Arte e spettacolo
13:18pm28 Settembre 2021 | mise à jour le: 30 Settembre 2021 à 22:16pmReading time: 5 minutes

Le nuove frontiere musicali di Carmine Emanuele Cella

Le nuove frontiere musicali di Carmine Emanuele Cella
Photo: Foto cortesia "Le Vivier"Carmine Emanuele Cella, compositore e ricercatore in matematica

Résonance Croisées – Residenze e creazioni musicali Québec/Europa

Giovedì 7 ottobre, alle ore 19:30, presso la Sala multimediale (MMR) della Scuola di Musica Schulich dell’Università McGill (CIRMMT), il compositore e matematico marchigiano Cermine Emanuele Cella, presenterà un trittico per strumenti a percussione aumentata.

Il concerto-evento è presentato nel quadro delle iniziative dell’organismo “Le Vivier” che opera per la diffusione delle nuova musica sulla scena culturale quebecchese, in collaborazione con la rete degli Istituti culturali nazionali dell’UE tra cui l’Istituto Italiano di Cultura di Montréal.

Carmine Emanuele Cella, matematico, compositore, ricercatore e sperimentatore nei rapporti tra la matematica e la musica, insegna dal 2019 Musica e Tecnologia presso il CNMAT (Center for New Music and Audio Technologies) dell’Università della California a Berkeley.

Cosa può fare la tecnologia per supportare la creazione artistica? Questo, in estrema sintesi, è il terreno di gioco del professor Cella che ha trovato a Berkeley uno spazio adeguato per poter mettere insieme e sviluppare allo stesso tempo le sue due anime di matematico e di musicista-compositore, due binari che nel suo caso non procedono paralleli ma si incontrano per dare vita a risultati sorprendenti.

Non è la prima volta che Cella viene a Montréal in quanto vi ha già trascorso un periodo di tempo per il suo Dottorato in Matematica all’Università McGill, ed ha partecipato ad un convegno sull’orchestrazione. Ma è la prima volta che torna nelle vesti di compositore per presentare il suo progetto artistico.

«Ho iniziato a suonare il pianoforte a sei anni e, allo stesso tempo, a programmare un computer. Da allora – racconta il professore-compositore – non ho più smesso di fare queste due cose. Da una parte ho studiato Filosofia e Matematica, dall’altra Musica e Composizione finche nel 2013 queste due strade si sono incrociate all’IRCAM di Parigi (Institut de Recherche et Coordination Acoustique/Musique) dove ho potuto iniziare a fare ricerca e a sviluppare alcuni progetti artistici grazie ad alcune commissioni per orchestra e per orchestra elettronica.

Il concerto del 7 ottobre a Montréal, che riguarda i cosiddetti strumenti aumentati, parte un po’ da questi presupposti».

 

Due assi di ricerca

«Per semplificare – spiega C.E. Cella – ci sono due grandi assi di ricerca applicati alla creazione musicale di cui mi sono occupato. Il primo è quello che riguarda il campo della creatività computazionale e, in particolare  l’applicazione dell’intelligenza artificiale alla creazione musicale. Un prodotto di questa ricerca è “Orchidea”, un software per l’orchestrazione assistita, ovvero utilizzare un computer per aiutare un compositore ad orchestrare.

Il secondo asse di ricerca è quello che si chiama “aumentazione degli strumenti”. Fa parte di quel grande campo che è la realtà aumentata. Dunque perché non aumentare anche la realtà sonora degli strumenti musicali? Ho iniziato con le percussioni, grancassa, timpano, ecc. perché sono grandi e la loro taglia aiuta questo processo. Come funziona? Si mette un sensore sullo strumento, il sensore capta le azioni che il musicista fa, le manda ad un processore che può essere un computer e il computer fa delle azioni necessarie a cambiare la natura di queste interazioni e spedisce dei segnali direttamente sullo strumento grazie ad un “attuatore”, una specie di base che vibra. Ciò crea un’aumentazione del suono, crea il cambio del timbro di uno strumento. In tal modo posso avere, ad esempio, una grancassa che suona come una bottiglia di vetro colpita da un cucchiaino o un timpano che suona indefinitamente, cambia la natura dello strumento.

Un’altra cosa che puoi cambiare è l’interazione con il musicista. Per esempio, puoi fare diversi tipi di gesti: colpire lo strumento, strisciare, usare le unghie, usare un battente e a ciascuno di qusti gesti può corrispondere una reazione diversa dello strumento.

 

Il trittico

Proprio per “illustrare” questi principi e per far vivere al  pubblico un’esperienza inedita, nel concerto del 7 ottobre presenterò un trittico di composizioni.

La prima – spiega Cella – sarà “InsideOut” per tre percussionisti e un pianista in cui gli strumenti sono piazzati praticamente ai quattro lati della sala.

La seconda, “Kore”, per un sestetto di percussionisti, il “Sixtrum”, in cui gli strumenti sono collegati tra di loro e collocati intorno al pubblico che in tal modo ha la sensazione di sentirsi “dentro” lo strumento. Cosa succede in questo caso? Poiché gli strumenti sono collegati tra di loro succede che il percussionista suona il proprio strumento ma contemporaneamente suona anche quello del suo collega con effetti davvero sorprendenti.

Il terzo pezzo sarà “Dendrum” in cui le percussioni saranno sia al centro, in una struttura a forma di albero, che intorno al pubblico. In questo caso mi serviro di pedali di chitarra che regoleranno l’interazione tra gli strumenti.

Poco importa la tecnologia che produce il suono e nonostante il grosso apparato tecnologico dispiegato per creare delle nuove sonorità spero che il pubblico non se ne accorga troppo – conclude il compositore – e che possa vivere lo stesso un’esperienza puramente estetica perché quello che succede in un concerto del genere è qualcosa di inaspettato e di “magico”, l’importante è lasciarsi trasportare dal flusso dei suoni».

Per informazioni e biglietti:

https://levivier.ca/fr/concert/saison-2021-22/les-espaces-physiques

 

 

 

 

 

 

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