Il discorso del Presidente Mattarella e la dichiarzione di Michele Schiavone (CGIE)
ROMA\ aise\ – Il Giorno della Memoria “non ci impone solamente di ricordare i milioni di morti, i lutti e le sofferenze di tante vittime innocenti, tra cui molti italiane, ma ci invita a prevenire e combattere, oggi e nel futuro, ogni germe di razzismo, antisemitismo, discriminazione e intolleranza.
A partire dai banchi di scuola, perché la conoscenza, l’informazione e l’educazione rivestono un ruolo fondamentale nel promuovere una società giusta e solidale. E, come recenti episodi di cronaca attestano, mai deve essere abbassata la guardia”.
Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo messaggio odierno, in occasione delle celebrazioni ufficiali del Giorno della Memoria, che quest’anno si svolgono al Ministero dell’Istruzione, alla presenza del ministro Patrizio Bianchi e della presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI), Noemi Di Segni.
In questo 27 gennaio, Giorno della Memoria in cui si ricordano “le vittime dei campi di sterminio nazisti” e “il folle e criminale progetto di genocidio degli ebrei d’Europa”, Mattarella ha rivolto a tutti i partecipanti alla cerimonia ufficiale la sua “vicinanza” e il suo “sostegno”.
“Quando le truppe russe entrarono nel campo di Auschwitz – la più imponente e sciagurata macchina di morte mai costruita nella storia dell’umanità – si spalancarono di fronte ai loro occhi le porte dell’Inferno”, ha poi ricordato il capo dello Stato. “Nel cuore dell’Europa si era aperta una voragine che aveva inghiottito secoli di civiltà, di diritti, di conquiste, di cultura. Una delirante ideologia basata su grottesche teorie di superiorità razziale aveva cancellato, in poco tempo, i valori antichi di solidarietà, convivenza, tolleranza e perfino i più basilari sentimenti umani: quelli della pietà e della compassione. La storia aveva subito, in meno di un ventennio, un tragico stravolgimento, tornando a concezioni e pratiche barbare e crudeli, che si pensava fossero retaggio di un passato ormai remoto. Guerra, stermini, eccidi ne furono le tragiche ma inesorabili conseguenze”.
La giornata odierna, “che si celebra oggi in tutto il mondo”, ha proseguito Mattarella, “non ci impone solamente di ricordare i milioni di morti, i lutti e le sofferenze di tante vittime innocenti, tra cui molti italiane. Ma ci invita a prevenire e combattere, oggi e nel futuro, ogni germe di razzismo, antisemitismo, discriminazione e intolleranza. A partire dai banchi di scuola. Perché la conoscenza, l’informazione e l’educazione rivestono un ruolo fondamentale nel promuovere una società giusta e solidale. E, come recenti episodi di cronaca attestano, mai deve essere abbassata la guardia”.
“Auschwitz, con i suoi lugubri reticolati, le ciminiere e le camere a gas, è diventato il simbolo dell’orrore nazista, del male assoluto; ma è e deve essere la testimonianza costante”, ha concluso il presidente Mattarella, “di quali misfatti sia capace l’uomo quando si abbandona, tradendo la sua stessa umanità, a sentimenti, parole e ideologie di odio e di morte”.
Schiavone (CGIE): “E’ già successo, potrà succedere ancora”
di Mimmo Porpiglia, Gente d’Italia/ItaliaChiamaItalia
“Il ricordo serve per tenere saldi i valori fondamentali della libertà e della democrazia, senza i quali si rischia di soccombere al revisionismo storico e alla assuefazione dell’illiberalità”.
La giornata della memoria oltre al ricordo dell’olocausto e dei campi di sterminio nazista, nei quali persero la vita 1,3 milioni di persone durante la Seconda guerra mondiale, vuole essere un monito per mantenere vivo il ricordo delle barbarie commesse dai nazisti affinché quello che è successo non si ripeta mai più. La giornata della memoria coincide con la liberazione dei prigionieri deportati nei campi di concentramento di Auschwitz e vuole simboleggiare il ripristino del bene sul male, della libertà verso l’oppressione.
L’attualità spesso ci mette di fronte a preoccupanti e perfidi atti razzisti, a una crescente intolleranza verso i meno protetti, gli emigrati e la gente di colore e a indescrivibili forme di sopraffazione, che delle volte incrociano l’indifferenza umana.
Gli italiani all’estero nella loro lunga storia migratoria, in particolare coloro che nel secolo scorso si trasferirono nei due continenti americani e in alcuni paesi europei, sono stati oggetto di forme razziali, di scherno, di soprusi e di umiliazioni perché italiani. La giornata della memoria vuole essere anche testimonianza ed è espressione viva per percepire il ricordo delle loro singole storie e dell’ignominia che molti di loro hanno subito nei paesi in cui si trasferirono.
Il ricordo serve per tenere saldi i valori fondamentali della libertà e della democrazia, senza i quali si rischia di soccombere al revisionismo storico e alla assuefazione dell’illiberalità.
Michele Schiavone
Segretario Generale CGIE – Consiglio Generale degli Italiani all’Estero