Arte e spettacolo
19:29pm5 Novembre 2019 | mise à jour le: 5 Novembre 2019 à 19:29pmReading time: 4 minutes

Amore, dramma, attualità e follia!

Amore, dramma, attualità e follia!
Photo: Foto cortesiaIl Maestro Fabrizio Ventura

Il Maestro Fabrizio Ventura dirige “Lucia di Lammermoor” all’Opéra de Montréal

Per la seconda opera in cartellone, “Lucia di Lammermoor”, capolavoro di Gaetano Donizetti (1797-1848), l’Opéra de Montréal ha chiamato il Maestro Fabrizio Ventura a dirigere l’Orchestre Métropolitain e il Coro dell’Opéra.

Originario di Roma, Ventura ha diretto numerose istituzioni musicali tra cui, dal 2007 al 2017, l’Orchestra sinfonica e il Teatro dell’Opera di Munster, in Germania. Dramma amoroso, ricco di emozioni, di sentimenti a fior di pelle, di melodie, di virtuosismi musicali, “Lucia di Lammermoor”, la cui prima andò in scena con grande successo al Real Teatro San Carlo di Napoli il 26 settembre 1835, è considerata una delle più belle opere del repertorio romantico italiano.

Cosa dovrà aspettarsi lo spettatore da quest’opera?

«Donizetti ha scritto più di 70 opere – afferma – ma quelle più famose, più interpretate, quelle inserite costantemente nei repertori dei grandi teatri, sono tre o quattro e “Lucia” è una di esse. Se è tra le più amate è perché innanzitutto ha una musica splendida e delle melodie talmente belle che rimangono impresse nella mente, e poi perché ha una struttura drammatica molto compatta. Non ha punti deboli, non ci sono vuoti nella narrazione scenica che è sempre sostenuta da una musica che “riempie” tutta l’azione drammatica. È un’opera che ha tante sfaccettature diverse. I quattro personaggi principali, Edgardo e Lucia, il cui amore è contrastato da Enrico, fratello di Lucia, che vuole che la sorella sposi Arturo, sono disegnati in maniera estremamente chiara ma ognuno di essi si porta dentro tutta la gamma dei sentimenti, dei dubbi, delle certezze, che cambiano in relazione all’evolversi della situazione. E tutto questo viene magnificamente espresso in musica».

 Che significa dirigere un’opera italiana all’estero?

«Lavoro soprattutto fuori d’Italia. Nel 1981 – raccconta – sono andato a studiare a Vienna e da lì ho lavorato quasi sempre in Austria, in Svizzera, in Germania e in altri paesi europei. Quando decisi di studiare per diventare direttore d’orchestra ero più orientato verso il repertorio sinfonico d’oltralpe, quello tedesco e francese. Guardavo all’opera italiana non dico con sospetto ma come una musica che mirasse un po’ troppo ai sentimenti più primitivi, più spontanei, più viscerali che riflessivi, che fosse soltanto melodia. Invece, andando come studente, per pochi soldi, al Teatro dell’Opera di Vienna dove praticamente ogni sera ne facevano una diversa, e molte di esse erano opere italiane, ho capito quanto valore avessero tali opere. Non si trattava solo di espressione viscerale dei sentimenti o banco di prova per i virtuosismi dei cantanti, ma dell’espressione della verità di questi sentimenti. Le strutture formali delle opere italiane dell’Ottocento, parliamo proprio del periodo in cui “Lucia” è stata scritta, sono molto schematiche ed uguali da un compositore all’altro ma all’interno di queste strutture esiste una varietà immensa di possibilità, un mondo estremamente ricco in cui esprimere tutta la gamma dei sentimenti umani.

L’opera italiana è estremamente amata all’estero ma poco valorizzata in Italia al punto che se oggi chiediamo ad alcuni ragazzi chi è Verdi o Donizetti non sanno rispondere. Nelle scuole non si parla di opera italiana, i nostri governi non si rendono conto del valore e della ricchezza della musica italiana e che cosa essa significhi all’estero. Basti pensare che in Germania c’è la più alta concentrazione di teatri al mondo, sia di prosa che d’opera, e che ci sono ben 130 orchestre le quali eseguono soprattutto musica italiana. Non c’è stagione d’opera in Germania o Austria o Svizzera che non abbia almeno la metà del repertorio dedicata all’opera italiana. Di tutto questo noi, purtroppo, non ce ne rendiamo conto!»

 “Lucia di Lammermoor” può essere considerata attuale?

«È una storia d’amore e le storie d’amore – risponde – sono sempre attuali. È una storia di rivalità e di odio tra famiglie, anche questa, purtroppo, è una cosa attuale. Poi, un elemento importante è il matrimonio forzato; se un po’ meno nella nostra, in alcune culture è un argomento di estrema attualità. Infine, il punto culminante di tutta l’opera è la famosa scena della pazzia di Lucia, una donna sopraffatta da troppe emozioni: matrimonio obbligato, amore contrastato, odio, incomprensioni, inganno. C’è veramente di tutto, ci sono persino le “fake news” per dirla con il linguaggio di oggi, ovvero le lettere d’amore che Edgardo scrive a Lucia  “manipolate” dal fratello Enrico che le fa credere che Edgardo ama un’altra donna! È una storia che non perde mai di attualità e di forza, “trascinata” da una musica talmente bella che rimarrà sicuramente impressa nella mente degli spettatori».

Info-opera

“Lucia di Lammermoor”, opera in tre atti di Gaetano Donizetti. Libretto di Salvatore Cammarano.

Salle Wilfrid-Pelletier, Place des Arts.

Il 9, 12 e 14 novembre alle ore 19:30, il 17 nov. alle 14:00.

Biglietti e informazioni: 514.985.2258

https://www.operademontreal.com/

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