ la mia filosofia. Certo, ci vuole tanta energia e tanta volontà ma io sono felice quando faccio tutto questo. La vita nessuno la fa al posto mio, sono io che devo fare la mia vita. Sono in Quebec da 62 anni e da 60 anni sono suora. Vivo nella comunità delle Suore del Buon Consiglio di Montreal ma dentro di me resto profondamente italiana, su questo non si scherza, le nostre radici sono importanti».

 

Oggi non porta l’abito da suora ma quello da chef …

«Sì, sono qui con la divisa della “Société des Chefs, Cuisiniers & Patissiers du Québec”. In effetti sono tanti anni che lavoro in questo settore; ho insegnato per 16 anni all’Institut de tourisme et d’hôtellerie du Québec, ho aperto il Centro di ricerca della gastronomia all’Istituto, ho fatto e faccio delle conferenze, ho scritto dei libri di ricette, ho fatto delle trasmissioni televisive dedicate alla  gastronomia. La cucina, soprattutto quella italiana, è una passione, ho preparato migliaia di piatti e la cucina è la cosa più importante del mondo anche perché chi mangia bene vive bene».

 

Quali sono i suoi piatti preferiti?

«Quelli più semplici, che sono i più sani e naturali. E poi, ovviamente, la cucina italiana. Sto ultimando un libro, che uscirà alla fine di marzo, che parla della cucina trevisana, della cucina della mia mamma. È un modo per dirle “grazie” per tutto quello che mi ha regalato nella vita».

 

Le manca l’Italia?

«No perché ci vado spesso. Infatti, in occasione dei 375 anni di Montreal, stanno preparando un reportage su di me e sull’Italia nel Quebec e alcune riprese saranno fatte proprio in Italia».

 

In un periodo di crisi dei valori religiosi che consiglio può dare ai giovani di oggi?

«Posso dire ai nonni di parlare con i loro nipoti, di parlare del Signore. Tutti hanno paura di parlare di Dio, invece devono farlo, nelle scuole non si parla più di queste cose e se a questi bambini nessuno gliene parla non conosceranno mai certi valori positivi di fraternità, di amore, di rispetto degli altri, di solidarietà. Manca la fede, manca l’amore nel cuore. Tutti si occupano troppo delle cose materiali e ciò non è buono perché sono cose vuote, prive di un vero valore. Il mio sogno è vedere la pace nel mondo! Allora vi auguro pace, amore e … viva l’Italia!»

 

 

 

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