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15:15pm14 Giugno 2022 | mise à jour le: 14 Giugno 2022 à 15:18pmReading time: 5 minutes

Una nuova vita per la Casa d’Italia

Una nuova vita per la Casa d’Italia
Photo: Foto Fabrizio IntravaiaDa sin.: Gino Berretta, Lino e Mirella Saputo,Sabino Grassi

Risanamento del debito: serata di ringraziamento per i donatori

«Finalmente ce l’abbiamo fatta! Ci siamo tolti un gran peso, quello del debito di 3 milioni di dollari. Ora la Casa d’Italia può guardare al futuro con serenità e con tanta voglia di fare bene».

Sono state le prime parole di un emozionato e soddisfatto Gino Berretta, presidente del consiglio d’amministrazione del Centro comunitario Petite Italie-Casa d’Italia e copresidente della campagna di raccolta fondi che, l’8 giugno scorso, insieme alla direttrice generale Giovanna Giordano e agli altri componenti del “board”, ha ricevuto i donatori, i soci e gli amici di questo storico edificio della comunità italiana inaugurato nel 1936. L’incontro è stato organizzato per ringraziare tutte quelle persone che hanno contribuito a risanare il debito di tre milioni di dollari contratto con le banche in seguito ai lavori di ristrutturazione e di espansione dell’edificio avvenuti nel 2011.   «Sono veramente lieto di essere qui questa sera – ha detto il presidente Berretta nel suo saluto ai presenti – per celebrare la Casa d’Italia, per ringraziare tutti voi che avete contribuito a raggiungere questo importante obiettivo grazie al quale la Casa sopravviverà e grazie al quale le future generazione potranno continuare a celebrare e trasmettere la storia e il ricco patrimonio della comunità italiana.

Un grazie particolare – ha aggiunto – va alla Fondazione Mirella & Lino Saputo (entrambi presenti alla serata) per la loro generosità, ai principali organismi della nostra comunità come la FCCI, il CNIC, la CIBPA e il Centro L.d.V.  e a tutti gli altri organismi e associazioni comunitarie. Lunga vita alla Casa d’Italia!»

 

Missione compiuta!

«Sono contento come se avessi vinto il Superbowl! Non posso essere più felice di così. Era un sogno – ha commentato Berretta a margine della cerimonia – che non pensavo di poter riuscire a realizzare, anche a causa della pandemia che ha frenato le nostre iniziative per due anni. Finalmente posso tirare un sospiro di sollievo, dire un enorme grazie a tutti i contributori e andare avanti. La Casa d’Italia non è mai stata così in salute. Non abbiamo più debiti, abbiamo i soldi in banca, tutti i nostri locali sono affittati e le attività sono riprese. Lascerò la presidenza – ha annunciato – durante la prossima assemblea generale prevista in ottobre ma la lascerò con la coscienza a posto potendo finalmente dire: missione compiuta!»

Da sin.: Perry Mazzanti, Gino Berretta, Giovanna Giordano e Sabino Grassi davanti alla piramide dei contributi

Dopo Gino Berretta ha preso la parola Sabino Grassi, vicepresidente del c.a. e copresidente della campagna di raccolta fondi che, nel ringraziare tutti i generosi donatori, ha ripercorso le difficili tappe della campagna inziata nel 2017, sottolineando con orgoglio e soddisfazione che la “promessa” fatta di raggiungere l’obiettivo di raccogliere i tre milioni di dollari è stata mantenuta e che grazie a ciò la Casa può vivere ora un futuro radioso».

«Durante la pandemia – ha aggiunto l’altro vicepresidente Perry Mazzanti – è stato molto difficile. Nessuno ci credeva che avremmo potuto raccogliere tutti questi soldi per eliminare il debito. Grazie a voi tutti, invece, ce l’abbiamo fatta e quindi oggi, con orgoglio, vi dico: benvenuti nella nostra e nella vostra Casa».

Al termine dei discorsi è stata svelata la “piramide” della campagna di raccolta fondi, opera ideata dall’architetto Guglielmo D’Onofrio, che riporta i nomi dei donatori con i loro relativi contributi, al vertice della quale si trova la Fondazione Mirella & Lino Saputo che ha donato 1 milione di dollari.

 

La Casa d’Italia? Più bella che mai!

«I nostri antenati – ha affermato il signor Lino Saputo nel corso della serata di ringraziamento – hanno iniziato e noi dobbiamo seguirli su questa strada. Per me è un onore e un piacere vedere che la Casa d’Italia è più bella di quanto potessi aspettarmi perché era un po’ di tempo che non venivo e ne sono rimasto piacevolmente sorpreso!»

«Penso che la Casa d’Italia – ha aggiunto la signora Mirella – è la culla di tutti noi italiani che siamo arrivati da molto lontano. È bello vederla così viva. Bisogna incoraggiare tutti gli italiani ad essere un supporto morale per la Casa d’Italia».

Da sin.: Lino Saputo, Giovanna Giordano, Mirella Saputo, Mariano De Carolis

Una continuazione

«Per me la Cassa Popolare Canadese-Italiana Desjardins – ha commentato il suo direttore generale Mariano De Carolis – è un po’ la “continuazione” della Casa d’Italia. Loro sono nati negli anni ’30, poi sono venuti il Congresso, gli altri organismi e noi della Cassa. Sono stati i pionieri, si sono occupati dei tanti immigrati italiani che venivano qui senza niente in tasca e in cerca di fortuna, hanno visto che c’erano dei bisogni da colmare e si sono adoperati per farlo, hanno aperto le loro porte, ed è quello che abbiamo fatto anche noi della Cassa. Oggi noi siamo i figli e i nipoti di quelle generzioni che arrivarono dagli anni ’30 in poi e siamo tutti in una buona posizione sociale. Questo lo dobbiamo proprio ai loro sacrifici e, allo stesso tempo, ci permette di aiutare coloro che oggi sono nel bisogno. Noi della Cassa abbiamo messo una goccia d’acqua per alimentare la Casa d’Italia e siamo fieri di averlo fatto.

Io sarei potuto andare a lavorare altrove e guadagnare anche di più ma ho scelto di rimanere là dove sono proprio per difendere questi valori con la convinzione di poterli trasmettere anche ai nostri figli e ai nostri nipoti».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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