Arte e spettacolo
16:13pm3 Febbraio 2017 | mise à jour le: 3 Febbraio 2017 à 16:13pmReading time: 5 minutes

Sanremo 2017: ecco i brani in gara

Tra i migliori Chiara, Meta, Masini, Ron. Crozza tra gli ospiti

Carlo Conti con Maria De Filippi al termine della conferenza stampa di presentazione dell’edizione 2017 del Festival di Sanremo. 11 gennaio 2017. ANSA/ RICCARDO DALLE LUCHE

ANSA

Ansa – Dall’ascolto in anteprima delle 22 canzoni dei Big in gara a Sanremo – come sempre, nella sede Rai di Milano, introdotto da Carlo Conti – si ricava una convinzione: i giovani rischiano poco. L’amore, anche quello delle notti profondissime, del cielo senza nuvole e del tu sei aurora e tramonto, domina come non esistesse la realtà. Anche Clementino, pure personaggio interessante, da napoletano parla dei ragazzi di strada ma rimanendo in superficie.

Tornano, dopo molti anni, due canzoni sulla mamma: una la dedica Gigi D’Alessio alla sua madre morta, l’altra è di Ermal Meta, parla di un figlio che salva la madre dalla violenza del padre ed è uno dei brani migliori e un caso isolato.

Ci sono veterani che fanno benissimo il loro mestiere senza correre rischi, tipo Ron e la Mannoia e c’è Marco Masini, che aggiorna il sound e porta in gara una delle canzoni più interessanti.

Ad avvicinare Sanremo ai suoni della contemporaneità sono Samuel, Raige e Giulia Luzi, e Chiara con un brano di alta qualità da interprete importante.

Queste le prime pagelle dei 22 brani, nello stesso ordine in cui sono state fatte ascoltare.

RON – “L’ottava meraviglia” – Una ballata pop rock perfettamente in linea con lo stile di Ron. Rispetta le attese senza essere banale e, in confronto a certi brani in gara, sembra una perla del rock americano.

PAOLA TURCI – “Fatti bella per te” – Un’incursione nel pop contemporaneo up tempo con un testo che è una rivendicazione dell’identità femminile: “tu fatti bella per te … passano inverni e tu sei più bella” canta la Turci.

SERGIO SYLVESTRE – “Con te” – “Così vai via” sono le prime parole del testo scritto da Giorgia. Un evidente omaggio al Claudio Baglioni di “Amore bello” che suona più moderno.

GIUSY FERRERI – “Fa talmente male” E’ un’artista in continuo rilancio. Qui guidano la danza chitarre che suonano un po’ gitane e un po’ western nel tentativo di trovare nuove strade.

MICHELE BRAVI – “Il diario degli errori” – Sembra un po’ presto per un ragazzo di 22 anni compilare il diario degli errori. Pop melodico con suoni à la page in cerca di identità.

ALESSIO BERNABEI – “Nel mezzo di un applauso” – Più o meno “Noi siamo infinito” capitolo due. La dimostrazione di quanto sia difficile realizzare un sequel all’altezza del precedente.

FABRIZIO MORO – “Portami via” – Un omaggio a “La Cura” di Franco Battiato, con le debite proporzioni. A Fabrizio Moro non difettano certo la personalità e l’intensità.

RAIGE E GIULIA LUZI – “Togliamoci la voglia” – Scritto con Zibba, è uno degli arrangiamenti più originali (si sente anche una chitarra slide), un rock pop, con le cadenze del rap.

GIGI D’ALESSIO – “La prima stella” – Dedica questa canzone alla madre morta. E’ puro stile D’Alessio, senza eccessi, un elogio dei buoni sentimenti e della classica melodia pop.

BIANCA ATZEI – “Ora esisti solo tu” – Avete nostalgia di Toto Cutugno e i Ricchi e Poveri? Bene ora c’è Bianca Atzei che ha un pezzo, scritto da Kekko dei Modà, che dice cose tipo “da quando stiamo insieme non esiste più una nuvola”.

MARCO MASINI – “Spostato di un secondo” – Un brano – anche qui c’è la collaborazione di Zibba – di qualità diversa, cantabile ma dalla struttura originale che conferma il feeling che Masini con il festival. Uno dei pezzi più interessanti.

FIORELLA MANNOIA – “Che sia benedetta” – La sua presenza in gara nobilita il cast e la gara. Ed è evidente che la qualità interpretativa della Mannoia danno alla canzone un valore diverso. Proprio per questo, per il suo ritorno all’Ariston, ci si poteva aspettare qualcosa di più coraggioso.

CLEMENTINO – “Ragazzi fuori” – Dalla collaborazione tra Clementino e Marracash era lecito attendersi di più, sia sul piano musicale che su quello del testo. Un rapper napoletano che parla dei ragazzi di strada deve andare più a fondo.

CHIARA – “Nessun posto è casa mia” – Ha avuto coraggio a scegliere un brano così profondo per questa partecipazione che può davvero segnare una tappa fondamentale nel suo percorso.

FRANCESCO GABBANI – “Occidentali’s Karma” – C’è molta ironia in questo testo che mette insieme “panta rei” e “singin’ in the rain”, le “lezioni di Nirvana e Buddah in fila indiana”, un ritornello dance anni ’80 e strofe d’autore.

ELODIE – “Tutta colpa mia” – Una canzone che più tradizionale non si può, eppure Elodie ha vinto “Amici 15”. Il testo l’ha scritto Emma e suona “amore amore amore mio andiamo via”. Il ritorno della formula in voga a Sanremo anni fa.

MICHELE ZARRILLO – “Mani nella mani” – Un ritorno all’Ariston in nome di una fedeltà al proprio stile. Non si possono non notare frasi tipo “tu sei passione e tormento” che non sfigurano accanto ai balocchi e ai profumi.

ERMAL META – “Vietato morire” – Una rara incursione nella realtà, un ricordo della madre ma come vittima della violenza di un uomo. Il testo migliore del festival e uno dei brani più interessanti.

LODOVICA COMELLO – “Il cielo non mi basta” – Un esempio di pop contemporaneo che rimane in superficie, senza cercare la minima increspatura.

ALBANO – “Di rose e di spine” – Albano a Sanremo questo deve fare: cantare una romanza di Puccini travestita da canzone, partendo basso e chiudendo sfidando il muro del suono.

NESLI E ALICE PABA – “Do retta a te” – Anche da Nesli è lecito aspettarsi di più. Alla prima impressione non sembra neanche troppo felice il connubbio tra la sua voce e quella, molto acuta, della vincitrice di “The Voice”.

SAMUEL – “Vedrai” – Il cantante dei Subsonica conosce molto bene il suono della contemporaneità. E si sente. “Vedrai” è uno dei brani più originali tra quelli in gara, una finestra sul presente musicale.

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