Arte e spettacolo
15:17pm18 Ottobre 2022 | mise à jour le: 18 Ottobre 2022 à 15:19pmReading time: 5 minutes

La storia e la carriera di Gino Quilico e dei suoi genitori

La storia e la carriera di Gino Quilico e dei suoi genitori
Photo: Foto Yvette CapkoLa copertina del libro dedicato a Gino Quilico

Pubblicata la biografia della famiglia Quilico scritta da Connie Guzzo-McParland

Il 15 ottobre è stato pubblicato un libro (disponibile in versione inglese e francese in tutte le librerie) che farà storia, intitolato Un’opera in 3 atti incentrato su Gino Quilico. Scritto da Connie Guzzo-McParland, parla della dinastia dei Quilico, famiglia montrealese – tesoro nazionale del Québec e del Canada – che si è superbamente distinta a livello internazionale nel meraviglioso mondo dell’opera lirica.

Si tratta della biografia del famoso baritono Gino Quilico e dei suoi defunti genitori, la pianista Lina Pizzolongo e l’altrettanto famoso baritono quebecchese Louis Quilico, soprannominato Monsieur Rigoletto, tanto ha saputo imporsi in questo ruolo da protagonista dell’opera di Verdi, al punto di appropriarsene e incarnarlo meglio di chiunque altro.

Il libro, riccamente illustrato, è diviso in tre parti distinte, da cui il titolo. Una prima parte è dedicate a mamma Lina Pizzolongo, poi una seconda parte a papà Louis; la terza, e più estesa, al figlio Gino. In copertina un Gino intenso e seducente nel suo ruolo preferito del Don Giovanni, dall’omonima opera di Mozart.

Come si può leggere nell’introduzione, «Questo libro è un’opera di saggistica creativa. Si basa sugli eventi reali delle vite e delle carriere di Lina, Louis e Gino Quilico. Pur rimanendo fedele ai fatti raccontati da vari membri della famiglia durante le interviste, l’autrice si è concessa la libertà artistica di drammatizzare alcune scene e di immaginare i dialoghi».

Poiché l’autrice non conosceva personalmente i defunti Lina e Louis, e quindi non poteva intervistarli, ha chiesto a Gino se le sue “messe in scena” rispecchiassero fedelmente la realtà, e la sua risposta è stata un sonoro sì!  Si tratta quindi di una “saggistica creativa” in cui Gino riconosce bene i suoi genitori e alla quale ha dato la sua approvazione.

Il baritono Gino Quilico

I sentimenti sono al centro della storia. D’altronde, come afferma l’autrice, si è «…piuttosto concentrata sulle emozioni personali, eminentemente umane, che si nascondono dietro le maschere, i trucchi ed i sontuosi costumi dei principali eroi della “storia”. Gino ha fornito le informazioni ed è soprattutto verso di lui che è rivolto lo sguardo da questo libro».

 

Pianista virtuosa

È prima di tutto un artista ammirevole quella che scopriamo nella persona di Lina Pizzolongo, moglie affettuosa e devota che ha sacrificato la propria carriera, di virtuosa pianista e concertista, per quella di suo marito Louis. Era la sua musa ispiratrice, la sua ripetitrice nelle prove, la sua maestra di solfeggio e di italiano, e la sua “allenatrice vocale”. Lo ha aiutato ad affinare il suo stile ed i suoi gesti, oltre a fornirgli supporto e incoraggiamento continui per spingerlo meglio verso le vette della sua arte ed alla fama mondiale. Senza il suo inestimabile contributo, Louis non sarebbe certamente arrivato così lontano.

Louis è riuscito a fare una carriera prestigiosa nonostante la totale mancanza di supporto e incoraggiamento da parte di suo padre Luigi, il cui universo era essenzialmente limitato al suo commercio di biciclette. Ma il talentuoso cantante coltivava un altro sogno ed ha deciso di realizzarlo con incrollabile determinazione. La grande fortuna di Louis è senza dubbio dovuta alla sua duratura unione con una moglie che gli ha dato tutto.

 

Il rapporto padre-figlio

La maggior parte del libro dà voce a Gino. Ha molto da raccontare sul suo viaggio personale, ovviamente, ma anche sul suo rapporto con Louis, suo padre, idolo, insegnante, consigliere e guida. Senza dimenticare l’insostituibile Lina che, attraverso la sua versatilità, i suoi insegnamenti e il suo inesauribile sostegno, tanto ha fatto affinché suo figlio sbocciasse e la sua carriera fiorisse.

Il racconto mette in luce le molteplici e inevitabili esigenze della professione in termini di tecnica vocale, apprendimento delle lingue, conoscenza musicale, performance teatrale, danza ed anche occasionali acrobazie. La formazione di un cantante lirico richiede anni di studio e duro lavoro. Ambizione, coraggio, determinazione, disciplina ferrea e, naturalmente, talento innato sono prerequisiti imprescindibili.

Connie Guzzo McParland, autrice della biografia

Non si può ignorare la continua tensione vissuta da un cantante che si destreggia come meglio può, sulle montagne russe delle emozioni, combattuto tra le esigenze della vita di coppia e della famiglia – che è perfettamente consapevole di trascurare – e gli imperativi della sua professionale. Spesso l’euforia dei trionfi lasciò il posto alla tristezza, se non alla depressione. La celebrità ha quindi la sua non invidiabile quota di vantaggi e svantaggi.

Fama e successo, così ambiti, richiedono – per una questione di sopravvivenza nel campo altamente competitivo dell’opera – che l’ego del cantante sia sovradimensionato e sovraccaricato, e quindi terreno fertile per conflitti interpersonali e familiari.

Un necessario egocentrismo, alimentato da una costante preoccupazione per la perfezione, unita ad una divorante ambizione di successo, può facilmente portare a relegare in secondo piano la vita familiare, a scapito della coppia, e in particolare dei figli che non ricevono tutto il attenzioni dei genitori di cui dovrebbero beneficiare e che si ritrovano “sballottati e trascinati in giro come bagagli”, secondo Lina Pizzolongo. Infatti una carriera internazionale comporta molti spostamenti, viaggi ed anche traslochi da un paese all’altro, con i successivi sradicamenti e i conseguenti sforzi di riadattamento.

Ci rendiamo conto di quali difficoltà o avversità possono spingere un artista ad arrendersi a piaceri effimeri che, al momento, confortano e consolano, ma alla fine non risolvono alcun problema e si rivoltano contro.

Gli eventi negativi vissuti da Gino si sono rivelati un potente campanello d’allarme che lo hanno poi spinto a rivalutare le sue priorità e reindirizzare la sua carriera.

(Dalla recensione di Daniel Raymond. Traduzione e adattamento a cura della Redazione del Corriere italiano)

 

 

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