La quinta edizione di "CIBPA Cibo & Vino"
Foto Paul Doumit
Il Museo Grévin di Montréal, con le sue oltre 120 statue di cera a grandezza naturale di personaggi illustri del mondo politico, sportivo, dello spettacolo, della storia, ha fatto da insolita cornice, il 24 maggio scorso, a “CIBPA Cibo & Vino”, l’appuntamento dell’Associazione delle persone d’affari e professionisti italo-canadesi di networking e di degustazione di vini.
«Cibo & vino – ha spiegato il presidente della CIBPA Salvatore Cimmino – sta diventando ormai una tradizione. Sono già diversi anni che organizziamo questo evento in partenariato con “Italvine”, agenzia d’importazione, promozione e commercializzazione di vini italiani, che questa sera ci permette di fare la conoscenza con i vini prodotti dall’azienda vinicola campana Feudi di San Gregorio, ancora poco noti al grande pubblico montrealese. Grazie poi alle eccellenti proposte gastronomiche del “Traiteur Bon Appetit” abbiamo potuto offrire, alle circa 140 persone presenti, un ottimo abbinamento tra il cibo e il vino. Al di là delle degustazioni tale iniziativa ci permette sia di fare “networking”, cioè di creare l’occasione per stabilire eventuali rapporti d’affari e di scambio tra i vari membri del nostro organismo, sia di raccogliere fondi per il tradizionale programma relativo alle borse di studio: 55 anni di sforzi e di raccolte fondi ci hanno permesso di consegnare ben 2100 borse di studio agli studenti universitari e di investire, quindi, nei professionisti di domani».
I vini dell’Irpinia
Foto Paul Doumit
Alla serata era presente Andrea Fabiano, responsabile commerciale dell’Azienda vinicola “Feudi di San Gregorio” che si trova nelle colline dell’Irpinia (nel comune di Sorbo Serpico). L’azienda, che attualmente possiede 300 ettari di vigneti, la maggior parte dei quali in Campania, è nata nel 1986 e l’anno scorso ha prodotto 3,5 milioni di bottiglie. Il 35% della produzione è destinata all’esportazione.
«Per questa occasione particolare – ha detto Fabiano – abbiamo scelto 5 vini che pensiamo siano tra i più rappresentativi della regione, provenienti da due vitigni antichissimi e ben rappresentativi di questa zona e di questo territorio d’origine vulcanica (il Vesuvio è a pochi passi) ma diffusi un po’ in tutto il sud dell’Italia: la Falanghina del Sannio e l’Aglianico. Proprio la matrice vulcanica del terreno e la presenza di escursioni termiche – ha spiegato – conferiscono ai vini prodotti in questa zona delle caratteristiche e delle sfumature molto particolari che non si ritrovano altrove. I vini degustati sono stati: la Falanghina del Sannio (bianco) DOC 2016; il Rubrato Aglianico (rosso) DOC 2015; il Lacryma Christi (rosso) DOC 2015; l’Aglianico dal Re (rosso) DOC 2014 ed infine il Taurasi (rosso) DOCG 2012. Solo il secondo e l’ultimo sono al momento disponibili presso la SAQ.