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14:06pm19 Giugno 2018 | mise à jour le: 19 Giugno 2018 à 14:06pmReading time: 4 minutes

La Fiera dell’italiano

Alla Scuola elementare Pierre de Coubertin di Saint-Léonard

Da sin.: Ida Pisano (dir. scuola), Carmela Bonifacio ed Enza Monaco (insegnanti), Giovanna Giordano (Comites) Giuseppe Priolo (Comites), Erminio Piccolino (dir. PICAI) e Rosario Ortona (EMSB) insieme agli alunni della scuola elementare Pierre De Coubertin che hanno preparato “La Fiera dell’italiano”

Foto f_intravaia

Sapientemente guidati dalle due insegnanti Carmela Bonifacio ed Enza Monaco, anche quest’anno gli alunni della Pierre De Coubertin hanno scatenato tutta la loro fantasia e il loro savoir-faire in occasione della “Fiera dell’italiano”.

«Siamo alla conclusione di un altro anno fenomenale in cui l’insegnamento dell’italiano ha sempre avuto un posto di primo piano. In questa scuola – afferma la direttrice Ida Pisano – ci sono 490 alunni di cui il 90% circa – è la terza generazione – è d’origine italiana. Tutti i bambini, dalla prima alla sesta elementare, frequentano dei corsi d’italiano in ragione di 90 minuti a settimana, anche quelli che non sono “italiani».

«All’inizio dell’anno i bambini che non sono d’origine italiana – spiega Carmela – si chiedono: ma perché devo imparare l’italiano? Non mi interessa! Allora cerco di coinvolgerli e di motivarli facendo leva soprattutto sulla loro creatività e sulla mia passione per l’arte. Piano piano, iniziano ad interessarsi, ad imparare e finiscono per essere attratti dai progetti che prepariamo.  Io dico sempre che gli alunni devono “innamorarsi” dell’Italia per poter imparare l’italiano ed è quello che abbiamo cercato di fare».

I risultati – continua l’insegnante – sono stati eccezionali. I bambini delle classi 4°, 5° e 6° hanno lavorato sodo fin dall’inizio dell’anno, sacrificando spesso una buona parte dell’ora di pranzo per preparare tutti questi bellissimi lavori che vedono protagonista l’Italia.

Hanno sviluppato diversi temi a partire dal progetto geografico che illustra tutte le regioni italiane; hanno fatto delle ricerche su Google Earth per poter vedere e permettere anche agli altri di visitare virtualmente alcuni dei monumenti o luoghi più famosi d’Italia. Hanno preso delle vecchie sedie dismesse per ridipingerle con scene italiane. Hanno ricreato, fin nei minimi dettagli, 4 villaggi nelle 4 stagioni differenti. Hanno fatto le maschere del Carnevale di Venezia e della Commedia dell’Arte ed hanno dedicato del tempo anche all’ambiente trasformando le bottiglie di plastica in fiori, per sottolineare tutta l’importanza delle cosiddette “3R”: ridurre, riciclare, riutilizzare ed hanno fatto delle ricerche sulla musica italiana dagli anni 70 in poi. Tutti i tavoli in cui hanno esposto i loro lavori – aggiunge Carmela – erano dotati di un “QR code” per poter permettere di ascoltare le relative presentazioni tramite tablet o telefoni».

 

Favole, eroi, amicizia

Enza, invece, ha lavorato con i bambini più piccoli delle classi 2° e 3° che hanno presentato e illustrato delle favole come quella, ad esempio, di “Sono io il più forte”, che insegna a rispettare e a rispettarsi, ed hanno sviluppato dei progetti sull’amicizia e sulla figura del loro eroe preferito.

Carmela Bonifacio, Patricia Lattanzio (consigliera Saint-Léonard e commissario EMSB) ed Enza Monaco

Foto f_intravaia

Gabriella, Angelina, Olivia, Massimo, Gabriele, Siena, Lia, Eva, Emily, elencare tutti i bambini che hanno preparato la “Fiera dell’italiano” sarebbe impossibile! Ma tutti erano, però, estremamente orgogliosi e fieri di poter mostrare il risultato dei loro sforzi, del loro impegno, delle loro discussioni con le insegnanti, con i genitori, con i nonni, fieri di poter comunicare con loro in italiano.

Complimenti a tutti, siamo sicuri che ogni sforzo ed ogni ora passata a fare qualcosa in italiano non è e non sarà mai vana!  

 

Creatività rima con italianità

Alla “Fiera” era presente anche Rosario Ortona, originario di Isca sullo Ionio, commissario scolastico della EMSB di cui fa parte la scuola Pierre De Coubertin. «Sono rimasto positivamente sorpreso da quello che ho visto, dalla creatività e del lavoro svolto sia dai docenti che dai bambini che hanno dato una bella dimostrazione della loro italianità, di come imparano l’Italiano, di come lo sentono e lo vivono, veramente qualcosa di cui essere fieri e orgogliosi».

 

Mantenere la propria identità

«Mi meraviglio sempre di più – ha commentato la presidente del Comites di Montréal Giovanna Giordano– di come i bambini riescano a capire la nostra cultura e a parlare l’italiano. La lingua italiana è la chiava di tutto: della cultura, della conoscenza, della scoperta della propria identità ed è veramente importante continuare a mantenere questo nostro bellissimo patrimonio. Ho sempre cercato di promuovere l’integrazione dell’insegnamento dell’italiano nelle scuole. Bisogna continuare a farlo, tutti insieme: genitori, insegnanti, commissari scolastici ed enti gestori dei corsi».

 

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