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15:38pm8 Dicembre 2020 | mise à jour le: 8 Dicembre 2020 à 15:38pmReading time: 4 minutes

Antonietta Carangelo e il Premio Habitat Design 2020

Antonietta Carangelo e il Premio Habitat Design 2020
Photo: Foto cortesiaAntonietta Carangelo

Pochi giorni fa Antonietta Carangelo, titolare di “Carangelo Design” (https://carangelodesign.com/), ha ricevuto il gradito premo Habitat Design per la sezione “Unités modèles aménagées” relativa al progetto di 74 unità di condominio chiamate “Néo Condos de Saint-Léonard”

Antonietta ha ottenuto questo ambito riconoscimento per la categoria di condomini il cui costo non supera i 325.000$. «Per questo progetto – spiega la designer d’interni – ho scelto le cosiddette “finishes”, le finiture come, ad esempio, il colore della cucina, il ripiano in  quarzo, il colore dei muri, la decorazione, il divano, le sedie di un verde profondo, gli accessori, per creare un ambiente che può essere definito “contemporaneo” ovvero, né troppo moderno, né troppo classico, ma un ambiente il cui stile può durare negli anni. Ho scelto materiali dal look naturale, ad imitazione del legno, con colori soffici e con mensole sospese al muro.

È un progetto quello dei “Néo-Condos” che vuole ridare vita e portare un po’ di rinnovamento a questo settore un po’ “vecchio” e quella che io ho decorato è veramente l’unità modello che tutti possono visitare.

Sono veramente contenta per questo riconoscimento – prosegue Antonietta – perché viene dal “mio ambiente”, da coloro che fanno il mio stesso lavoro e questo per me è un motivo di orgoglio».

Nata a Montréal da genitori originari di Benevento, Antonietta è cresciuta a Laval ed ha frequentato da bambina i corsi d’italiano del sabato mattina: «Quando hai 7,8 o 9 anni – racconta – non hai tanta voglia di andare a scuola il sabato mattina ma oggi sono molto grata ai miei genitori di esserci andata perché mi permette di continuare a parlare italiano anche se, in famiglia, parlavamo e parliamo più il dialetto beneventano che il vero italiano».

Antonietta ha iniziato a fare l’arredatrice di interni una decina di anni fa. «Prima lavoravo nel marketing e nelle relazioni pubbliche di una grande azienda come l’Oreal Canada, poi sono arrivati i figli, mi sono fermata per qualche anno e in seguito sono tornata a scuola per sviluppare meglio la mia passione per il design d’interni».

L’unità modello arredata da Antonietta Carangelo. I condomini si trovano sulla via Jean-Talon, tra Viau e Lacordaire

 

Quali sono le sue fonti d’ispirazione?

«Sono varie; guardo tutto quello che c’è su internet ma preferisco i siti dei grandi fornitori di materiali per capire e studiare le tendenze del momento, i fabbricanti di pavimenti, di ceramica, di cucine. Poi è chiaro che quando lavoro con i clienti devo tenere conto delle loro esigenze, se qualcuno vuole qualcosa di molto moderno non posso proporgli una cosa troppo classica».

 

Tendenze e colori del momento?

«La gente – spiega – vuole sempre di più i materiali naturali, non vuole qualcosa di troppo “fabbricato”. Preferisce tornare alle materie naturali come la pietra, il legno, il ferro, vogliono ritrovarle nelle loro case. Per quanto riguarda i colori anche qui si privilegiano il “greige”, il beige, il verde, c’è una voglia di avvicinarsi alla terra e alla natura con colori che non stancano l’occhio.

 

Un consiglio per ogni stanza della casa?

«Per la cucina direi che bisogna mettere in valore gli armadi. Per il bagno, la ceramica. Per il salotto, tutto ciò che è “conforto” come, ad esempio i cuscini. Per la camera da pranzo l’illuminazione del tavolo. Per la camera da letto “l’habillage” del letto e per la camera dei figli una parete finita in cemento o con la carta da parati».

 

Covid e lavoro, come ha “conciliato” le due cose?

«I primi due mesi sono stati difficili, poi dopo la “riapertura” c’è stato un vero boom perché la gente non potendo andare in viaggio ha voluto fare qualcosa per migliorare le proprie case. Per me la grande novità è stata la forte richiesta da parte dei clienti di creare uno spazio per poter lavorare. Molte persone sono state prese di sorpresa e hanno dovuto adattarsi alla situazione. Ma lavorare sul tavolo della cucina si può fare per una settimana, due, un mese ma poi se diventa a lungo termine, come lo è diventato, non funziona più. Allora ho avuto molte richieste per creare all’interno di una casa, grande o piccola che sia, uno spazio adatto per poter lavorare. Penso che il telelavoro sarà destinato a rimanere. Il mio lavoro è quello di trovare la migliore soluzione per ogni cliente».

 

 

 

 

 

 

 

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