Arte e spettacolo
16:25pm20 Febbraio 2020 | mise à jour le: 20 Febbraio 2020 à 16:25pmReading time: 4 minutes

Quando l’umorismo aiuta e fa del bene

Quando l’umorismo aiuta e fa del bene
Photo: Foto cortesiaInterpreti e collaboratori si sono ritrovati insieme ai rappresentanti della Fondazione Santa Cabrini per festeggiare il successo dello spettacolo a cui hanno assistito oltre 2000 spettatori

Incontro con il preside-umorista Joe Cacchione

Il 27, 28, 29 dicembre e 1 e 2 febbraio scorsi, è andato in scena al teatro Lino e Mirella Saputo del Centro Leonardo da Vinci, l’esilarante spettacolo di Joe Cacchione ”Santa Cabrini … Je peux vous aider!” dedicato al mondo della sanità, il cui ricavato, 35.000$, sarà devoluto alla Fondazione dell’Ospedale Santa Cabrini.

Davanti ad un buon espresso Joe ha tracciato un bilancio della sua ultima fatica umoristica con alcune divagazioni sulla sua professione di preside e sul mondo, quello dei giovani, che osserva da vicino.

 

Come è andato lo spettacolo?  

«È stata un’esperienza straordinaria. Prima di tutto era uno spettacolo completamente nuovo e non una ripresa di quelli già proposti. Abbiamo preso di mira il mondo della sanità, scherzando e ridendo su una cosa così seria come la salute! Nel corso dello spettacolo ho indossato prima i panni del dottore, poi dell’infermiere, del ”preposé aux beneficiaire”, del paziente ed infine del Ministro della Salute, percorrendo in lungo e in largo il mondo della sanità che avrebbe bisogno di essere un po’ piu’ in … salute!

Dopo aver preso scherzosamente di mira il mondo della sanità Joe si dice pronto a preparare altri spettacoli

La cosa bellissima è che alla fine, in quanto Ministro, ho proposto un programma di ristrutturazione della sanità coinvolgendo il pubblico, inventando insieme una nuova terminologia. Ad esempio, chi si occupa dei reni dovrebbe chiamarsi ”renologo” e non ”nefrologo”, chi si occupa delle ossa dovrebbe chiamarsi ”ossologo” e chi si occupa della testa dovrebbe chiamarsi ”testologo!”. A parte gli scherzi, il più bel commento l’ho avuto da una persona che il giorno dopo lo spettacolo mi ha mandato un messaggio in cui c’era scritto: ‘‘Joe, ci hai fatto ridere, ci hai fatto piangere ma soprattutto ci hai fatto riflettere” perché ad un certo punto dello show c’era un numero con Gerardo D’Argenio, 84 anni, in cui parlo dell’importanza di vivere, a qualsiasi età. Molta gente ”muore dentro” quando, ad esempio, riceve una brutta notizia o quando avviene un lutto in famiglia. Il dramma della vita non è la morte ma di non vivere in pieno la propria vita e per viverla devi passare attraverso le tue passioni e andare sempre avanti!”

 

 Perché hai scelto di devolvere l’incasso alla Fondazione Santa Cabrini?

«Ogni causa che ho scelto finora è legata alla mia vita. Ho fatto uno spettacolo per l’Istituto Neurologico di Montréal perché mia madre, purtroppo, ci ha lasciati a causa di un cancro al cervello. Ne ho fatto uno per una scuola privata perché la mia passione è il mondo dell’istruzione e un altro per raccogliere fondi per combattere la leucemia e il linfoma perché ho perso una sorella a cuasa della leucemia. Questa volta ho scelto il Santa Cabrini perché per me l’italianità è importante ed è sempre stata al centro dei miei spettacoli. Il Santa Cabrini è l’unico ospedale in Nord America dove le due lingue ufficiali sono l’italiano e il francese. Lo spettacolo, infatti, è in francese con un forte accento italiano, rappresenta esattamente ciò che è questo ospedale».

Joe Cacchione è preside, da 4 anni, dello Shadd Healt and Business Centre, un centro di istruzione professionale per adulti che offre dei corsi nel settore della sanità e in quello del business. È stato preside di varie altre scuole ed ha iniziato la sua carriera nel mondo dell’istruzione come professore di matematica.

 

Umorismo, scuola, famiglia, come fai a conciliare tutto?

«Alcuni anni fa – risponde – mia moglie mi ha detto: “Joe, se continui così, con tutti gli impegni che hai, non vedrai crescere i tuoi figli!”. Era un avvertimento che mi preoccupava, così ho iniziato a portare Samuele, che oggi ha 18 anni, ai miei spettacoli. Adesso è la volta di Josué, 11 anni. Li ho coinvolti. Non li ho ”costretti”, è stata una loro scelta, lo fanno volentieri. Voglio che imparino i diversi aspetti legati all’organizzazione di uno spettacolo e che possano allo stesso tempo esprimere la loro creatività. Infatti, una bella novità di ”Santa Cabrini je peux vous aider!”, a cui hanno assistito oltre 2000 spettatori, è stata proprio la loro partecipazione ed il coinvolgimento di diversi giovani su scena. È stato proprio Samuele a curare questa parte dello spettacolo. In ogni caso vogliamo continuare su questa strada!»

Lo spettacolo sarà riproposto il 22 marzo a LaSalle a beneficio della ”Maison de soins palliatifs Sault Saint-Louis”.

 

 

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