Arte e spettacolo
15:30pm8 Settembre 2020 | mise à jour le: 8 Settembre 2020 à 15:30pmReading time: 4 minutes

L’album “Alive in Italia” di Paul Reddick

L’album “Alive in Italia” di Paul Reddick
Photo: Foto cortesiaPaul Reddick con i suoi collaboratori in Italia

di Francesca Sacerdoti –   sacerdoti.francesca@gmail.com

Abbiamo avuto recentemente il piacere e l’onore di intervistare un grande nome internazionale del blues, Paul Reddick, di cui da poco è uscito il suo ultimo album “Alive in Italia”, un intenso live che registra la performance del 10 novembre 2019, eseguita assieme alla band italiana “The Gamblers” presso il Museo Tornielli in Ameno, Novara.

Reddick, una grande carriera, ha ricevuto nel 2016 per il suo LP Ride The One il Juno Award per il miglior album blues e negli anni ha collaborato con importanti artisti quali Colin Linden, Tom Wilson, e Monkey Junk, solo per citarne alcuni. Abbiamo chiesto al “Poet Laureate of the Blues”, come spesso viene chiamato, di dirci qualcosa di più in merito a questa esperienza.

 

L’idea alla base di “Alive in Italia”

 «Il bassista dei The Gamblers, Gabriele Dellepiane, ha fissato uno show per noi ed ha suggerito – racconta Reddick – che registrassimo uno spettacolo da usare per fare promozione. Abbiamo ascoltato la nostra performance ed abbiamo pensato che la qualità, davvero emozionante, fosse tale che potesse diventare un album. Poiché abbiamo avuto del tempo a disposizione durante questo periodo di Covid, il chitarrista della band, Steve Marriner, ha mixato i file che poi abbiamo fatto masterizzare. La casa discografica Stony Plain Records ha accettato di lanciarlo. Così, all’improvviso, questo lavoro si è trasformato in un album. Ma veramente la motivazione primaria – continua – è stata quella di “fare un po’ di soldi” per poter tornare in Italia e suonare di nuovo. Così possiamo sederci fuori a bere un bicchiere di vino (ride!)».

 

Sentirsi vivi

Paul Reddick prosegue entrando nel dettaglio, parlandoci della scelta riguardante il nome di questo ultimo lavoro. «Volevamo mettere in chiaro che è un album live, che non ho mai fatto in precedenza. Dunque abbiamo discusso diversi nomi, ed è stata non solamente l’idea di suonare dal vivo ma anche quella di sentirsi vivi (n.d.r. alive) e sentirsi ispirati dall’essere con i nostri amici in Italia che ci ha motivato. Pertanto nell’album utilizziamo una combinazione di inglese ed italiano per le note inserite nel Compact Disc. È pensato – aggiunge – per celebrare l’idea di prendere vita, di tornare alla vita in un posto meraviglioso assieme ai tuoi amici».

Con Alive in Italia, Reddick presenta una sorta di retrospettiva che spazia attraverso i suoi precedenti lavori, dando vita ad un disco unico nel suo genere, intenso profondo, una sorta di ritratto musicale di quella incredibile serata in Italia e di una profonda amicizia. «È veramente un documento reale di quella performance».

 

L’amore per l’Italia e l’amicizia

«È strano quando hai degli amici che sono lontani da te. Quattro anni fa, Gabriele mi ha comprato un biglietto per andare in Italia per fare alcuni concerti. Dunque ho volato da Toronto a Genova, poi ho preso il treno per Chiavari, ed a cena ho chiesto quale fosse il programma. Mi ha risposto: “Il programma è che adesso sei in vacanza!”. Dunque mi avevano ingannato! Sono rimasto per un mese. Queste sono persone a cui tengo veramente molto. Quando suoniamo insieme c’è sempre una sorta di celebrazione e l’idea di assaporare il momento. E la musica è veramente qualcosa di magico, da condividere con altri musicisti, con gli spettatori, è sempre così, ma specialmente quando vado in Italia e sono con i miei amici, in qualche modo diventa una cosa affettiva».

«Abbiamo suonato – racconta ancora Paul Reddick in merito ad Alive in Italia – in un bellissimo ed antico spazio, credo un centro culturale, in questa fantastica piccola città. Già solamente la sensazione di essere in quel posto meraviglioso, in quella stanza, con quel vecchio legno, il suo suono, spero che la registrazione possa in qualche modo riprodurre quell’esperienza. Quando lo ascolto mi emoziono; è stata una bellissima serata».

«Sono riconoscente del fatto che posso andare in un posto così e vedere le persone apprezzare la musica che viene dal Canada. La musica – aggiunge – è qualcosa in grado di mettere in contatto. Gli spettatori italiani sono veramente appassionati, quando finiamo di suonare e parliamo con loro, mettono le mani sui loro cuori ed anche sul mio e questo è sicuramente qualcosa di diverso da ciò che ci si aspetta di trovare».

 

 

 

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