Giovani ballerine/i italiani all’École Supérieure de Ballet du Québec
Dayana ed Erika Cattaldo, 16 anni, gemelle. Sofia Dadone e Christian Scifo, 20 anni. Sono i nomi dei giovanissimi ballerini d’origine italiana che frequentano attualmente l’École Supérieure du Ballet du Québec (ÉSBQ) a Montréal, fucina di talenti per Les Grands Ballets Canadiens (GBC) e per le più grandi compagnie di danza del mondo.
Il Corriere Italiano li ha incontrati per conoscere il percorso, i progetti e le aspirazioni di questi artisti che, seppure in giovane età, non hanno esitato a lasciare l’Italia per inseguire i loro sogni, a costo di diversi sacrifici e di un pizzico di nostalgia.
Nata a Poirino, località ad una ventina di km da Torino, Sofia Dadone ha iniziato a muovere i primi passi nel mondo della danza a 5 anni. «Mi avevano consigliato di farla – spiega – perché avevo un problema alle ginocchia. A 13 anni sono andata a studiare danza a Torino, presso la scuola di Oxana Kichenko, ex ballerina del Bolshoi di Mosca, e contemporaneamente frequentavo il liceo linguistico. Le mie giornate erano strapiene. Scuola al mattino e balletto al pomeriggio, poi a casa a fare i compiti e il giorno dopo si ricominciava. Ma non mi sono mai fatta abbattere troppo dalla fatica. A scuola andavo bene; a danza avevo i miei alti e bassi, anche perché non avevo particolari doti fisiche e dovevo lavorare molto soprattutto sull’estensione. In genere – prosegue Sofia – a 18-19 anni si finisce la scuola di danza e si cerca un lavoro come ballerina. Non mi sentivo ancora pronta. Sentivo che mi mancava ancora qualcosa. Ho inviato dei video per le audizioni in diverse scuole di danza e quando non ci speravo più è arrivata l’email dell’École. Mi avevano accettata.
Dovevo arrivare a Montréal nel settembre del 2020 – prosegue Sofia – ma purtroppo a causa della pandemia e di alcuni problemi burocratici il mio arrivo è slittato a gennaio del 2021. A parte il freddo ero davvero emozionata di poter frequentare questa scuola che fin dall’inizio mi ha messo sempre a mio agio. Però, neanche il tempo di “scaldarmi”, che tre settimane dopo, a causa di un brutto movimento, mi sono rotta un piede durante una lezione e mi sono dovuta fermare per qualche mese. Fortunatamente ho ripreso e, grazie al sostegno della scuola, ora frequento il terzo ed ultimo anno del ciclo superiore e, se tutto va bene, a maggio avrò il mio diploma di studi superiori in danza classica dell’ÉSBQ».
Le gemelle
Dayana ed Erika avranno 17 anni a marzo, vengono da Monza e sono a Montréal dal luglio scorso. Dopo aver frequentato un corso intensivo hanno iniziato a settembre il loro ciclo di studi superiori all’ESBQ e contemporaneamente frequentano, online, da privatiste, il liceo linguistico in Italia.
«Anche noi – spiega Dayana – abbiamo iniziato a fare danza a 5 anni. Fino agli 8 anni abbiamo frequentato una scuola amatoriale. Poi siamo andate a studiare all’Accademia ucraina di balletto a Milano. Scuole medie la mattina a Monza e danza il pomeriggio a Milano, anche le nostre giornate erano piene come quelle di Sofia. Prendevamo anche lezioni private. La nostre insegnante aveva lavorato in Canada ed è stata lei a suggerirci l’idea di mandare dei video per le audizioni presso l’ÉSBQ». «L’idea – prosegue Erika – ci è piaciuta sia perché volevamo fare un’esperienza di crescita all’estero, sia perché non ci sentivamo troppo a nostro agio nell’ambiente in cui eravamo. Una delle nostre insegnanti ci ha sempre detto che per lavorare bene bisogna sentirsi bene con se stessi e qui, all’ESBQ ci sentiamo perfettamente a nostro agio».
Come hanno reagito i vostri genitori quando hanno saputo che l’ÉSBQ vi aveva ammesse ai loro corsi?
«All’inizio – risponde Erika – nostro padre era tristissimo e preoccupato: “Le mie bambine, diceva, hanno solo 16 anni, andare così lontano!”. Nostra madre ha una mentalità molto aperta. È sempre stata dell’idea che fare esperienza nuove, soprattutto come queste, potessero farci crescere molto. Ci ha spinto ad intraprendere questo percorso e papà piano piano lo ha accettato e ha capito che per noi era un percorso di crescita importantissimo. Siamo partite da sole, la scuola ci ha aiutate nella logistica. Ora viviamo in un appartamento con un’altra ragazza di 17 anni la cui sorella figura come nostra tutrice legale finché non avremo 18 anni. I nostri genitori, che sono venuti a trovarci ad ottobre, hanno sistemato tutti i problemi legali ma la scuola non ci fa mai mancare il suo sostegno».
Come è stato il vostro impatto con Montréal?
«Tanta nostalgia per la famiglia, per gli amici, per l’ambiente, per il cibo italiano e anche un po’ di paura perché – affermano le gemelle – sai quello che lasci ma non sai quello che trovi. Però il nuovo ambiente ci è piaciuto subito e ci sta piacendo tanto, così come la città. Le persone sono tutte gentili e disponibili. Quindi, nonostante un po’ di nostalgia, ci troviamo bene».
“L’apprendista”
Christian Scifo è originario della provincia di Asti. «Ho iniziato a danzare a 15 anni. Facevo ginnastica artistica – racconta Christian – poi ho visto ballare Roberto Bolle e da allora ho deciso che la danza classica sarebbe stata la mia strada.
Mi sono diplomato presso il liceo coreutico teatrale Germana Erba di Torino, una scuola per danzatori, cantanti e attori. Ma verso la fine del liceo ho iniziato a pormi la domanda: cosa farò dopo? Per intraprendere la carriera di ballerino era assolutamente necessario iniziare ad inviare video e foto per fare le audizioni per le varie compagnie di ballo. Grazie ad una serie di circostanze sono entrato in contatto con Giuseppe Canale, napoletano, attuale ballerino dei GBC che, tra le altre cose, gestisce un’agenzia che cura gli interessi dei ballerini. Abbiamo fatto foto e video che la sua agenzia ha inviato a varie compagnie tra cui l’ÉSBQ che mi ha offerto l’opportunità di entrare a far parte della loro scuola per perfezionare la mia tecnica.
Così – aggiunge – sono partito per Montréal nel febbraio dello scorso anno e mi sono trovato subito benissimo grazie alla gentilezza e alla disponibilità di tutti. Inoltre, mi si è presentata l’opportunità di fare nel giugno scorso la mia prima vera esperienza lavorativa, un piccolo ruolo, una sostituzione, nello spettacolo “La Bella Addormentata” dei GBC. Passare dall’ambiente scolastico a quello professionale è stata un’esperienza eccezionale: l’impatto con il pubblico, con il corpo di ballo, con il palcoscenico, quello vero di Place des Arts, gli applausi. Così mi hanno dato la qualifica di “apprendista” dei GBC integrandomi nella compagnia con la quale ho preparato la stagione 2022-23 partecipando recentemente allo “Schiaccianoci”.
Quali sono le vostre ambizioni? Dove volete arrivare?
Erika e Dayana hanno le idee chiare: «Il nostro obiettivo è la danza ma vogliamo continuare gli studi italiani perché nella vita non si sa mai. Quindi, finiti questi tre anni all’ÉSBQ faremo le audizioni per le varie compagnie di danza un po’ ovunque nel mondo.
«Due anni fa ho iniziato – afferma Sofia – a fare Giurisprudenza in Italia. Diciamo che è dura fare le due cose. Quest’anno, visto che è anche il mio ultimo anno prima del diploma, lo voglio dedicare completamente alla danza anche per preparare delle audizioni. Vedremo come andrà e poi prenderò una decisione. Ma una cosa è certa: la danza è la mia priorità e ci proverò fino in fondo. Sono aperta a tutto e disposta ad andare ovunque per la danza».
«È difficile rispondere a questa domanda perché – spiega Christian – quando uno è all’inizio della carriera come me si concentra molto sul presente e non pensa troppo al futuro lontano perché dice: voglio vivermi il momento che è pieno di belle novità e di nuove esperienze. Pero è chiaro che ad un certo punto bisognerà pensare anche al futuro. Montréal mi piace tantissimo ma mi piacerebbe un giorno tornare a ballare in Europa perché secondo me resta il centro della danza».
Cos’è per voi la danza?
«Difficile dare una definizione esatta. L’ho imparata da piccola – sostiene Sofia – e crescendo è diventata qualcosa di importante. Se resto più di due o tre giorni senza danzare inizio a sentirne la mancanza, inizio a sentire la voglia di muovermi, di fare dei passi. È una cosa che quando cresci entra dentro di te, è una cosa che devi fare altrimenti non ti senti bene con te stessa.
«Abbiamo iniziato a ballare a 5 anni, siamo cresciute con la danza. Ormai – affermano Dayana ed Erika – è una necessità. Quindi non riusciremmo proprio ad immaginare di stare più di una settimana senza la danza, è una cosa che fa parte di noi».
Anche per Christian è difficile rispondere a questa domanda: «Non è semplice per un ballerino esprimere cos’è la danza, anche perché è una cosa molto personale. Ognuno ha il suo modo di vivere la danza, chi in modo più carnale, più intimo, chi la esprime in tutti i suoi colori. Però le mie colleghe hanno ragione: per noi è difficile stare lontano dalla danza, anche quando smettiamo di ballare abbiamo sempre in testa un passo o un movimento. Cerchiamo sempre di collegare la danza alla nostra vita normale. Credo che la danza sia un po’ come una droga perché una volta che ce l’hai dentro non ne puoi più fare a meno. La danza è la mia fonte di energia, se non avessi la danza non so cosa potrei fare anche perché nella mia vita mi vedo solo come ballerino».
Audizioni e informazioni
L’École Supérieure de Ballet du Québec, 4816 rue Rivard, Montréal, terrà delle audizioni domenica 29 gennaio. Per informazioni: https://www.esbq.ca/fr/ Tel: 514 849-4929 – info@esbq.ca