«Un giorno lavorerò con Tornatore!»
Foto f_intravaia
Neanche il tempo di riprendere fiato dalle fatiche di “Succession” di Michaela Di Cesare che Davide Chiazzese è di nuovo in scena, sempre al Centaur, nella “pièce” “Hosanna”, scritta dal drammaturgo quebecchese Michel Tremblay nel 1973.
«È uno spettacolo – afferma Davide – che abbiamo portato in scena tre anni fa vincendo diversi premi. In quell’occasione furono soltanto 800 le persone che riuscirono a vederla. Ora, la direzione del teatro ha deciso di riproporlo ed è la prima volta che viene prodotto in inglese a Montréal. È la storia di una coppia omosessuale che si interroga sulla propria identità, sulla propria femminilità o mascolinità, ed è una delle prime opere che tratta di questo soggetto».
Davide Chiazzese è nato a Montréal da genitori d’origine siciliana. La sua passione per il teatro viene da lontano. Il padre, emigrato a Montréal all’età di 19 anni, veniva da Cattolica Eraclea, la madre da Ribera.
«Per mio padre – spiega l’attore – era molto importante mantenere vive le sue radici. Ha fatto parte di diverse associazioni e spesso ci portava alle attività che organizzavano, dai balli folkloristici agli spettacoli teatrali. A 7 anni ho recitato in uno di questi spettacoli dell’Associazione Trinacria. Poi non ho più fatto teatro fino a 16 anni quando papà è deceduto. A quel punto ho sentito il bisogno di “ricollegarmi” con quelle radici e ho detto a Salvatore Sciascia, che quando ero piccolo mi diceva che avevo del talento, che “avrei voluto fare ancora del teatro”. Così è stato, da “Gioia di paradiso”, a “Uomo e galantuomo” di Eduardo De Filippo, con il Gruppo Teatrale Trinacria. A quel punto mi sono reso conto che quello che avrei voluto fare da grande era … l’attore! Studiavo per diventare medico, come avrebbe desiderato mio padre, ma alla fine mi sono iscritto alla Scuola di teatro e sono diventato attore! In realtà – prosegue Davide – sono stato molto fortunato perché da quando ho iniziato, quasi una decina di anni fa, ho sempre recitato in ruoli interessanti».
Ti piace di più fare l’attore comico o drammatico?
«Direi tutti e due però, se devo scegliere, sono più portato per le parti drammatiche. Le storie di famiglia sono le mie preferite. Mi piacciono molto le opere di autori come Arthur Miller, Tennessee Williams, Anton Cechov.
Per quanto riguarda gli attori mi piacciono molto Philip Seymour Hoffman, deceduto qualche anno fa. Ha recitato in oltre 50 film e più di 25 spettacoli teatrali a Broadway, era capace di fare ruoli sempre diversi, mai la stessa cosa! Poi Kevin Spacey, Gene Hackman, Julianne Moore tra le donne, Roberto Benigni e il suo “La vita è bella”, un film eccezionale, tra gli italiani. Ma il mio sogno è di lavorare un giorno con un altro siciliano, Giuseppe Tornatore. Ha realizzato nel 2009 il film “Baaria” che racconta la vita nel comune palermitano di Bagheria dagli anni trenta agli ottanta circa seguendo la storia di una famiglia per tre generazioni. È il mio film preferito! Non so come si fa ma un giorno …reciterò con Tornatore! »
A parte il teatro fai anche cinema o tv?
«Poco! Vorrei farlo, ma a Montréal, in inglese, è veramente difficile. I ruoli a disposizione degli attori anglofoni sono pochi e di secondo piano, per questo faccio più che altro teatro. Però posso recitare anche in francese. L’ho fatto per la prima volta nel novembre scorso al Teatro Duceppe interpretando il ruolo di “Steve” nella commedia “Les secrets de la Petite-Italie” di Steve Galluccio. Mantenersi facendo solo teatro in inglese è quasi impossibile, bisogna recitare nelle due lingue oppure fare anche cinema, tv o pubblicità. La vita dell’attore è così, spesso intensa, a volte con dei vuoti, dipende dai ruoli che si riescono ad avere!».
Progetti futuri?
«Finita “Hosanna” andrò in vacanza in Italia. A luglio compirò 30 anni. Penso sia arrivato il momento di fare un bilancio. Finora ho realizzato diversi miei desideri come attore di teatro. Voglio riflettere, esplorare, fare qualche esperienza come regista, lavorare un po’ a Toronto nel cinema e nella tv e, perché no, sviluppare qualcosa di più “italiano”. Da qualche anno sto scrivendo qualcosa che parla della relazione con mio padre e con mio fratello, delle nostre radici comuni ma anche delle nostre differenze. Con “Succession” ho riscoperto la parte italiana di me e la mia italianità è una cosa che non posso certo mettere da parte!».
“Hosanna” di Michel Tremblay
Dal 15 maggio al 10 giugno, al Centaur Theatre, 453, St-François-Xavier, Montréal.
Regia di Mike Payette, con Eloi Archam Baudoin e Davide Chiazzese.
Info e Biglietti: 514-288-3161; https://centaurtheatre.com