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17:58pm18 Settembre 2018 | mise à jour le: 18 Settembre 2018 à 17:58pmReading time: 6 minutes

Per la salute mentale degli adolescenti

L’11° edizione della "Notte in Bianco" della famiglia Guzzo

Maria e Vincenzo Guzzo, rispettivamente: vice presidente e responsabile attività filantropiche; vicepresidente esecutivo dei Cinema Guzzo

Foto f_intravaia

«Quando, nel 2007, io e Vincenzo ci siamo sposati – spiega Maria Guzzo – abbiamo fatto il ricevimento di nozze nella nostra casa di Terrebonne e tutti ci hanno fatto i complimenti per la sua riuscita. Allora ho detto a mio marito: perché invece del “solito” torneo di golf non organizziamo una serata filantropica, in bianco, proprio nella nostra casa?»

Così è nata la “Notte in Bianco”, un avvenimento che è diventato ormai una tradizione con il marchio “Guzzo”.

«Sono 11 anni che la facciamo, sempre alla stessa data, il primo giovedì di settembre che per me – aggiunge Maria – rappresenta la fine dell’estate e vogliamo farlo in bianco proprio per  sottolineare il “nostro” ultimo giorno estivo: da domani – ride – non porterò più il bianco! La “Notte in Bianco” è diventato un appuntamento molto atteso. Ormai non devo neanche più chiamare per vendere i biglietti. È la gente stessa che mi telefona per dire: posso venire quest’anno? Ci sono ancora biglietti?»

 

Più di 300 000 $

Questa 11° edizione, alla quale hanno partecipato 375 persone, ha permesso di raccogliere oltre 300 mila dollari che saranno destinati alle ricerche sulla salute mentale dei bambini e degli adolescenti condotte dall’Università McGill, dall’Ospedale Jewish General e dall’Ospedale Shriners.

«In 11 anni – afferma Maria che sta ultimando un Dottorato in Psichiatria infantile presso la facoltà di medicina dell’Università McGill – abbiamo raccolto per questa causa oltre 3 milioni di dollari, un bel risultato. Purtroppo ci sono molti adolescenti che soffrono di problemi mentali, di depressione e angoscia. Io stessa sto conducendo una ricerca su questo argomento. I risultati saranno presto diffusi a livello internazionale tanto è vero, e per questo sono molto contenta, a dicembre andrò a Roma per parlare ad una conferenza internazionale».    

 

Qual è la situazione di questi bambini?

«La ricerca che stiamo conducendo – spiega Maria Guzzo – si basa sulla scrittura creativa e riguarda un campione di 300 bambini dagli 11 ai 15 anni. Dai primi risultati si può dedurre che problemi come l’angoscia e la depressione sono molto più presenti di quanto si possa immaginare e le ragioni sono molto spesso legate ad un uso da “dipendenza” dei cellulari e dei media sociali e del bullismo esercitato sulle piattaforme sociali. Oggi nessuno si parla più se non attraverso i cellulari! Io ho 5 figli, il più grande ha 21 anni, la più piccola 8. Mio figlio di 13 anni ha da poco un cellulare perché se non ce l’ha si sente perduto, isolato e angosciato in quanto tutti i suoi coetanei ne hanno uno. A casa nostra abbiamo stabilito delle regole piuttosto severe per limitarne l’uso. Ad esempio, quando mio figlio va a scuola deve lasciare il cellulare a casa. Con questo non voglio dire che io abbia ragione, ognuno stabilisce le sue regole; però, stando alle mie ricerche, credo di fare la cosa giusta!».  

 

Il bianco, simbolo di purezza!

«La nostra non è una raccolta fondi tradizionale. Facciamo pochi discorsi e non perdiamo tempo a farci i complimenti. Facciamo una festa – spiega con la sua abituale franchezza Vincenzo Guzzo – beviamo, mangiamo e balliamo. Ogni anno mia moglie sceglie un o una cantante, quest’anno la scelta è caduta su Gloria Gaynor e la sua “disco music”, tanto per ricordarci di quando eravamo un po’ più giovani, ed abbiamo un ospite d’onore che questa volta è stato l’astronauta canadese Steven Glenwood McLean, molto sensibile alle cause umanitarie. Non siamo “esagerati” nella raccolta fondi, non ne facciamo un’ossessione, ogni anno riusciamo a mettere insieme intorno ai 300 mila dollari e pensiamo che questa ricetta “in bianco”, sia quella vincente!»

Vincenzo Guzzo è un uomo super attivo. Dal 20 settembre, infatti, sarà un “Dragon” nella popolare trasmissione televisiva canadese “Dragon’s Den” che andrà in onda su CBC, con il compito di ispirare e guidare, senza peli sulla lingua, dei giovani imprenditori a trovare la loro strada ed, eventualmente, a fare affari con loro. «Mi chiamano “Mr Sunshine” – scherza Vincenzo ma non troppo – perché sono come una fonte di luce per la gente, sono come il sole che scalda e fa del bene ma quando si è troppo vicini al sole … ci si può anche bruciare!».

I cinema Guzzo

Emigato in Québec nel 1966 Angelo Guzzo, padre di Vincenzo, apre il suo primo cinema, “Le Paradis”, nel 1974. Lo rinnova nel 1976 e diventa il primo proprietario indipendente ad aprire, a Montréal, un cinema con tre sale.

L’acquisto di sale cinematografiche si moltiplica negli anni.

Nel 1990 Vincenzo diventa vicepresidente esecutivo.

Oggi i Cinema Guzzo possiedono 141 schermi.

12 nuovi schermi sono in costruzione a Saint-Jean-sur-Richelieu.

Il cinema di Sainte-Therèse passerà da 8 a 12 schermi.

È in programma la costruzione di 12 nuove sale a Sainte-Dorothée, a Laval.

 

Un “tocco” italiano a Terrebonne

Fra i numerosi invitati presenti alla “Notte in Bianco” abbiamo incontrato Angelo Rubino, 32 anni, cugino di Vincenzo Guzzo. Angelo, in qualità di direttore alle operazioni, è alla guida della catena di negozi “Rubino shoes” insieme al fratello gemello Gerardo, presidente, e alla sorella Sabrina, 27 anni, responsabile marketing. «L’azienda – spiega Angelo – è stata fondata da nostro padre nel 1988. Papà è originario di Novi Velia, in provincia di Salerno, la mamma è della zona di Avellino. Sono emigrati in Québec e papà ha aperto il suo primo negozio di scarpe proprio a Terrebonne dove noi figli siamo cresciuti. Il primo cinema Guzzo che ha funzionato veramente bene è sorto proprio qui a Terrebonne, due belle storie di famiglia. Abbiamo portato – sorride Angelo – un tocco italiano a Terrebonne!»

Angelo Rubino

Foto f_intravaia

«I negozi Rubino – prosegue Angelo – stanno andando molto bene, continuiamo ad espanderci. Un mese fa abbiamo aperto il nostro 32mo negozio a Trois-Rivières e cerchiamo anche di diversificare i nostri affari investendo in altri campi come quello della ristorazione.

Io e mio fratello siamo due avvocati di professione ma nel 2011 ho lasciato la pratica per dedicarmi all’azienda di famiglia. Mi dicevano – aggiunge scherzosamente Angelo – che ero “l’avvocato delle cause perse!” Allora mi sono detto: è meglio che mi dedico alle cause vincenti, quelle delle scarpe!»

Angelo e Gerardo recentemente hanno fatto una sostanziosa donazione al Gala “Insieme” svoltosi al Centro Leonardo da Vinci e sono diventati governatori della Fondazione Comunitaria Italo-Canadese. Perché? «Perché ci teniamo ad essere vicini alla comunità italiana!», conclude Angelo.

 

 

 

 

 

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