Arte e spettacolo
14:45pm14 Settembre 2017 | mise à jour le: 14 Settembre 2017 à 14:45pmReading time: 4 minutes

Tutti i “colori” di Puccini!

Il Maestro Giuseppe Grazioli dirige la Tosca all’Opera di Montréal

Oltre che dirigere numerose opere in Italia e all’estero, il Maestro Grazioli si dedica anche alla diffusione del repertorio italiano del ‘900 di autori quali, ad esempio, Nino Rota, Gino Marinuzzi, Alfredo Casella

Foto per gentile concessione

La 38ma stagione dell’Opéra de Montréal si apre, sabato 16 settembre, con la prima della “Tosca” di Giacomo Puccini, uno dei più bei melodrammi del repertorio operistico italiano e mondiale. A dirigerla è stato chiamato Giuseppe Grazioli.

D’origine milanese, con quasi 40 anni di carriere alle spalle, il Corriere Italiano ha chiesto al Maestro come si sta preparando ad affrontare il palcoscenico montrealese.

«Sono già stato a Québec City per dirigere alcune produzioni operistiche, tra cui proprio la Tosca nel 2015, ma è la prima volta – spiega Grazioli – che vengo a Montréal, una città che mi ha fatto una bellissima impressione perché ha le qualità di una città europea senza i difetti e le qualità di una città nordamericana senza i difetti! Diciamo che è una situazione ideale e ogni volta che vengo in Canada mi trovo benissimo.

Per quanto riguarda Tosca, questa è un’opera che fa “tremare” i polsi a tutti, tanto ai cantanti che al direttore. Ma quello che ci dà coraggio è la bellezza delle note e l’estrema aderenza al testo teatrale. Puccini è uno di quei compositori che con la musica riesce a regalare quelle emozioni che non sono descrivibili a parole, la musica le descrive in maniera quasi diretta. Per questo Puccini continua a piacere anche alle nuove generazioni, perché ci parla direttamente, senza sovrastrutture».

Quindi Tosca è un’opera ancora attuale; cosa può trasmettere ai giovani?

«Può trasmettere dei sentimenti che tutti noi abbiamo provato ma che sono anche di natura inconfessabile. Ci sono sentimenti che quasi abbiamo vergogna a comunicare come, ad esempio, la gelosia, che a volta comporta un livello di sofferenza personale. In Tosca c’è poi il tema della violenza che purtroppo, al giorno d’oggi, è sotto gli occhi di tutti; e ancora il tema della presenza, che è tutta italiana, della chiesa, della religione nella nostra vita, tutti temi  affrontati da Puccini più di 100 anni fa ma che sono estremamente attuali!».

 

Maestro, in che lingua lavora?

Mescoliamo un po’ le lingue perché è una produzione internazionale. A volte obbligo i cantanti  a comunicare in italiano ma lo faccio semplicemente per abituarli al suono della lingua, mi piace che ci sia questa naturalezza del linguaggio. Una buona parte del lavoro delle prove consiste nel riuscire a cantare il testo come potrebbe cantarlo un italiano, con tutti i colori che diamo noi italiani quando parliamo la nostra lingua.Se abbiamo una “fortuna” è proprio quella di avere una lingua dove ogni parola ha una sua velocità, una sua linea melodica, semplicemente anche quando parliamo. Questo è anche il motivo per cui l’Italia ha prodotto così tanti compositori d’opera, proprio perché la nostra lingua, ancora prima di esser cantata, è già una melodia».

 

Che effetto le fa dirigere un’opera italiana all’estero?

«Mi fa molto piacere ed è un motivo d’orgoglio. Sento di poter comunicare qualcosa che per noi italiani è innato: cadenza, musicalità, colori, tutte cose che, allenandosi bene, potrebbero risucire a trasmettere anche dei cantanti stranieri».

 

Quindi, quali saranno i “colori” di Tosca a Montréal?

@R:«Tosca è un’opera scritta da Puccini con una precisione maniacale, la durata delle note, le dinamiche, tutto è stato pensato al “millimetro”. La prima operazione che si deve fare è di “ripulirla” da una serie di convenzioni di comodo che sono state date solo per avere la vita più facile ma che ci allontanano in realtà dal testo scritto da Puccini. Quando si leggono le testimonianze dell’epoca si nota come quest’uomo, nello scrivere le note di Tosca, avesse già pensato alla regia che voleva; tutto è stato programmato affinché anche l’azione sul palcoscenico fosse controllata dal compositore, in ogni dettaglio. Faccio un esempio, basta rallentare il canto, il ritmo di una parola per comunicare qualcosa, una sensazione, uno stato d’animo e spesso i cantanti, per comodità, per pigrizia, per cercare la soluzione più semplice e non stancarsi troppo, si sono allontanati da questa strada. Quindi bisogna togliere questa patina “grigia” che è stata data alla partitura e fare quasi come se si restaurasse un quadro della fine dell’800, per ritirare fuori tutti i colori di Puccini!».

Tosca, il 16, 19, 21, 23 settembre, ore 19:30, alla Sala Wilfrid-Pelletier di Place des Arts. Info e biglietti: 514-985-2258 o 514-842-2112; operademontreal.com

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