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19:16pm16 Marzo 2023 | mise à jour le: 16 Marzo 2023 à 19:24pmReading time: 6 minutes

Papa Francesco: in Ucraina ormai è guerra mondiale

Papa Francesco: in Ucraina ormai è guerra mondiale
Photo: iStockPapa Francesco ha festeggiato 10 anni di Pontificato

Pronto a parlare a Putin. I suoi 10 anni di Pontificato; le encicliche

 (NoveColonneATG) Roma – “In poco di più di cent’anni ci sono state tre guerre mondiali: ‘14-18, ‘39-45, e questa che è una guerra mondiale. È cominciata in pezzetti e adesso nessuno può dire che non è mondiale. Le grandi potenze sono tutte invischiate. Il campo di battaglia è l’Ucraina. Lì lottano tutti. Questo fa pensare all’industria delle armi”. Secondo Papa Francesco, quella in corso ormai da più di un anno in Ucraina è a tutti gli effetti un conflitto ormai mondiale, e non più limitato solamente al territorio ucraino invaso dalla Russia. In una intervista alla Radio televisione svizzera, Bergoglio sottolinea: “Un tecnico mi diceva: se per un anno non si producessero le armi sarebbe risolto il problema della fame nel mondo. È un mercato. Si fa la guerra, si vendono le armi vecchie, si provano le nuove”.

Papa Francesco parla apertamente di Vladimir Putin, spiegando che se oggi avesse l’opportunità di farlo, “gli parlerei chiaramente come parlo in pubblico. È un uomo colto. Il secondo giorno della guerra sono stato all’ambasciata di Russia presso la Santa Sede a dire che ero disposto ad andare a Mosca a patto che Putin mi lasciasse una finestrina per negoziare. Mi scrisse Lavrov dicendo: ‘grazie ma non è il momento’. Putin sa che sono a disposizione. Ma lì ci sono interessi imperiali, non solo dell’impero russo, ma degli imperi di altre parti. Proprio dell’impero è mettere al secondo posto le nazioni”.

Il Pontefice ricorda però altri di guerra attivi in questo momento nel mondo, e dei quali si parla meno: “Il conflitto dello Yemen, la Siria, i poveri Rohingya del Myanmar. Perché queste sofferenze? Le guerre fanno male. Non c’è lo spirito di Dio. Io non credo nelle guerre sante”. Un passaggio dell’intervista è dedicato anche alle ipotesi di dimissioni che da tempo ormai circolano, sebbene più volte smentite: Papa Francesco spiega che un fattore che, in linea ipotetica, potrebbe portarlo a lasciare sarebbe “una stanchezza che non ti fa vedere chiaramente le cose. La mancanza di chiarezza, di sapere valutare le situazioni. Anche il problema fisico, può darsi. Su questo domando sempre e seguo i consigli”.

Gli effetti devastanti di un bombardamento in Ucraina

 

I 10 anni di un pontificato dalla parte degli ultimi

 (NoveColonneATG) Roma – “Sapete che era dovere del conclave dare un vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali siano andati in capo al mondo per prenderne uno…”. Così Papa Francesco ha salutato per la prima volta la folla davanti a San Pietro Basilica di San Pietro il 13 marzo 2013. Pochi delle migliaia di fedeli riuniti in piazza sapevano esattamente chi fosse il gesuita argentino, cardinale Jorge Mario Bergoglio. Prima del conclave, l’arcivescovo di Buenos Aires non aveva attirato molta attenzione mediatica al di fuori della sua terra natale. Era ben noto negli ambienti cattolici, tuttavia, avendo già avuto buone possibilità di succedere al defunto Papa Giovanni Paolo II nel 2005. Ma l’incarico andò al cardinale Joseph Ratzinger che divenne Papa Benedetto XVI.

Dieci anni dopo, molti esperti vaticani faticano ancora ad inquadrare realmente il papato di Francesco, sempre in bilico tra un’immagine familiare, rassicurante e alcuni aspetti sfuggenti del suo pensiero. Ma c’è una cosa su cui tutti possono concordare: Papa Francesco è diverso. Bergoglio, già unico per essere stato il primo papa non europeo dall’VIII secolo, ha cominciato a fare scalpore quando scelse il suo nome papale. Mentre molti pontefici hanno parlato con ammirazione di San Francesco d’Assisi, che ha predicato sulla necessità per i cristiani, soprattutto ecclesiastici, di emulare Gesù vivendo in povertà, e sul rispetto per la natura, nessun papa lo aveva mai onorato prima, prendendo il suo nome.

La scelta del nome è stata subito colta come un segnale ben preciso dell’approccio che il nuovo pontefice avrebbe dato alla sua politica. Non a caso, in 10 anni è stato ben 6 volte ad Assisi. “Papa Francesco è un gesuita francescano”, ha detto il vaticanista olandese Hendro Munsterman. “Apprezza la povertà, la semplicità, l’ambiente e il dialogo interreligioso. Vuole riparare la chiesa come ha fatto il santo del XIII secolo, perché è danneggiata”. E l’enfasi del papa sulla semplicità è stata evidente in tanti piccoli gesti, sin dal marzo 2013: Francesco, con le scarpe logore, ha preso alloggio non nel Palazzo Apostolico, ma nella foresteria vaticana. Ha preferito incontrare persone ai margini della società, come rifugiati e prigionieri. Ha scelto una piccola Fiat o una Renault per spostarsi, senza auto di lusso.

 

Le encicliche, i viaggi all’estero  il Covid

 (NoveColonneATG) Roma – Piccoli segni accompagnati da grandi parole. Nel 2015, Francesco ha fatto notizia in tutto il mondo quando la sua enciclica ambientale “Laudato Si” ha chiesto un’azione globale rapida e unitaria contro il cambiamento climatico, il consumismo e lo sviluppo irresponsabile. Ha anche partecipato alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2015 per sostenere questo messaggio.

In 10 anni, ha scritto in totale 3 encicliche. La prima, “Lumen fidei”, è arrivata soltanto pochi mesi dopo la sua elezione, nel luglio 2013. Dedicata alla fede come dono divino, da cullare e rafforzare, ha preceduto “Laudato si” (2015).

Poi, nell’ottobre 2020, è arrivata “Fratelli tutti”, una considerazione sui temi della fraternità e dell’amicizia sociale.

Parecchi dei suoi 40 viaggi all’estero come papa lo hanno portato ai margini delle società in ogni parte del mondo, e ha aspramente criticato le nazioni industrializzate per aver approfittato dei paesi più poveri.

Durante la pandemia di COVID-19, ha esortato le nazioni più ricche a impegnarsi a condividere i vaccini con i paesi in via di sviluppo. Memorabile è rimasta la sua silenziosa e solitaria passeggiata in una piazza San Pietro deserta, immagine potente della solitudine che stava attraversando le persone in tutto il mondo, costrette in casa dalla pandemia.

Ma, nonostante i tentativi della Chiesa cattolica di essere al di sopra della politica, il mandato di Francesco è stato anche fortemente politico, scuotendo secoli di eurocentrismo della Chiesa. “È chiaro che papa Francesco è il primo papa veramente globale. Ha liberato il cattolicesimo dal suo tradizionale approccio moralista borghese”, ha detto lo storico della chiesa Massimo Faggioli.

 

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