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17:15pm15 Gennaio 2019 | mise à jour le: 15 Gennaio 2019 à 17:15pmReading time: 3 minutes

Preservare il patrimonio artistico di Guido Nincheri

Preservare il patrimonio artistico di Guido Nincheri
Photo: F. IntravaiaRoger Nincheri davanti al disegno con una scena della natività che ricorda la nascita della figlia Tracy

Il 9 dicembre scorso si è tenuta, presso il Centre Funéraire Côte-des-Neiges una mostra eccezionale di disegni di Guido Nincheri (1885-1973). Sono state esposte, solo per un giorno, una trentina di opere che fanno parte di un corpus di 297 pezzi acquistati alcuni anni fa da “Réseau Dignité”.

Ospite e presidente d’onore della mostra, curata da Gian Carlo Biferali, con la collaborazione di Egidio Vincelli, Roger Nincheri, nipote di Guido, che ha condiviso con i presenti alcuni momenti della storia e del percorso artistico del nonno.

«I disegni di grandi dimensioni che abbiamo potuto ammirare in questa occasione – ha spiegato Roger Nincheri – sono di estrema importanza per capire la figura e l’opera di mio nonno. Sono i disegni preparatori, i cosiddetti “cartoni”, delle tante vetrate che nonno Guido ha realizzato in diverse chiese del Nord America. Dietro ad ogni figura, ad ogni volto, ad ogni particolare, c’è una conoscenza approfondita non solo della storia della Chiesa e della religione ma anche della natura, in tutti i sensi, fin nei minimi dettagli ed io lo so bene perché ho insegnato per tanti anni geologia e geografia nelle scuole.

Quando nel 2002 sono andato in pensione – ha continuato – ho iniziato a fotografare e catalogare in maniera sistematica tutte le opere di mio nonno. Sono arrivato a catalogarne 135 su 220. Ora, putroppo, anche a causa della mia età, ho dovuto rallentare ma continuo a farne l’interpretazione. Ogni volta che parlo delle sue opere, o che faccio una visita guidata per farle conoscere al grande pubblico, scopro nuovi dettagli interessanti e commoventi e mi sembra di compiere un viaggio straordinario attraverso la storia e la religione.

Ad esempio, quando sono andato a Baie-Comeau per visitare e fotografare la chiesa di Sainte-Amélie, ad un certo punto, proprio mentre ero davanti ad un ritratto di Sainte-Amélie, si avvicinò una signora anziana che mi disse: “Signor Nincheri, avevo 16 anni quando suo nonno fece questo ritratto”. La signora poi aggiunse che ora ne aveva 92!
In una chiesa di Jonquière – ha aggiunto il nipote – davanti ad una vetrata, in cui è raffigurata una natività, mi sono commosso perché in essa ho riconosciuto il volto di mia figlia!

Se finora ho catalogato le opere del nonno lo devo anche all’incoraggiamento dell’ex direttore del Museo Dufresne-Nincheri, il signor Paul Labonne che mi spinse a farlo. Ora però, il Museo, che possiede una copia dell’inventario, non sembra granché interessato a valorizzarle o perlomeno a farle conoscere meglio.

Per questo, una mostra come quella della collezione “Dignité” rappresenta un momento straordinario di approfondimento e di conoscenza. Bisognerebbe fare qualcosa di più, bisognerebbe che non solo la comunità italiana ma tutta la comunità artistica potesse far conoscere meglio la sua opera perché rappresenta un patrimonio inestimabile non solo per il Québec, ma per tutta l’America del Nord e merita di prendere il posto che gli spetta».

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