Il bel concerto de “La Rive Gauche” a Montréal
di Luisa Rabach
Il 2 dicembre scorso, il quintetto italiano “La Rive Gauche”, risultato vincitore del bando Jazz IT Abroad, che sostiene lo sviluppo di concerti all’estero, promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale con la gestione di Italia Music Lab, è stato protagonista di un concerto nella storica cornice della Casa d’Italia che tanto rappresenta per tutti un simbolo della nostra italianità a Montreal.
Il loro nome, fortemente assimilabile al contesto quebecchese, si riferisce in realtà alla Rive Gauche della capitale francese, nota per essere la riva su cui si esibiscono gli artisti parigini. Il nome della band fa infatti riferimento al quartiere di Parigi che per lungo tempo ha rappresentato la culla della cultura francese.
In questo caso invece gli artisti hanno i natali nella città di Genova e nel vicino Basso Piemonte ed hanno maturato la loro formazione artistica proprio all’ombra della Lanterna.
Esportando dunque la realtà musicale genovese ed ispirandosi anche alle storie di tanti emigranti che hanno lasciato Genova, la formazione composta dai cinque musicisti, nonche autori dei loro stessi brani, ha dato vita a pezzi di indiscussa sensibilità e perfezione musicale.
I brani proposti e apprezzati dal pubblico presente sono inclusi nell’album “One!” pubblicato nel 2019 dalla prestigiosa etichetta italiana “Dodicilune”. Si tratta in larga parte di composizioni originali di Luca Cresta, la cui esperienza professionale si sviluppa da anni nell’ambito della scrittura e orchestrazione di colonne sonore per il cinema e la televisione (https://imdb.to/3j1mPFV).
Dalla fusione di queste due diverse anime musicali, quali l’approccio jazzistico e le suggestioni praticate in anni di lavoro al servizio dell’immagine, scaturisce un connubio originale e caratteristico.
I componenti del gruppo, che si sono conosciuti nell’ambito della “Big Borgo Band” di Claudio Capurro, un’orchestra che si è esibita per molti anni in Italia, ospitando artisti internazionali come Phil Woods, Scott Hamilton, Jon Faddis, hanno sviluppato il progetto della Rive Gauche, collaborando attivamente agli arrangiamenti ed alla creazione del “suono” della band.
Il tono elegante ed incisivo del sassofono di Fabio Lanzi, la maestria del veterano delle percussioni Massimo Grecchi, la precisione e il calore del basso di Andrea Imelio, la voce e il flauto di Giovanni Acquilino costituiscono l’insieme melodico premurosamente accompagnato dal piano di Luca Cresta.
La prima caratteristica che salta all’orecchio di chi la ascolta per la prima volta senza essere necessariamente un esperto è la complementarietà degli elementi: gli strumenti diventano l’uno parte integrante dell’altro e i suoni si fondono per creare un insieme unico, indice di grande intesa artistica e professionale.
Il loro repertorio è in realtà una continuazione silenziosa di quella tradizione jazzistica genovese di cui la città vanta uno dei primati italiani, nonché rappresenta una grande apertura all’innovazione e alla sperimentazione. Si può definire un‘evoluzione ed una ricerca artistica e sonora che consente alla tradizione jazzistica di affacciarsi al nuovo millennio e di continuare all’insegna di nuove aperture internazionali.
La ricerca di un’apertura internazionale è uno degli obiettivi a cui la Rive Gauche ambisce puntando alla partecipazione a futuri festival jazzistici in Nord America, con particolare attenzione alla realtà montrealese.