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15:51pm23 Gennaio 2018 | mise à jour le: 23 Gennaio 2018 à 15:51pmReading time: 4 minutes

I Di Feo, immigrazione e lotta sindacale

Alla ricerca di un ideale e di una vita migliore

Francesco Di Feo davanti ad un murales della CSN

(Foto: 1996. Francesco Di Feo)

Vi presentiamo la traduzione in italiano del secondo dei due testi, scritti dal regista e documentarista Giovanni Princigalli, che il “Centre d’histoire de Montréal” ha pubblicato sul suo sito internet “Mémoires des Montréalais”, dossier “Mémoires d’immigrations” (ville.montreal.qc.ca/memoiresdesmontrealais).

 

Come molti italiani, la famiglia Di Feo ha lasciato il proprio paese alla ricerca di una vita migliore. Stabilitosi a Montréal, Francesco ha perseguito questo ideale impegnandosi nella lotta sindacale.

Nei primi anni ’50 molti italiani, principalmente del sud della penisola, hanno lasciato la loro terra per cercare altrove una vita migliore. Molti di loro erano contadini e si sono uniti alla classe lavoratrice nelle principali città industrializzate del Nord America, dell’Europa e persino dell’Australia.

Una delle destinazioni era il Belgio. Lì, nel 1956, in una miniera di carbone a Marcinelle, 262 lavoratori, la maggior parte dei quali erano italiani, morirono a causa di un incendio. Tra i sopravvissuti c’era Mario Di Feo, emigrato dalla provincia di Avellino, che, dopo questa terribile tragedia, decise di emigrare a Montréal.

Colui che mi racconta questa storia è suo fratello maggiore Francesco, che oggi (nel 2017), ha 84 anni: “La vita nelle miniere era troppo difficile. I lavoratori si ammalavano o morivano in gravi incidenti. Ecco perché mio fratello è venuto qui a Montréal, per lavorare in campagna, perché in Italia eravamo contadini. Sono andato in Svizzera e poi in Germania. La mia esperienza di emigrante in questi paesi è stata deprimente e gli abitanti erano dei reazionari.

Prima di emigrare, avevo studiato per diventare prete, ma ho perso la fede e sono diventato un comunista. Mio fratello mi ha portato qui a Montréal ed ha chiamato le mie sorelle e i miei genitori che sono morti qui. Nessuno della mia famiglia è tornato a vivere nel nostro paese in Italia”.

 

Lavorare come sindacalista

Francesco Di Feo

(Collezione personale Francesco Di Feo)

 

Francesco Di Feo ha vissuto prima nella Piccola Italia, poi vicino a rue Fleury, dove vive ancora in una modesta casa di sua proprietà. Ha un bellissimo e grande giardino a due livelli, degno di un vero contadino italiano. Ha fatto diversi mestieri prima di entrare in contatto con il centro sindacale della CSN, che gli ha offerto l’opportunità di lavorare come sindacalista. “Ero di sinistra e loro erano vicini ai valori socialisti. Era una cosa adatta a me e ho accettato. Volevano che io aiutassi gli italiani che lavoravano nella costruzione. Le loro condizioni di lavoro erano difficili”.

Di Feo è anche apparso nel documentario di Arthur Lamothe Le mépris n’aura qu’un temps del 1969, sponsorizzato dalla CSN. Il film è stato prodotto in seguito ad un incidente mortale in un cantiere di Montréal in cui diversi lavoratori, per lo più italiani, erano morti.

 

Fondatore della FILEF

 

Di Feo ha vissuto tutta la sua vita nella militanza sindacale e al fianco degli italiani di Montréal. Con alcuni amici, ha fondato la Federazione Italiana Lavoratori Emigranti e Famiglie (FILEF) o Federazione Italiana Lavoratori Emigrati e le loro Famiglie. La loro sede è stata incendiata da ignoti. Di Feo e compagni sospettano la mafia o elementi dell’estrema destra italiana di Montréal. Di Feo ha anche diretto il sindacato italiano di Montréal, INCA CGIL, che offre ancora assistenza legale gratuita agli emigrati italiani. Ha anche militato nella Carovana dell’amicizia Québec-Cuba. Di Feo dice: “È stata fondata dai Quebecchesi, ma c’erano anche degli italiani. Per anni abbiamo portato a Cuba materiale educativo e medico”.

Oggi Francesco Di Feo è in pensione. Produce il suo vino e si prende cura del suo giardino, dove coltiva pomodori, basilico e diversi tipi di verdure. Mi dice che è rimasto sempre un contadino. Si siede su una sedia nel centro del suo giardino e aggiunge: “Il vecchio contadino ha bisogno di riposo”. Rimane in silenzio, poi va a prendere una bottiglia di vino per offrirmi un bicchiere.

Traduzione di Gian G.Pollifrone. Si ringraziano Giovanni Princigalli e il Centre d’histoire de Montréal: Plongez dans l’histoire de la ville et de ses habitants!

I documentari “Ho fatto il mio coraggio” e “Prima o dopo Sant’Anna” sono in vendita a 20$ chiamando il 514-277-3229.

 

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