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14:56pm24 Maggio 2018 | mise à jour le: 24 Maggio 2018 à 14:56pmReading time: 5 minutes

Un mestiere… in armonia!

Incontro con Floriano Telatin, tecnico, restauratore e accordatore di pianoforti

Floriano Telatin nel suo laboratorio pieno di attrezzi del mestiere

Foto f_intravaia

Se c’è una cosa che il signor Floriano conosce come le sue tasche è il pianoforte: come è fatto, da quali materiali è composto, come si accorda, come si restaura, dai tasti e dal meccanismo fino alla parte più decorativa.

Nato a Bassano del Grappa nel 1944, Floriano è emigrato a Montréal nel 1962, a 18 anni, per raggiungere il fratello che lavorava già in questo settore. Il mestiere lo hanno imparato dal padre che faceva il tecnico e l’accordatore di pianoforti in una fabbrica di Vicenza che poi fu chiusa dopo la Seconda Guerra mondiale.

«Mio padre – racconta Floriano – si mise in proprio e io da ragazzino andavo in bottega a dargli una mano. Dopo le scuole ho imparato anche il mestiere del falegname così da avere una certa pratica sia dal punto di vista tecnico che da quello del disegno. Mio padre, però, avevo un modo tutto suo di lavorare che poco si accordava con il mio, anche perché non prendevo mai un soldo, e così un giorno gli annunciai che era arrivato il momento di raggiungere mio fratello a Montréal.

Dopo nemmeno tre gioni – continua – ho iniziato a lavorare con lui. In quel periodo lavoravavamo al restauro degli organi nelle chiese. Tra gli altri abbiamo rimesso a nuovo quello della Cattedrale Marie-Reine-du-Monde.

Poi ho deciso di lasciare il restauro e la manutenzione degli organi per dedicarmi completamente ai pianoforti.

Sono diventato il tecnico e l’accordatore ufficiale della scuola di musica Vincent d’Indy dove, prima che fosse accorpata all’Università di Montréal, c’erano qualcosa come 120 pianoforti di cui occuparsi. Ho lavorato per loro per 18 anni. Poi, per altri 11, mi sono occupato dei pianoforti del Conservatorio di musica di Montréal che all’epoca si trovava di fronte all’attuale Palazzo di Giustizia, nella zona della Vecchia Montréal. C’erano una settantina di pianoforti di cui 40 a coda. Nel periodo degli esami entravo la mattina presto e uscivo da lì la sera tardi.

Contemporanemente mi occupavo dei pianoforti di diverse congregazioni di suore come, ad esempio, quella di Sainte-Anne a Lachine e degli strumenti di altre scuole e collegi.

Oggi – prosegue l’artigiano – dopo più di 55 anni di mestiere, mi dedico più che altro ai privati».

 

Attrezzi, martelletti, tasti

Nel suo laboratorio-atelier di R.d.P. Floriano possiede una quantità infinita di attrezzi e di strumenti necessari ad accordare, restaurare e rivitalizzare ogni tipo di pianoforte. Molti li ha ereditati dal padre, alcuni li fabbrica lui stesso, in base alle sue esigenze.

Mi mostra una serie di foto relative ai lavori fatti per i suoi clienti. Alcuni vanno al di là del semplice restauro per entrare decisamente nel campo dell’arte. Non si tratta solo di smontare, pezzo per pezzo, un pianoforte, di occuparsi dei tasti, delle corde, dei martelletti, dei meccanismi che fanno funzionare tutte queste cose insieme, ma anche di intarsiare il legno, a volte addirittura con le foglie d’oro, perché spesso lo strumento, oltre al suo valore come tale, possiede anche un valore come elemento di decorazione che fa la sua bella figura in un salotto o in uno studio.

«Quello dell’accordatore – afferma Floriano – non è un mestiere che si improvvisa. Ci vogliono anni per impararne i segreti ed ogni piano ha le sue caratteristiche, i suoi pregi e i suoi difetti, il suo legno, principalmente abete ed acero, di cui è costituito. Il problema principale, almeno qui a Montréal e nel Québec, è quello della temperatura, del caldo e del freddo, dell’umidità e dell’aria troppo secca nelle case. I pianoforti ne subiscono le conseguenze. Dico sempre ai miei clienti di mettere un umidificatore che può aiutare a mantenere l’accordatura del piano più a lungo.

L’altro elemento che influisce di più sulla performance di questo strumento è il modo di usarlo e la sua manutenzione. Faccio un esempio, i martelletti che percuotono le corde e che sono azionati dai tasti, in un piano utilizzato un paio d’ore al giorno possono durare sui 60-70 anni mentre al Conservatorio dopo 10 anni sono finiti. E quando devi cambiarli devi cambiare tutta la parte meccanica altrimenti il lavoro rimane sospeso a metà.

Per quanto riguarda i tasti, a parte la base che spesso è in legno d’abete, oggi, nella maggior parte dei casi, sono fatti di materiale sintetico, di plastica. Nel passato si usavano l’avorio per la parte bianca e l’ebano per la parte nera, prima ancora le ossa della vacca. Ogni materiale ha una resa differente al tatto. Ad esempio, il sintetico assorbe meno il sudore delle dita e si rischia di “scivolare” di più sulla tastiera.

Quando poi tutte le varie componenti sono messe a punto si passa all’accordatura. Accordare un piano costa intorno ai 150$ ma tutto dipende dalle sue condizioni. Certo se sono passati 5 anni dall’ultima accordatura il discorso cambia e il lavoro diventa più impegnativo e più costoso per il cliente».

Floriano Telatin parla del suo lavoro con grande passione. Non ha eredi e non ha una “relève” pronta ad imparare questo mestiere che oscilla tra l’artigianato e l’arte. «Mia nipote, in Italia – aggiunge – fa l’accordatrice. Le ho detto: vieni a prenderti tutti i miei attrezzi, io ho quasi 75 anni ed è tempo di rallentare. L’importante è farlo con passione!».

 

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