Arte e spettacolo
14:34pm5 Maggio 2020 | mise à jour le: 5 Maggio 2020 à 14:34pmReading time: 3 minutes

“From the red zone”, storie della pandemia

“From the red zone”, storie della pandemia
Photo: Foto cortesiaGli studenti del liceo artistico Giordano Bruno di Grumo Nevano che hanno realizzato "From the Red Zone"

Luigi Capasso e il video-documento da Napoli

Un gruppo di studenti del Liceo artistico “Giordano Bruno” di Grumo Nevano, in periferia di Napoli, ha realizzato, in collaborazione con Luigi Capasso, regista napoletano residente in Canada, fondatore di Zoomlab, una produzione a distanza per riflettere sulla situazione attuale di quarantena determinata dalla pandemia di coronavirus.

“From the Red Zone” può essere definito un documento visivo che porta lo spettatore nell’intimità quotidiana di alcune famiglie napoletane alle prese con la quarantena e, allo stesso tempo, il risultato di una didattica che non si ferma ma che procede secondo nuovi percorsi e nuovi processi creativi.

«È un’idea – spiega Luigi Capasso – che mi è venuta appena iniziata la quarantena in Italia. Ogni volta che torno a Napoli faccio delle “Master Class” con i ragazzi di questo liceo artistico che ha tra i suoi indirizzi anche la cinematografia. Conosco molto bene la loro insegnante, Amalia Caso. Abbiamo iniziato a collaborare su vari progetti e ci è venuto in mente di dedicarne uno alla situazione attuale».

 

Frammenti di vita

«Coordinati dalla loro insegnante, abbiamo chiesto agli studenti del Giordano Bruno di realizzare, con la tecnica del piano sequenza, ovvero quella di un’inquadratura unica che durasse al massimo un minuto, un video che avesse come soggetto una situazione particolare della loro quarantena. Un’immagine che, secondo ogni singolo studente, rappresentasse bene questo particolare momento storico che ognuno di noi sta vivendo.

Un’immagine del video-documentario

Le risposte degli studenti – continua il regista – sono state colorate e originali. Abbiamo scelto quelle che si avvicinavano di più alla traccia.

Ne è uscito un corto-documentario davvero interessante. Quasi il 90 % dei ragazzi, in linea con le tendenze di oggi, con la cultura degli autoritratti e dei selfie, ha puntato la videocamera su loro stessi, riproducendo uno spaccato, un frammento della loro vita e di quella della propria famiglia in quarantena. Un documentario che ci permette di entrare all’interno delle case degli italiani, nel loro quotidiano.

Tutto è stato girato a Napoli e dintorni – prosegue Luigi – ed ogni studente, guidato dall’insegnante, ha lavorato nelle proprie case al montaggio ed alla produzione. Poi ci siamo incontrati virtualmente per portare a termine il progetto. Un lavoro virtuale, a distanza, che vuole esplorare nuove frontiere didattiche.

Il discorso, già iniziato ai tempi della “Master Class”, è scivolato anche sulla distribuzione del video. Cosa succede una volta finito? Come si fa per introdurlo nei circuiti giusti? Il primo approccio è quello di distribuire il prodottto a livello multimediale, di farlo girare in tutto Nord America e in Italia come esempio di nuovo progetto didattico.

“From the Red Zone” può essere visionato su: https://vimeo.com/402308547

Contiamo di presentarlo eventualmente in alcuni festival, a dimostrazione che il progetto può avere una sua vita anche una volta terminato. Un esperimento tra Canada e Italia possibile grazie alle nuove tecnologie».

 

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