Sono trascorsi nove mesi da quel tragico 6 aprile, quando la terra ha scosso terribilmente l’Abruzzo e la coscienza degli italiani all’estero. Immediatamente in tutto il mondo è cominciata la corsa della solidarietà per venire in aiuto alle popolazioni gravemente colpite dal terremoto. A Montreal, il Congresso Nazionale degli Italo-Canadesi, Regione Quebec ha mobilitato la Collettività italiana organizzando un Comitato, denominato “SOS Abruzzo”, di cui hanno fatto parte i seguenti organismi: Fondazione Comunitaria, Ass. Famiglia Abruzzese, Federazione delle Associazioni d’Abruzzo, Comitato degli Italiani all’Estero, Casa d’Italia, Centro Leonardo da Vinci, Camera di Commercio Italiana, CGIE, CFMB 12.80 AM, CIBPA e da numerose Federazioni, Associazioni e Clubs.
I fondi raccolti, circa 870.000$, sono stati trasferiti alla Croce Rossa Canadese e, su autorizzazione del Comitato, destinati quale contributo della Comunità italiana di Montreal alla ricostruzione del villaggio di Onna. Tale contributo rappresenta circa il 10% del costo totale del progetto.
Il 9 dicembre scorso il Comitato SOS Abruzzo è stato invitato a Roma dalla Croce Rossa Italiana, in occasione della Cerimonia organizzata per ringraziare i maggiori donatori che hanno partecipato alla ricostruzione del villaggio di Onna. Erano presenti delegazioni provenienti dal Quebec, dalla Svizzera e dal Principato di Monaco. La delegazione del Quebec era composta da: Giuseppe Di Battista, Giovanni Rapanà e Guido Piccone che hanno partecipato su base volontaria e a proprie spese e da Ginette Archambault, direttrice Attività Internazionali della Croce Rossa Canadese, Divisione del Québec.
La cerimonia si è tenuta nella sede centrale della Croce Rossa Italiana, alla presenza degli invitati. Ha dato il benvenuto il direttore della CRI Leonardo Carmenati che ha commentato alcune diapositive proiettate su schermo gigante, della tragica situazione di alcune località dell’Abruzzo tra le quali, le più colpite, il centro storico di L’Aquila e i villaggi, praticamente rasi al suolo, di Onna e San Gregorio. A sua volta è intervenuto il Presidente della CRI Francesco Rocca che ha ringraziato la Croce Rossa nel mondo che ha risposto in maniera positiva all’appello della CRI e i grandi donatori, tra i quali, in ordine d’importanza per il contributo donato, la Città di Roma con un milione di euro e la comunità italiana del Quebec con circa ottocentosettantamila dollari. È stata poi la volta della Presidente della CRI della Regione Abruzzo Maria Teresa Letta che ha raccontato di aver ricevuto, immediatamente dopo il disastro, la prima telefonata e i primi aiuti proprio da un’Associazione di Montreal. Al termine degli interventi il presidente Rocca ha donato una medaglia ricordo della CRI a tutti i delegati e il signor Di Battista ha ringraziato e ha porto i saluti del Congresso e della collettività italiana di Montreal.
Il giorno successivo un pulman ha condotto la delegazione in Abruzzo. Primo scalo a L’Aquila, al Campo Base della CRI, e poi il villaggio di Onna.
Guardare le vecchie case ridotte a cumuli di macerie faceva venire in mente le rovine dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale, come li vediamo spesso nei films. Un paesaggio distrutto immerso in un silenzio surreale, quasi stesse meditando sulle vittime perite sotto le sue rovine. A poche decine di metri in un vasto terreno messo a disposizione per la ricostruzione della nuova Onna, un grande pannello porta l’insegna della Croce Rossa Italiana e della Provincia Autonoma di Trento. Un villaggio nuovo, fatto di case di legno che ricordano molto le nostre abitazioni canadesi. 94 unità abitative costruite in soli 43 giorni da aziende della Provincia Autonoma di Trento. Al centro sorge la scuola materna, la gente sull’uscio di casa lanciava sguardi curiosi sulla delegazione guidata dalla dott.ssa Letta, impegnata ad illustrare la realizzazione a tempo di record di questo villaggio che sorge su un terreno donato dal proprietario a condizione che il nuovo insediamento urbano preservasse gli alberi esistenti. Un giovane che nella tragedia aveva perduto i familiari ha invitato a visitare la propria abitazione di cui è fiero. «Ci troviamo bene qui, sicuramente molto meglio di tanti altri, e credo che ci resteremo per molti anni». Vive con la moglie e due bambini in quella casa di legno, con un salottino due camerette, cucina e bagno.
Andiamo via da Onna, con lo sguardo nella piazza dove alcuni manovali stanno colando il cemento per realizzare le basi di una costruzione che dovrà ospitare gli operai della ditta incaricata di raccogliere e smaltire le macerie. Segno che, solo questa operazione, richiederà molto tempo.
San Gregorio, stesso spettacolo: villaggio distrutto e più su, sulla collina, un grande cantiere a cielo aperto per la ricostruzione del nuovo insediamento urbano. Centinaia di operai si avvicendano a turni di 5 ore e lavorano senza sosta per vincere la dura battaglia contro il tempo. Finalmente giungiamo a L’Aquila e ci dirigiamo verso il centro storico. Dal viale principale si notano ovunque gli squarci sui muri delle case e dei palazzi oramai vuoti e transennati. Il centro storico di L’Aquila è privo d’accesso alle auto, la città sembra interdetta. Tutti col naso all’insù ad osservare i segni evidenti della devastazione. Palazzi, chiese e abitazioni che dovranno essere demoliti perché fortemente danneggiati. Un’esperienza senza precedenti che ha lasciato un ricordo e un segno indelebile nella nostra memoria e nella nostra coscienza.
Giuseppe Di Battista e Giovanni Rapanà