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16:26pm8 Marzo 2023 | mise à jour le: 8 Marzo 2023 à 16:45pmReading time: 7 minutes

Mattarella: dalla condizione generale della donna dipende il futuro stesso di ogni società

Mattarella: dalla condizione generale della donna dipende il futuro stesso di ogni società
Photo: iStock8 marzo: Giornata internazionale della Donna

Gli auguri della Senatrice Francesca La Marca

ROMA\ aise\ – “L’8 marzo non è – come a volte si sente ripetere – la festa della donna, o delle donne, ma si tratta di un’occasione, preziosa, per fare il punto sulla condizione femminile nel nostro Paese, in Europa e nel mondo”.

Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha ospitato al Quirinale la celebrazione della Giornata internazionale della Donna alla presenza, tra gli altri, della Premier Giorgia Meloni, dei presidenti di Senato e Camera, La Russa e Fontana.

“La strada per il raggiungimento di una parità effettiva, costituita con pienezza da diritti e da opportunità”, ha osservato il Presidente, è “ancora lunga e presenti tuttora difficoltà”, ma vi è “la certezza che questa strada vada percorsa con il massimo di determinazione. Perché dalla condizione generale della donna, in ogni parte del mondo, dipende la qualità della vita e il futuro stesso di ogni società”.

“Non può esservi vera libertà se non è condivisa dalle donne e dagli uomini”, ha sottolineato Mattarella, prima di salutare le ospiti straniere, Pegah Tashakkori e Frozan Nawabi: “Desidero dir loro che l’Italia che le ha accolte condivide e incoraggia il loro impegno. E farà di tutto, nelle sedi internazionali, per sostenere le donne che esigono qualità di vita e libertà. È una lotta, la vostra, che è iniziata – in Iran e in Afghanistan – per la libertà e il diritto delle donne alla eguaglianza. Ma che – come spesso accade – la generosità e la lungimiranza delle donne ne amplia il significato che diventa resistenza, protesta e appello per l’affermazione dei diritti e delle libertà di tutti, senza distinzioni”.

Coraggio, determinazione, equilibrio, saggezza

“Stereotipi e pregiudizi” ha detto ancora il Capo dello Stato, sono “determinati tutti da un unico elemento: la paura nei confronti della donna, del suo essere differente nel corpo e nella sensibilità, della sua intelligenza, della sua voce, della sua indipendenza. Fin da alcuni miti antichi la donna è stata sovente e incredibilmente vista come elemento di allarme, di ostacolo all’immobilismo di valori tramandati. La realtà delle donne che abbiamo ascoltato, le vicende di grandi donne che abbiamo conosciuto per diretta esperienza o per conoscenza della storia, di donne nella normalità della vita quotidiana, ci insegnano che donna è sinonimo di coraggio, di determinazione, di equilibrio, di saggezza, di pace, di promozione di diritti e di libertà”.

“Provoca stupore, oggi, rileggere anche alcuni atti parlamentari della Repubblica, che pure aveva assicurato, per la prima volta, alle donne italiane il diritto di voto e aveva sancito la piena parità di diritti”, ha osservato Mattarella. “La discussione sulla legge della senatrice Merlin, durante la quale molti esponenti – di idee liberali e democratiche – discettavano sull’esistenza di prostitute per nascita, assegnando a queste donne un destino preordinato e irredimibile. Come nel dibattito sull’ingresso delle donne in magistratura, condita da apprezzamenti misogini sulla mancanza di equilibrio e di giudizio”.

Donne al vertice

Negli ultimi anni “la Repubblica ha fatto progressi enormi. Sul piano legislativo e su quello della diffusione di una cultura della parità. Tra le istituzioni e nella società. Abbiamo in carica la prima donna alla guida del Governo, Presidente del Consiglio dei Ministri, nuovamente una donna alla presidenza della Corte Costituzionale, da pochi giorni una donna al vertice della magistratura. Ma certe mentalità, e soprattutto certe consuetudini grottesche e profondamente dannose, – ha stigmatizzato il Presidente – sono ancora presenti”. Per questo serve “un impegno ulteriore delle istituzioni, della comunità civile, delle donne e degli uomini, insieme, per rimuovere ostacoli, confutare pregiudizi, operando con azioni concrete, contrastando con forza le inaccettabili violenze e i femminicidi, che sono crimini gravissimi da sanzionare con il massimo di severità”.

Citati i dati Onu, secondo cui “le donne godono complessivamente soltanto del 75% dei diritti assicurati agli uomini”, il Presidente ha ricordato che “in molte aree del pianeta alle donne non sono riconosciuti i diritti fondamentali, in misura ben maggiore. Mutilazioni genitali, violenze sessuali, matrimoni combinati – persino per spose bambine – discriminazioni, divieti, imposizioni assurde e umilianti, impedimenti allo studio, al lavoro, alla carriera, al voto e alla partecipazione politica, negazione della facoltà di decisioni di vita tra le più elementari. Ma le donne, molte donne, sono scese in strada. In tante parti del mondo. Per gridare la loro protesta, per far sentire la propria voce. Per reclamare non privilegi ma diritti. Diritti, ripeto, a beneficio di tutti, non soltanto delle donne”.

Gabbia di vetro

“Non possiamo rimanere estranei al loro grido di libertà. A questa lotta per le libertà fondamentali”, ha ammonito Mattarella, prima di citare una scrittrice libanese, Najwa Barakat: “Ho vent’anni, come posso vivere in una gabbia di vetro? Voglio allargare i miei rami, estendere le mie radici, respirare largamente quanto i miei polmoni. Niente al mondo può fermarmi. Sono un torrente impetuoso, un vulcano ruggente, un’energia esplosiva a cui nessun corpo, legge o autorità può impedire di crescere”.

“Ed è appunto per questo – per la paura della libertà che è paura delle donne, della determinazione che manifestano – che la repressione di regimi autoritari si abbatte con ottuso furore sulle proteste legittime”, ha annotato Mattarella, secondo cui “si condanna da sé uno Stato che respinge e uccide i propri figli. Insieme a loro, la repressione uccide il futuro. Non possiamo oggi prevedere l’esito di queste rivolte. Ma sappiamo già che il seme della libertà, il seme gettato dalle giovani donne ha una forza irresistibile”.

“La protesta delle donne per la libertà incrocia una serie di fondamentali mobilitazioni, a livello internazionale, per temi cruciali per il nostro futuro: la pace, la lotta ai cambiamenti climatici e alla povertà, il lavoro, i diritti civili e quelli delle minoranze. La guerra scatenatasi con la sciagurata invasione russa in Ucraina, i conflitti etnici esplosi in diverse parti del mondo, la repressione feroce a opera dei regimi autoritari, il terrorismo internazionale, tentano di riportare indietro la storia, di negare il futuro. La nostra risposta – ha rimarcato il Capo dello Stato – deve essere ferma”.

“Va detto no alla sopraffazione, ai conflitti, all’odio, alla violenza. Occorre promuovere e lavorare per affermare il diritto internazionale, il multilateralismo, la collaborazione, il dialogo. Anche su questo fronte – ha concluso Mattarella – le donne sono preziose e determinate costruttrici di pace, di tolleranza, di amicizia, di equilibrio, di libertà. C’è un forte legame tra la libertà delle donne e la speranza.  Buon 8 marzo a tutte!”.

 


La Marca (Pd): auguri a tutte le donne! Soprattutto alle tante che non possono vivere in libertà

ROMA\ aise\ –Oggi è la festa della donna, di tutte le donne, soprattutto di quelle che, ancora oggi, non possono vivere in libertà. Una giornata che, quest’anno, non può che assumere un valore diverso dopo la tragedia del naufragio avvenuto, solo pochi giorni fa, a Steccato di Cutro (Crotone). I morti accertati, fino a questo momento, sono 72, tra cui 17 bambini”. Così Francesca La Marca, senatrice Pd eletta in Centro e Nord America, che, facendo suo “l’appello di tante donne calabresi” ha deciso di “non festeggiare l’8 marzo”.

La Senatrice Francesca La Marca

Quanto alla manifestazione organizzata sulla spiaggia di Cutro per, si legge nel volantino, “onorare le donne, madri che hanno sognato la libertà per i loro figli ma che hanno trovato un governo ostile, disumano, respingente”, La Marca scrive: “anche se purtroppo non potrò essere lì con loro su quella “spiaggia della disperazione” il mio pensiero sarà per e con loro, in quel luogo teatro di una tragedia che forse poteva essere evitata”.

 

 

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