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15:07pm24 Maggio 2011 | mise à jour le: 24 Maggio 2011 à 15:07pmReading time: 8 minutes

Appuntamento con la nostra storia

Quella del 15 maggio rimarrà una data scolpita nella memoria della comunità italiana di Montreal. La data in cui la “chiesa degli italiani”, come è stata e viene ancora definita dai media francofoni e anglofoni, vale a dire la chiesa Madonna della Difesa, ha celebrato i suoi primi cento anni di storia. La parrocchia, infatti, fu creata nel 1910, ma i lavori per realizzare la chiesa come noi la vediamo oggi, furono avviati nel 1919, seguendo il progetto di un parrocchiano, il pittore e maestro vetraio italo-canadese Guido Nincheri (1885-1973), coadiuvato dall’architetto Roch Montbriand. Nel 2002 la chiesa ha poi ricevuto dal Ministero del Patrimonio, il riconoscimento ufficiale di “luogo storico nazionale del Canada”. E domenica 15 maggio non poteva esserci testimonianza più bella dell’amore e dell’affetto che la comunità italiana nutre nei confronti della “Difesa” situata nel cuore della Piccola Italia. Oltre un migliaio di persone, dai più anziani della nostra comunità ai più giovani, hanno stipato fino all’inverosimile la chiesa assistendo alla messa della consacrazione ufficiale celebrata dal cardinal Jean-Claude Turcotte in compagnia del parroco Monsignor Igino Incantalupo e degli altri sacerdoti.

   La festa, nonostante la giornata di pioggia, è proseguita poi sotto il grande tendone allestito nell’adiacente Parco Dante. Una festa semplice e calorosa, allietata dalla presenza della Banda Dieni, dei musicisti Tony Cianciullo e Tony Comodari e da altri intrattenitori. La “regia” della festa e delle celebrazioni è stata affidata a Nick Di Tempora, presidente del comitato organizzatore del centenario, ed Elio De Lauri, presidente del comitato della festa, che hanno fatto un lavoro eccezionale e a cui va il merito, insieme ai rispettivi comitati, di aver lavorato sodo nel solo interesse di sottolineare, nel miglior modo possibile, questo importante appuntamento.

   Il 15 maggio è stato dunque il giorno della fede, della gioia, della fierezza, del senso di appartenenza ad una comunità che affonda le sue radici nella storia, è stato il giorno in cui ritrovarsi tutti insieme e rendere omaggio ai pionieri, ai fondatori, a coloro che hanno costruito la chiesa, a coloro che l’hanno frequentata, che vi hanno celebrato i momenti più belli della loro vita e anche quelli più difficili, il giorno in cui scoprire, con soddisfazione, che il lavoro fatto dai predecessori ha trovato degli eredi, i figli dei figli, che continueranno a portare in alto la fiamma della chiesa della Difesa.

 

La testimonianza di Giuseppe Decobellis

 

 Uno dei “bastioni” della comunità italiana, la chiesa Nostra Signora della Difesa, ha vibrato, domenica 15 maggio, sotto l’onda degli applausi di circa 1000 persone che si sono riunite per celebrare i 100 anni della sua fondazione.

 Sono particolarmente fiero di aver contribuito alla tenuta di questo avvenimento storico culminato con la consacrazione della chiesa da parte di Sua eminenza il cardinale Jean-Claude Turcotte. Questa parrocchia e questa chiesa rappresentano le fondamenta stesse della nostra esistenza in suolo canadese, e costituiscono la pietra angolare del triangolo formato da tre importanti istituzioni italiane di cui tutti noi siamo orgogliosi: la chiesa della Difesa, la Casa d’Italia e l’Ospedale Santa Cabrini.

 Oltre ad aver avuto i nostri momenti di reminiscenza in cui ci siamo ricordati delle nostre proprie prime comunioni, delle cresime, dei battesimi dei nostri figli, dei matrimoni e purtroppo dei funerali, abbiamo avvertito la presenza dei nostri antenati che hanno calcato questi stessi gradini della chiesa e questo stesso suolo che conduce all’altare per ricevervi i sacramenti: i Nincheri, i Gagliardi, Dieni, Decobellis, D’Iorio, Martino, Cordasco, Palma, Giannetti, Seccareccia, Calabrese, e tanti altri ancora, e un numero non meno impressionante di preti: i Vangelisti, Patriarchi, Pini, Cimichella, Menchini, De Santis, Bertrand, Gaudreau, Carrier e altri, senza dimenticare il non meno devoto fratello Francesco

 È stato per me un vero onore e un piacere potermi associare durante questi ultimi sei mesi a persone della tempra di coloro che hanno formato il comitato del Centenario abilmente diretto da Nick Di Tempora e con il sotto-comitato diretto da Elio De Lauri.

 Ci rallegriamo anche di aver avuto il privilegio di collaborare e di concentrare i nostri sforzi per la prima volta nella storia, sia per la riuscita di questa giornata che per la riuscita di questa raccolta fondi a beneficio della parrocchia, con Monsignor Igino Incantalupo, il primo ad unire questo titolo con quello di parroco della parrocchia nei suoi 100 anni d’esistenza.

 La fiamma è ora consegnata ai giovani delle future generazioni affinché possano raccogliere la nostra eredità, nello stesso modo in cui noi l’abbiamo ereditata dai nostri predecessori, conducendo la parrocchia e la chiesa in una nuova era con la stessa ispirazione, vigore e audacia dei nostri pionieri.

 

La grande festa della Difesa. Testimonianza della signora Annamaria Cerutti

 

Una chiesa gremita ed una comunità in piena letizia, domenica 15 maggio, ha festeggiato il centenario della chiesa in una cornice di gioia e di fede. La  celebrazione eucaristica è stata presieduta da sua eminenza il cardinale  J.C. Turcotte, accompagnato dal parroco Monsignor Igino, dal giovanissimo vice parroco Don Gregorio, da padre Michel dei Servi di Maria, da padre Pierangeli e da monsignor Tamile, arrivato per l’occasione da Casacalenda per unirsi a tutta la comunità in festa. Dopo 100 anni, la rievocazione storica ripete la fama di un tempo riproponendosi come la festa della storia per rivivere, ritrovarsi e rinnovare, in occasione di tale ricorrenza, l’affetto profondo della comunità nei confronti della chiesa Madonna della Difesa. Le numerose presenze hanno avuto un grande significato, anche coloro che abitano lontano da questa comunità hanno sentito il desiderio di ritornare con gioia per onorare i nostri  pionieri emigrati verso la fine del 19mo secolo. Molti non sono più tra noi, ma ancora tanti figli dei figli dei nostri connazionali ricordano con fierezza i sacrifici fatti dai loro genitori, sacrifici  fatti con amore, generosità e attaccamento a qualcosa che domani sarebbe stata una preziosa finestra della loro terra nativa. Era gente semplice, arrivata con un sacchetto di vestiti e di ricordi. Dentro quel sacchetto, in mezzo alle altre cose più care, misero anche un santino della Madonna e una grande dose di sentimenti religiosi, morali e tradizionali. Hanno portato in questa terra di adozione, la luce, il coraggio e la fede. Hanno sentito il desiderio di pilotare il nucleo familiare intorno ai sacerdoti italiani, sacerdoti che parlavano la loro lingua e davano loro il sostegno necessario per superare  gli ostacoli più duri come il clima, la lingua, la cultura e tantissime altre cose.

   I figli della prima generazione sono quindi legati alla Madonna della Difesa e nelle grandi occasioni vengono qui nella casa di Dio che è anche casa nostra, perché conserva tutti i nostri ricordi, tutti i nostri  sentimenti. In lei troviamo  sempre un rifugio sicuro tanto nella gioia  per il giorno del matrimonio e battesimo quanto nei momenti di dolore per la scomparsa dei nostri cari.

Sono stati i nostri pionieri che hanno messo pietra su pietra per edificare con   fierezza e tanta buona volontà la loro parrocchia, la loro casa, la loro chiesa che oggi è la nostra chiesa, la nostra parrocchia, la nostra cattedrale,  la più bella, la più grande, la più artistica di tutte le chiese italiane dell’isola di Montreal e forse di tutto il Canada, e per questo prezioso tempio di Dio dobbiamo ringraziare  e ricordare il nostro grande concittadino, maestro e pittore, Guido Nincheri.

Se la chiesa è ancora in piedi, dobbiamo dire grazie ai Servi di Maria che per 90 anni con il loro zelo apostolico e sacrifici hanno assistito la comunità italiana per la preservazione della fede. Da non dimenticare Padre Manfriani prima della Guerra e Padre Evangelisti durante la prima e la seconda guerra mondiale. Non è stato facile durante la depressione assistere e soccorrere i nostri connazionali, un centinaio dei quali finirono internati nel campo di prigionia di Petawawa, ebbene, furono nel vero senso della parola periodi molto tristi, senza sole ma…solo pioggia, tristezza, dolore. Ma con la devozione e la fede la Madonna della Difesa ha protetto sotto il suo manto i suoi figli smarriti ma devoti. Ci batte il cuore come ai discepoli di Emmaus sapendo che i nostri pionieri hanno iniziato il cammino di fede nel 1910   e  noi, figli dello stesso Dio, diciamo come i discepoli, resta con noi Signore e  conserva la nostra parrocchia, la nostra lingua, il nostro percorso e le nostre famiglie. E per concludere vogliamo ripetere la dedica che scrisse Gugliemo Evangelista,  parroco fin dagli inizi della costruzione della nuova chiesa nel 1919: “Questa chiesa è stata costruita a gloria di Dio, per il bene delle anime e in onore del popolo italiano”.

 

 

 

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