Arte e spettacolo
17:37pm21 Marzo 2017 | mise à jour le: 21 Marzo 2017 à 17:37pmReading time: 3 minutes

Quando le radici parlano piemontese

Rose-Élise Cialdella espone alla Casa della Cultura di Montreal-Nord

Rose-Élise Cialdella

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Si intitola “Jusqu’à la langue de mon âme” (Fino alla lingua della mia anima) ed è un “percorso”, attraverso 7 grandi tele e 25 quaderni dalla foderina disegnata, alla ricerca delle proprie radici e della propria lingua materna.

A compiere questo viaggio artistico è Rose Élise Cialdella che espone le sue opere alla “Maison culturelle et communautaire” di Montreal-Nord.

Rose Élise è nata in Quebec nel 1957 da genitori d’origine piemontese. «I miei venivano da Torino; sono emigrati negli anni ’50 e quando sono arrivati – racconta l’artista, che di professione è ideatrice e redattrice pubblicitaria – si sono perfettamente integrati alla società quebecchese. Tra di loro, e con i miei nonni, parlavano in dialetto piemontese, con noi figli parlavano in italiano e al di fuori delle mura di casa parlavano in francese. Cosicché il piemontese era un po’ un ricordo di gioventù.

Ma un giorno un’amica di mia madre venne da Torino a farci visita e cominciarono a parlare in piemontese. Per me fu una folgorazione! Ho iniziato a riscoprire questa lingua, più che mai materna, che mi ricollegava alle mie radici. Da quel momento – prosegue la signora Cialdella – mi è venuta voglia di approfondire il mio lato piemontese e ho trovato una “sponda” attenta e molto competente in Bruno Villata, professore di Lingue e letteratura all’Università Concordia, non solo uno dei massimi studiosi della lingua piemontese ma anche storico e ricercatore che ha messo in luce il fatto che la presenza dei Piemontesi nella “Nouvelle France”, attraverso il “Reggimento Carignano”, risale addirittura al XVII secolo. Ci sono molte vicinanze culturali e lingustiche tra Francia, Piemonte e Quebec. Ci sono molte connessioni che sento mie e che ho cercato di riflettere in questa esposizione che va “dritta” fino alla lingua parlata da mia madre, che non sapevo che prendesse così tanto spazio dentro di me».

La mostra presenta un percorso in tre tappe: la prima si chiama “Naitre”, e nelle grandi tele si ritrovano elementi e simboli di una parte e dell’altra di questi due mondi; la seconda “Trionfé” (direttamente in piemontese), in cui i colori si accendono e i punti di contatto tra l’anima quebecchese e quella piemontese sono ancora più evidenti. La terza è “Connecter”, i quaderni. «Ho chiesto alla gente di dirmi tre parole significative nella loro lingua materna – spiega Rose-Élise – e ho deciso di disegnare delle copertine di quaderni ispirandomi a queste tre parole con l’idea che la gente possa esprimersi, connettersi, con la propria lingua materna».

Rose Élise ha cominciato a dipingere nel 2013. «Ho sentito il bisogno di farlo – spiega – per ritrovare, attraverso la pittura e la scrittura – le mie due identità, quella piemontese-italiana e quella quebecchese, per creare un ponte fra questi due anime, un’eredità che voglio trasmettere a mia figlia».

“Jusqu’à la langue de mon âme”, Maison culturelle et communautaire di Montreal-Nord (12.004 boulevard Rolland; mart. a ven. 12-19, fino al 2 aprile)

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